Guida autonoma e assistita: cosa sono e quali livelli sono disponibili

I sistemi di guida assistita e autonoma hanno subito un forte sviluppo nel corso dell'ultimo periodo introducendo importanti novità capaci di modificare, anche radicalmente l'esperienza al volante; ma di cosa si tratta realmente?

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

La guida autonoma è una tecnologia che, nel corso degli ultimi anni, ha subito una rapida e crescente evoluzione raggiungendo quindi livelli che sino a non molto tempo fa potevano risultare poco razionali e realizzabili. Secondo recenti sondaggi non ci sarebbe una vera e propria preferenza da parte degli automobilisti; alcuni confidano di vedere una più estesa adozione da parte dei costruttori mentre altri si ritengono ancora piuttosto scettici a riguardo.

Una maggiore adozione dei sistemi di guida autonoma ed assistita potrebbe consentire un domani di avere strade più sicure e spostamenti meno stressanti; naturalmente per raggiungere un buon livello sarà necessario avere un massiccio utilizzo da parte degli automobilisti e, sicuramente, dai costruttori di auto.

Allo stato attuale sono disponibili numerose tecnologie su strada ed è facile quindi confondere i diversi esempi di sistemi di automazione circolanti; i sistemi di guida assistita (conosciuti anche con il nome di ADAS) consentono di mitigare eventuali errori e distrazioni alla guida, mentre i sistemi di guida autonoma agiscono attivamente andando a prendere il pieno controllo della vettura. Quest'ultimi sono sempre più in via di sviluppo e, proprio in occasione del CES 2022, numerosi costruttori e marchi hanno presentato innovative soluzioni pronte e stravolgere il mercato e l'utilizzo delle auto.

La guida assistita

In questa categoria risiedono quei sistemi che rendono possibile un intervento sulla vettura in alcune limitate e determinate condizioni di guida. Conosciuti come ADAS (in inglese Advanced Driver Assistents Systems) sono quei sistemi che riescono ad interagire con il conducente migliorando il comfort e la sicurezza.

Un chiaro esempio è rappresentato dai sistemi di frenata automatica di emergenza, ormai presenti sulla quasi totalità delle vetture più recenti, che intervengono in caso di distrazione alla guida accompagnando l’azione fisica, la frenata, a un segnale sonoro e ad un avviso sul display di infotainment. Sulla medesima falsariga troviamo l’angolo cieco, o blind spot, che segnala con un avviso audio l’avvicinarsi di un veicolo posizionato nell’angolo cieco; qui alcuni modelli più sofisticati possono addirittura intervenire correggendo la sterzata dell’autovettura.

Questi sistemi sono quindi capaci di interagire con l’utente e rimediare, anche attivamente, alle situazioni di pericolo mitigando pertanto il risultato; non sono però da considerarsi come dei veri e propri sistemi di guida attiva in quanto operano solo in determinate circostanze ed occasioni.

Tra i sistemi più diffusi di guida assistita è doveroso segnalare anche il cruise control che, nel corso degli anni, ha raggiunto un livello di efficienza decisamente elevato; si tratta di un optional che risulta spesso e volentieri disponibile con un esborso notevole. Alcuni produttori premium, come Audi e Volvo, offrono pacchetti dotati di cruise control adattivo da più di 1.500 euro.

Il regolatore di velocità, nella sua declinazione più avanzata, consente il mantenimento automatico della distanza e permette l’arresto e la ripartenza in maniera totalmente automatica. Il cruise control adattivo non rappresenta tuttavia un sistema di guida autonoma, ma è un dispositivo capace di gestire in completa autonomia una situazione di marcia seppur limitata. Sebbene il sistema possa apparire affidabile e ben collaudato, è sempre consigliata e raccomandata la vigilanza da parte del conducente, il quale non è mai autorizzato a togliere le mani dal volante.

Riconoscere una vettura dotata di tale sistema è relativamente semplice in quanto è presente un vistoso radar frontale, nascosto da una copertura lucida, in grado di rilevare costantemente la distanza tra i veicoli. Alcuni produttori più fantasiosi sono riusciti, nel corso degli anni, ad integrare perfettamente lo strumento rendendo il riconoscimento complicato anche agli occhi più esperti.

Vale quindi la pena di investire su questi accessori? Non abbiamo a disposizione una vera e matematica risposta; ogni caso ha una sua situazione limite spesso anche legata al costo stesso dei singoli componenti magari scontati in fase d’acquisto. Senza ombra di dubbio rappresentano uno strumento per migliorare la sicurezza dietro al volante ed evitare, potenzialmente, possibili sinistri che potrebbero aumentare il premio assicurativo e richiedere la riparazione dell’auto. Va sottolineato però che la riparazione di un sistema ADAS, come evidenziato da una indagine dell'American Automobile Association, potrebbe far lievitare sensibilmente i costi di riparazione di un veicolo.

Assistenti di guida e EuroNCAP

L’ente europeo indipendente per la sicurezza, conosciuto con il nome di EuroNCAP, ha variato nel corso degli anni il metodo di valutazione necessario per ottenere il massimo punteggio, integrando ora anche l'eventuale presenza di sistemi di assistenza come frenata d'emergenza e mantenimento della corsia. Di recente, la classifica annuale dei veicoli più sicuri è stata aggiornata integrando anche numerose soluzioni 100% elettriche; a questo proposito abbiamo realizzato un approfondimento descrivendo, caso per caso, le soluzioni elettriche più sicure del 2021.

La guida autonoma

Nella guida assistita, come detto, l’auto interviene solamente per correggere o agevolare alcune situazioni, mentre nella guida autonoma il sistema agisce in totale autonomia occupandosi di tutti gli aspetti. Allo stato attuale la guida autonoma per come la immaginiamo non è ancora disponibile su strada pubblica, ma viene utilizzata soltanto da prototipi che viaggiano in aree delimitate nell'ambito di progetti ancora sperimentali.

La guida autonoma che possiamo trovare in alcuni film fantascientifici resta un miraggio e solo nei prossimi anni saremo in grado di capirne la fattibilità su strade aperte al traffico. Fortunatamente però il sistema è disponibile con diverse sfumature, tutte definite dalla SAE International (Society of Automotive Engineers), stilate in una sorta di classificazione suddivisa in precise categorie. Il livello 0, quello di ingresso, non offre nessun supporto alla guida mentre il 5, il più elevato, consente un’automazione senza precedenti.

Ecco di seguito tutte le graduatorie disponibili:

Livello Automazione SAE Guida autonoma Funzione
0 No Supporto alla guida assente
1 No Assistenza passiva alla guida (segnalazioni di pericolo visive o acustiche)
2 No Automazione e sistemi di sicurezza parziali: cruise control con traffic jam
3 Si Automazione condizionata: l'auto può gestire andatura e cambi di direzione in situazioni ordinarie ma il conducente assume il controllo in caso di difficoltà
4 Si Automazione elevata: l'auto gestisce interamente la guida, ma in condizioni di pericolo, come il meteo avverso, il conducente prende il controllo
5 Si Automazione completa: l'auto è in grado di gestire qualsiasi situazione di guida

La diffusione della guida autonoma è influenzata da due importanti fattori: dal progresso tecnologico e, naturalmente, dalla legislazione vigente. In Europa sono ammesse vetture dotate di sistema di livello 3 anche se, in commercio, sono disponibili modelli più raffinati con livello di automazione superiore. Di recente la Germania ha confermato di voler consentire la guida autonoma di 4 livello nel corso del 2022, una decisione importante per gli utenti della strada.

Nel frattempo, gli Stati Uniti sono al lavoro per creare una nuova infrastruttura capace di gestire ed analizzare dettagliatamente tutti i test eseguiti in materia di guida autonoma. Lo scopo è quello di regolamentare la tecnologia il prima possibile, evitando anche possibili e spiacevoli incidenti come quello avvenuto nel 2018 ad opera di vettura Uber dotata di guida autonoma.

Come per la guida assistita, anche la variante autonoma richiede una spesa piuttosto importante da parte dell'acquirente; ad esempio Tesla prevede un esborso di 7.500 euro (su Model 3, qui la nostra prova) per il pacchetto "Guida autonoma al massimo potenziale" in grado di parcheggiare, cambiare corsia e guidare in autonomia.

Guida autonoma e trasporti

In Europa, più in particolare in Belgio, Francia e Italia, c’è il desiderio di introdurre la guida autonoma a bordo di veicoli dedicati al trasporto pubblico. In alcuni Paesi, come Germania e Spagna, sono già disponibili vetture in grado di districarsi nel traffico cittadino.

La società Vislab, nata da uno spin-off dell'Università di Parma e acquisita da un'azienda della Silicon Valley, sarebbe il primo soggetto autorizzato dall'Osservatorio tecnico per le smart road del Ministero dei Trasporti a sperimentare un'autovettura a guida autonoma in un contesto urbano italiano. Al fine di consentire un controllo costante, è prevista la presenza di un operatore umano al suo interno capace di agire rapidamente in caso di situazioni di pericolo.

Come funziona?

Per poter funzionare, un sistema di guida autonoma deve essere capace di analizzare dettagliatamente quello che succede intorno alla vettura; per farlo si serve del lavoro congiunto di diversi sensori, come radar, ultrasuoni e Lidar.

I sensori radar sfruttano l'effetto Doppler per calcolare la velocità e la distanza dei veicoli, emettendo una serie di onde necessarie per misurare la distanza rapidamente. La portata del radar può superare anche i 200 metri e consentire quindi un'analisi decisamente approfondita. Ultrasuoni e Lidar, invece, operano alle basse velocità e sono in grado di scandagliare la zona circostante al veicolo fino ad un massimo di 6 metri di distanza, registrando la presenza di eventuali ostacoli presenti sul percorso.

I sensori non sono gli unici dispositivi utilizzati in guida autonoma, sono infatti presenti anche le telecamere e il GPS, due sistemi che sostituiscono a tutti gli effetti l’occhio umano. Un ulteriore sistema non ancora completamente affinato è la possibilità di interconnettersi con altre vetture e “mappare” su più vasta scala la zona circostante; si tratta di una situazione ancora difficile da raggiungere considerata la scarsa presenza su strada di veicoli dotati di guida autonoma avanzata.

Tutti i dati raccolti dai vari sensori vengono infine processati in pochissime frazioni di secondo da un sistema centrale che, in base alle condizioni, interviene sulle diverse azioni della vettura.

Esiste una normativa?

Se le strade si avvicinano ormai ad essere sempre più compatibili con le nuove tecnologie, non possiamo dire lo stesso del quadro normativo. Ad oggi non è presente una specifica normativa in Italia in materia di intelligenza artificiale e veicoli interconnessi.

In caso di sinistro, utilizzando un sistema di guida autonoma attivo, si potrebbe applicare la disciplina prevista dal Codice del consumo in materia ai prodotti difettosi; in questo caso sarà il produttore a rispondere direttamente al danno causato dai difetti intrinsechi del prodotto. L’applicazione di tale legge sarebbe però una notevole forzatura in quanto la vettura non sarebbe colpita da un difetto di produzione, ma bensì da un comportamento errato; in altre parole, è responsabilità del conducente interpretare l’intenzione dell’intelligenza artificiale e intervenire per correggere un'eventuale azione considerata dannosa. Per questo motivo infatti si richiede, al momento, di essere sempre vigili alla guida e mantenere le mani sul volante.

Nel caso di attacco informatico (hacking) la situazione potrebbe invece variare e sarebbero necessarie indagini approfondite su una eventuale responsabilità del produttore del software o, addirittura, dell’ideatore dell’algoritmo. Una soluzione potrebbe essere quella di inserire una scatola nera, da utilizzare come filtro, capace di gestire e registrare tutte le azioni; uno strumento già in uso da alcune assicurazioni e in alcuni Stati europei proprio a tema di guida autonoma. Ancora una volta saremmo però davanti ad uno sforzo interpretativo non direttamente collegato al problema; con la guida autonoma è necessario quindi “staccarsi” dal tradizionale concetto di responsabilità e trovare un quadro normativo più preciso ed indicato. In assenza di una disciplina ad hoc, è auspicabile che il legislatore riveda le tradizionali leggi per riadattarle alle nuove innovazioni.

Restando in Europa, la Francia ha già dichiarato di voler aggiornare il Codice della Strada per adeguarlo ai veicoli a guida autonoma. Durante l'anno in corso, verranno apportate modifiche alle regolamentazioni per la circolazione, aprendo le porte ai sistemi "driverless"; le nuove regole saranno inizialmente applicabili ad alcune aree circoscritte e, in caso di sinistro, la responsabilità non sarà del guidatore, ma dell'auto stessa e di riflesso della Casa costruttrice. I legislatori d'oltralpe hanno infatti specificato che la nuova normativa non si applicherà agli ADAS ma direttamente alle tecnologie che non richiedono interventi umani.

Guida autonoma: a che punto siamo?

La strada verso la guida autonoma è ancora lunga e difficilmente riuscirà a diventare qualcosa di concreto nel breve periodo. Tuttavia, l’intera industria ha investito tempo ed energie per tentare di standardizzare alcuni processi, come quello ideato da Qualcomm per raggiungere il quinto livello.

La questione, quindi, non è se la tecnologia e le auto saranno in grado di guidare autonomamente, perché in realtà già oggi esistono soluzioni di quarto e quinto livello, bensì quanto la tecnologia sia effettivamente sicura. Per essere chiari, oggi la guida autonoma è già molto sicura, ma prima di permettere ai produttori di auto di mettere sulle strade mezzi che potenzialmente possono creare sinistri, anche molto gravi, è necessario un livello tecnologico praticamente infallibile.

Da qui ai prossimi sette anni, data limite di molti produttori, la guida autonoma inizierà a entrare in più settori, come ad esempio in tutte quelle condizioni ad alto rischio con l’obiettivo di limitare gli errori umani. Questo include, ad esempio, applicazioni militari o di lavori pericolosi, come possono essere impianti minerari dove un singolo errore umano può causare gravi danni e conseguenze. Un altro campo sperimentale sarà l’uso di veicoli elettrici su percorsi prestabiliti, tra cui anche autostrade, per connettere un punto a un punto b, organizzati in “plotoni”, cioè sfruttando gli automatismi per fare viaggiare i veicoli ravvicinati facendo risparmiare tempo e autonomia sul tragitto.

Mentre in installazioni come gli aeroporti, si pensa che la guida autonoma soppianterà gli shuttle che oggi ci portano da un terminal all’altro, che sono già autonomi ma viaggiano su binari. Aziende attive nel settore prevedono di introdurre micro-veicoli capaci di trasportarci dal gate fino all’aereo. Successivamente, le città più popolate, potrebbero venir rimodellate in maniera tale da rendere i veicoli autonomi più funzionali. Un’accelerazione dell’adozione dei veicoli autonomi potrebbe avvenire dall’intervento diretto sull’ambiente; non è da escludere che alcune città possano creare delle corsie dedicate ai veicoli autonomi, così come è stato per le piste ciclabili.

È probabile che entro dieci anni la maggior parte delle automobili sarà compatibile con un buon livello di automatismo, un livello 2 avanzato che ci permetta di lasciare che l’auto guidi da sola per la maggior parte del viaggio, ma con la necessità di essere sempre pronti a intervenire.