COP26, BMW dice no all'elettrico senza infrastrutture

Così come altri costruttori, anche BMW ha deciso di non sottoscrivere l'accordo inerente allo stop delle vendite di veicoli a combustione alla COP26.

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a cura di Emanuela Acri

La casa automobilistica BMW è stata una delle protagoniste della COP26 di Glasgow sul clima e sull’ambiente. Nello specifico, il costruttore tedesco, ha deciso - così come successo con altre aziende automobilistiche - di non sottoscrivere l'accordo inerente allo stop delle vendite di veicoli a combustione interna entro il 2024. Inevitabilmente, tale decisione ha suscitato non poche perplessità. Tuttavia, la casa tedesca, ha deciso di chiarire ancora una volta le sue motivazioni. Ebbene, BMW sembra essere titubante in merito al fatto che alcune nazioni potrebbero non fare la loro parte e potrebbero esserci "diseguaglianze" anche sulle infrastrutture di ricarica. Motivo per il quale, il costruttore tedesco non esclude l'insorgere di problemi legati alla vendita di soli veicoli elettrici. In merito all'argomento, è intervenuto Thomas Becker, capo della strategia di sostenibilità di BMW, affermando quanto segue:

Non abbiamo fissato una data in cui termineremo la produzione di auto a combustione poiché è necessario fissare obiettivi vincolanti per garantire che i Paesi più poveri facciano il loro lavoro.

Inoltre, Becker, ha parlato anche del nostro Paese mettendolo a paragone con Olanda e Norvegia. A riguardo ha dichiarato:

Su questi ultimi due mercati il futuro è chiaramente elettrico, ed è chiaro che qui venderemo solo auto elettriche. Ma non possiamo decidere oggi che lo stesso accadrà in Italia, dove ci sono 0,4 stazioni di ricarica pubbliche per 1.000 veicoli rispetto alle 7-9 che ci sono invece in Olanda e in Norvegia.

Tuttavia, uno dei più grandi dubbi di Becker fa riferimento ai problemi che potrebbero essere legati ai veicoli termici usati, sicuramente molto più inquinanti rispetto ai modelli termici nuovi. Dunque, Thomas Becker sembra aver concluso con le seguenti parole:

La nostra eventuale transizione verso l’elettrico senza l’infrastruttura necessaria spingerà i clienti ad acquistare usati veicoli con motore a combustione che inquinano più delle moderne alternative. Chiaramente nessuno vieterà la vendita di tutti i veicoli già esistenti, che in media in Europa sono stati costruiti 11 anni fa. Quindi sarebbe molto meglio che i clienti, ad esempio nel Sud Italia, acquistino un buon veicolo convenzionale nuovo piuttosto che ne guidino uno usato.