L'idrogeno? Dannoso più dei combustibili fossili secondo uno studio

Nuovi studi confermano le parole del numero uno di Volkswagen, evidenziando come l'idrogeno possa rappresentare una falsa alternativa al carburante fossile: cosa possiamo attendere in futuro?

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il futuro delle auto è solamente l’elettrico o possiamo intraprendere altre strade? Allo stato attuale non c’è un vero responso per questa domanda, dal momento che il settore dell’automotive è ancora in completo sviluppo e solo nei prossimi anni potremmo avere delle chiare risposte. Nell’ultimo periodo abbiamo riportato diverse notizie a tema idrogeno, sia riguardanti le vetture sia il trasporto su ruota/rotaia, anche se allo stato attuale l’infrastruttura non permette una copertura efficace. Nonostante questo aspetto, alcuni costruttori, come Toyota o Hyundai, credono fermamente che il fuel cell possa essere il futuro mentre altri sostengono che l’unica alternativa al termico è appunto l’elettrico.

Secondo un recente studio condotto dal Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), lo sviluppo di auto a idrogeno rischia, allo stato attuale, di essere dannoso per l’ambiente perché il combustibile è costoso e la disponibilità delle materie prime limitata. Di conseguenza i ricercatori invitano ad utilizzare i veicoli elettrici a batteria per sviluppare la nuova strategia per la mobilità verde. A rincarare la dose ci pensa anche il ricercatore Romain Sacchi, che in un’intervista al The Guardian ha precisato che l’utilizzo dell’idrogeno potrebbe, al momento, aumentare le emissioni di gas serra rispetto ai combustibili fossili.

A questo proposito il numero uno di Volkswagen, Herbert Diess, ha ribadito il suo pensiero affermando esplicitamente che le celle a combustione di idrogeno non siano una soluzione valida per il futuro della mobilità. In Wolfsburg ritengono che l’unica soluzione ai cambiamenti climatici sia l’elettrico anche se è in arrivo un’alternativa basata sui carburanti sintetici o biologici; si tratta di una tecnologia già implementata, per certi versi, da Fiat con la Panda a biometano.

Se da un lato i governi di tutto il mondo impongono lo sviluppo e l’utilizzo di piattaforme elettriche, dall’altro i costruttori e le associazioni di rappresentanza chiedono di non lasciare nulla intentato e quindi intraprendere anche strade differenti. A questo proposito, il numero uno di Stellantis, Carlo Tavares ha recentemente mosso gravi accuse nei confronti dell’elettrico indicandolo come una tecnologia “brutalmente” imposta dalla politica europea. Proprio per questo motivo, Stellantis sarà uno dei vari costruttori che cercherà rifugio anche nell’idrogeno a partire con un veicolo commerciale leggero in arrivo sul mercato verso la fine dell’anno. Renault, invece, ha fissato per il 2022 il debutto di un furgone alimentato a fuel cell. BMW, infine, uno dei primissimi costruttori ad aver proposto soluzioni ad idrogeno, ha intenzione di svelare il prossimo anno il primo SUV a idrogeno con il programma i Hydrogen Next.

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro e se, come nel caso dell’ibrido di Toyota, assisteremo tra qualche anno ad un radicale cambio di rotta. La storia del marchio nipponico e della sua implementazione avviata nel 2014 dovrebbe servire da lezione a chiunque rifiuti di intraprendere una nuova strada.