Il caro metano incide anche sui trasporti delle merci

L'aumento del prezzo del metano incide sui trasporti delle merci: presto ci potrebbe essere uno stop se non riparte la produzione di AdBlue.

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a cura di Francesco Daghini

Il prezzo del gas metano continua a salire inesorabilmente
, creando non pochi disagi agli automobilisti che lo utilizzano come carburante per le proprie auto: in alcuni casi il prezzo ha toccato i 2 euro al metro cubo, una cifra mai vista nemmeno nel caso dei peggiori rincari dei carburanti più classici.

Questo aumento potrebbe però avere altre conseguenze, andando a mettere in difficoltà anche il settore dei trasporti: il gas metano è uno degli ingredienti utilizzati nella produzione di AdBlue, l’additivo a base di ammoniaca che si utilizza sui motori diesel più moderni per abbatterne le emissioni gassose. In Italia l’AdBlue viene prodotto principalmente da un’azienda ferrarese chiamata Yara Italia, che avrebbe appena deciso di interrompere la produzione proprio a causa dell’aumento spropositato del prezzo del gas metano. Senza AdBlue, tanti mezzi di trasporto pesanti, specialmente camion adibiti al trasporto merci, potrebbero presto essere obbligati a smettere di circolare, con i conseguenti problemi che è facile immaginare.

I motori più moderni sono progettati in modo da non avviarsi qualora manchi l’additivo AdBlue, andando a bloccare il catalizzatore Scr e di conseguenza la vettura, che se accesa avrebbe emissioni gassose ben oltre i limiti consentiti dalla legge. Se le auto civili hanno consumi di AdBlue trascurabili – in media bisogna rabboccare l’additivo ogni 10.000 km – i camion da trasporto ne consumano in quantità sensibilmente maggiore, si parla di circa 2,5 litri ogni 100 km percorsi.

Il mondo dei trasporti non è però l’unico a rischio: i composti a base di ammoniaca vengono utilizzati anche nelle centrali elettriche, nei termovalorizzatori e negli impianti di produzione di cemento. Con la produzione di questi composti sempre più ridotta e centralizzata su poche aziende, si rischia di arrivare a un punto in cui anche un grosso produttore come la Yara non riesca a far fronte al fabbisogno del mercato; per questo motivo da Ferrara si spera in un intervento del governo per regolamentare in modo più chiaro la situazione.