kW e kWh: cosa cambia?

Con l'introduzione delle vetture dotate di sistemi di propulsione alternativi, sono stati adottati nuove unità di misura, come i kWh, che spesso vengono confuse: ma cosa rappresentano?

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Ormai da diversi anni, con l’introduzione prima delle vetture ibride e successivamente delle varianti full elettriche, si sente sempre più parlare di kW e kWh; ma cosa rappresentano esattamente queste due unità di misura? Quando bisogna impiegarle?

Il Kilowatt (kW) è l’unità di misura della potenza, la forza massima che un motore può generare. È un’unità di misura che non si applica esclusivamente ai motori elettrici ma viene riportata anche sui libretti delle vetture dotate di propulsore endotermico. I cavalli (CV) invece, che utilizziamo più comunemente, sono Kilowatt moltiplicati per un coefficiente pari a circa 1,36; in sostanza 100 kW sono 136 CV, senza nessuna eccezione. A questo proposito è bene ricordare che il pagamento del bollo, il tributo locale previsto per tutti gli autoveicoli e motoveicoli immatricolati in Italia, è misurato in base alla potenza (kW) del veicolo e superata la soglia di 185 kW, ossia circa 250 CV, è necessario pagare una sovrattassa denominata superbollo.

I Watt sono anche comuni nella maggior parte delle applicazioni domestiche e industriali, tuttavia al fine di consentire un utilizzo più diretto ed immediato viene scelto un suo multiplo: il Kilowatt (kW). Per alcune specifiche applicazioni che esulano dall’ambiente motoristico si adottano invece altri multipli come i MegaWatt (MW) o i GigaWatt (GW) (rispettivamente a un milione e un miliardo di W).

Mentre nei motori a scoppio l’energia utilizzabile deriva dalla combustione del carburante, benzina o diesel che sia, nelle vetture elettriche l’energia viene fornita direttamente dalle batterie. Per questo motivo la potenza del motore continua ad essere espressa in kW, mentre l’energia a disposizione viene misurata in kWh; si tratta di un valore medio in quanto una vettura in movimento non assorbe sempre la medesima quantità di energia, ma varia la richiesta a seconda del percorso e della domanda da parte del guidatore.

Estremizzando e semplificando il concetto, un’automobile con un motore da 50 kW di potenza dotata di batteria da 50 kWh, in condizioni perfette, potrebbe funzionare per un’ora. In realtà non è così, in quanto un minimo quantitativo di energia viene sempre disperso dai numerosi componenti che sono coinvolti nel sistema. L’attrito e il calore sono solo due dei numerosi aspetti che portano ad avere una dispersione dell’energia.

Ogni sistema di propulsione ha il suo specifico rendimento e, in linea di massima, un motore a combustione interna rende decisamente meno di uno elettrico. Per fare un paragone, un sistema endotermico difficilmente supera il 40% del rendimento, mentre la sua controparte elettrica varia dal 70 sino al 90%: una differenza sbalorditiva. Tornando quindi all’esempio di prima, in una condizione perfetta la nostra batteria durerebbe poco meno di un’ora.

E i consumi invece come si misurano? Se per le auto a combustione interna il consumo viene misurato in l/100 km (o km/l), per le vetture elettriche si adotta l’unità di misura di kWh/100 km: ma cosa significa? I kW non si adoperano esclusivamente per le prestazioni, ma si utilizzano anche nel campo dell’efficienza; in questo caso tendono ad indicare quanti kWh sono necessari per percorrere un centinaio di Km. Alcuni produttori, come Tesla, preferiscono utilizzare il sistema di misura “Wh/km”, inteso come WattOra per km.

Come per i motori a benzina, più il valore è basso, più è efficiente la vettura e minori saranno i costi di ricarica alla colonnina per effettuare il “pieno”.