Le mani di TIM su Open Fiber: la trattativa adesso è ufficiale con CDP ed Enel

TIM ha sottoscritto con Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Enel un Accordo di Confidenzialità per valutare la fusione delle reti con Open Fiber.

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a cura di Dario D'Elia

La fusione della rete TIM e di quella di Open Fiber non è più un argomento di dibattito sui massimi sistemi, ma un progetto ad alto potenziale di realizzazione. Ieri Telecom Italia ha ammesso di aver siglato un Accordo di Confidenzialità con Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ed Enel "finalizzato a valutare possibili forme di integrazione delle reti in fibra ottica di TIM e Open Fiber, anche attraverso operazioni societarie".

In pratica, a questo stadio di confronto, le parti coinvolte si scambiano informazioni di natura confidenziale e si impegnano a mantenerle tali e a non renderle pubbliche. Quindi quel che avverrà nelle prossime settimane, o mesi, è una verifica della fattibilità dell’operazione e relativa modalità.

Più fonti stampa anticipano che lunedì 24 giugno verrà presentato al comitato strategico di Telecom un approfondito dossier riguardante l’operazione. Dopodiché durante il consiglio di amministrazione del 27 giugno vi sarà un altro approfondimento e solo in quello del primo agosto probabilmente si giungerà a una decisione.

L’ipotesi è che CDP possa ricevere un pacchetto azionario TIM in cambio delle sue quote Open Fiber, mentre Enel potrebbe farsi liquidare in contanti. Gli advisor Vitale e Rothschild avrebbero valutato la società guidata da Elisabetta Ripa tra i 2,2 e i 2,8 miliardi di euro. Ciò vuol dire che - sottratti dalla cifra i circa 800 milioni di debito - vi sarebbero circa 1 miliardo di euro per socio. L’AD di Enel, Francesco Starace, che si è sempre opposto a “accrocchi”, potrebbe non accontentarsi. Ma è pur vero che adesso è solo una questione di negoziazione.

La Repubblica sottolinea che secondo fonti finanziarie - comunque non specificate - il 2019 si sarebbe aperto con un risultato wholesale accettabile per TIM (perse "poche migliaia di linee") e inferiore alle aspettative per Open Fiber (su 5 milioni di linee realizzate le attivazione sarebbero 800mila). La sintesi è che la migrazione dei clienti dalle linee TIM a quelle dell’avversario procede lentamente.

Molti utenti hanno potuto constatare di persona che sebbene molti lavori di infrastrutturazione fibra (FTTH) siano terminati, stranamente non è possibile procedere con l’attivazione dei servizi ultra-broadband. I motivi sono di diversa natura. Da una parte i provider stanno attraversando un momento di difficoltà che costringe a una politica di contenimento dei costi; dall’altra c’è una diffusa mancanza di domanda. Ad alcuni non interessa, altri non conoscono la differenza tra le architetture FTTC e FTTH e relative prestazioni, altri ancora hanno perso fiducia nei provider e relative politiche tariffarie.

Fino a poco tempo fa TIM e Fastweb ammettevano che nelle zone coperte dai servizi fibra (FTTC o FTTH) si abbona solo un potenziale cliente su dieciOpen Fiber insomma pur continuando a cablare è condizionata dalle strategie degli operatori a cui noleggia rete o servizi.

Ad ogni modo il parere diffuso è che se mai si giungerà a un accordo avverrà probabilmente entro la fine dell’anno.