Fake news? Le blockchain possono aiutarci a combatterle

La tecnologia blockchain potrebbe essere un'ottima soluzione al problema del proliferare delle fake news, aiutando lettori e produttori di contenuti a mantenere il controllo sui contenuti che producono o consumano.

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a cura di Alessandro Crea

Negli ultimi anni i contenuti falsi e fuorvianti hanno guadagnato sul Web una popolarità crescente, che si tratti di notizie, video o altro. Si tratta di un problema assai grave e di proporzioni crescenti a cui però ora potrebbe trovare una soluzione l'adozione della tecnologia blockchain.

Negli ultimi anni infatti si sta discutendo di come standardizzare il modo in cui i contenuti sono presentati online, ad esempio utilizzando le blockchain come strumento di whitelist per notizie e altri contenuti web. Come parte di un'evoluzione del Web 3.0, la blockchain potrebbe infatti essere utilizzata per creare un web decentralizzato, in cui un database immutabile registra informazioni sul contenuto ed è collegato a quel contenuto inestricabilmente per garantire la validità. Gli archivi di dati personali consentirebbero inoltre alle aziende e alle persone di mantenere il controllo sui contenuti che producono o consumano.

Attenzione, non si tratta di una soluzione futuribile: già entro il 2023, infatti, fino al 30% delle notizie e dei contenuti video in tutto il mondo potrebbe essere autenticato tramite blockchain, aiutando anche a mitigare il problema dei video deep fake, come spiegato anche nel rapporto di previsione Gartner 2020 pubblicato a dicembre. La tecnologia Blockchain può aiutare a tracciare la provenienza delle notizie (contenuti di testo o video) in modo che i consumatori del contenuto sappiano da dove proviene e siano certi che non sia stato alterato.

Avivah Litan, vice presidente della ricerca per Gartner, ha dichiarato recentemente che mettere i social media e i social network sulla blockchain consentirà agli utenti di controllare non solo le proprie informazioni, ma anche gli algoritmi e i filtri che dirigono i loro flussi di informazioni. A dicembre scorso, Jack Dorsey, CEO di Twitter, ha annunciato che Twitter sta finanziando un piccolo team indipendente di un massimo di cinque componenti tra architetti, ingegneri e designer open source per sviluppare uno standard aperto e decentralizzato per i social media.

Il concetto di Twitter è quello di rendere possibile agli utenti di leggere ciò che vogliono, fornendo filtri basati su blockchain per autenticare i contenuti. Ma negli ultimi due anni, in realtà, sono molte le iniziative di alto profilo che utilizzano la blockchain per contrastare le notizie false. Il New York Times, la Deep Trust Alliance e la PO.ET, sono solo un esempio degli sforzi compiuti per standardizzare il modo in cui notizie, immagini e video vengono messi su Internet, catturando così il loro percorso dalla fonte al pubblico.

Rispetto ai contenuti manipolati manualmente come un articolo di notizie da cattivi attori, le notizie false profonde si riferiscono a un'immagine o un video creato dall'intelligenza artificiale e dalla tecnologia di apprendimento automatico note come reti generative avversarie (GAN). Danny O'Brien, Policy Manager per la Electronic Frontier Foundation, ha affermato che la tecnologia è raramente utilizzata per risolvere un problema sociale. Insomma, alla fine, come spiegato sempre dallo stesso Litan, leggere notizie false da cattivi attori potrebbe essere ridotto a una scelta intenzionale da parte di persone che cercano volontariamente conferme alle proprie opinioni.