Come mai Toyota è in stallo nella transizione elettrica?

Toyota, famosa in tutto il mondo per la sua ibrida Prius, sembra stia rallentando i piani di tutto il mondo dedicati alla transizione elettrica: ma quali sono le ragioni?

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Toyota è stata una delle prime aziende del settore automobilistico ad introdurre alternative ai combustibili fossili; un esempio è rappresentato dalla Prius ibrida, una vera e propria pietra miliare che ha debuttato nel 1997. Da allora, l'azienda ha venduto circa 15 milioni di ibridi in tutto il mondo e ha aggiunto gradualmente i propulsori ibridi alla maggior parte di Toyota e Lexus disponibili sul mercato.

Il produttore giapponese è stato anche uno delle prime aziende a produrre veicoli a celle a combustibile (idrogeno) e si è ostinatamente attaccata a questa tecnologia, anche se la maggior parte dei costruttori ha dichiarato in più occasioni che si tratti di un sistema propulsivo non adatto.

Considerando la storia di Toyota e la sua indiscussa padronanza tecnologica, è molto sconcertante che la casa automobilistica sia diventata la portavoce di quel piccolo gruppo di case costruttrici che si oppone al passaggio ai veicoli elettrici. Per rallentare ulteriormente il passaggio alle vetture a batteria, Toyota sembra stia conducendo una battaglia “dietro le quinte”; secondo Chris Reynolds del New York Times, Toyota si sarebbe recentemente recata Washington per incontrare, a porte chiuse, alcuni membri dello staff del Congresso con lo scopo di rallentare i piani di transizione di Biden.

Secondo il rapporto, Toyota avrebbe maggiori interessi nella spinta verso l’idrogeno e i veicoli ibridi e da qui ne derivano tutti i vari tentativi (in tutto il mondo) di far intraprendere ai governi strade differenti. Non solo in America il marchio giapponese avrebbe agito a porte chiuse, ma anche in India e in Cina. A preoccupare ulteriormente sono le numerose e sostanziali donazioni effettuate da Toyota a gruppi radicali anti-ambientalisti (e anti-democratici), necessarie per rallentare la crescita del settore elettrico.

Un recente studio di Citizens for Responsibility and Ethics a Washington (CREW) ha evidenziato come Toyota sia uno dei maggiori donatori dei repubblicani che al Congresso hanno contestato il risultato delle elezioni presidenziali del 2020. Il Times riporta che almeno 22 di questi legislatori avrebbero negato il consenso scientifico sui cambiamenti climatici causati dall'uomo.

Sebbene Toyota sia favorevole all’idrogeno, tecnologia che dovrebbe impattare in misura minore sull’ambiente rispetto ai veicoli endotermici, è bene ricordare come gli attuali veicoli a idrogeno di Toyota (bus olimpici compresi) utilizzino idrogeno grigio. Per chi non lo sapesse, a differenza di quello verde prodotto mediante elettrolisi utilizzando fonti di energia rinnovabili, viene prodotto utilizzando un processo che emette abbondanti quantità di anidride carbonica che non vengono immagazzinate. La lotta tra le lobby e i governi sembra appena iniziata e solo nell’arco dei prossimi anni saremo in grado di capire quale sarà la strada migliore per preservare la salute del nostro pianeta.