Mazda MX-5 2.0 Sport, la nostra prova su strada

Ci siamo divertiti molto con la prova della Mazda MX-5 2.0 in allestimento Sport, una roadster concepita sin dalle sue origini, 28 anni fa, per offrire il puro piacere della guida senza l'ausilio di sofisticati artifici elettronici.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

La MX-5 è un'automobile di enorme successo ed è accreditata nel Guiness dei primati come la spider più venduta dell'industria automobilistica mondiale, grazie a quattro edizioni e moltissime serie speciali prodotte in 28 anni nella fabbrica di Hiroshima: il  25 aprile dello scorso anno è stato raggiunto il traguardo storico di un milione di esemplari prodotti.

Era il 10 Febbraio 1989 e la prima serie della MX-5, riconoscibile dalla numerazione del telaio iniziante con NA, fu svelata al Salone di Chicago.

La prima serie si presentava con una linea filante, le cui fonti d'ispirazione furono la Lotus Elan e la Triumph Spitfire, spider inglesi degli anni '60 e '70;  chi scrive aveva 19 anni, ne restò folgorato e promise a se stesso che prima o poi ne avrebbe posseduta  una. Otto anni dopo quel momento arrivò e la "MX-5 Silver" rimase con lui per quasi un decennio, anche se non era dotata di ABS e climatizzatore, ma aveva i mitici fari a scomparsa, poi accantonati per le norme di omologazione, ma il cui fascino era innegabile.

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"Guidando l'ultima versione della MX-5 ho rivissuto le stesse sensazioni di un tempo, esaltate dalle tecnologie di oggi e dalla stessa precisa volontà di realizzare una roadster semplice, affidabile, divertente ed emozionante da guidare e che faccia girare la testa a chi le passa accanto" - d3lfin0

La quarta generazione (MX-5 ND)  è dunque sviluppata su una nuova piattaforma, ma saldamente ancorata alla tradizione e alla sua filosofia Jinba Ittai .

Come molti appassionati sapranno, Jinba Ittai è il termine giapponese che descrive l'armonia fra un arciere e il suo cavallo; per Mazda rappresenta invece il legame che si crea fra chi guida e la vettura, che istintivamente si comporta come il pilota desidera.

In un'epoca in cui tutte le case produttrici producono auto poliedriche per allargare il più possibile il proprio terget di riferimento, la "spiderina "con lo sguardo da samurai ha un solo grandissimo obiettivo: far divertire il suo guidatore.

"Miata" nel corso degli anni si è sempre fatta apprezzare dagli appassionati di auto anche per le sue linee, contraddistinte da una forte personalità, spesso futuristiche ma mai banali. La nuova sportiva giapponese oggetto della nostra prova su strada non fa eccezione: è una vettura che non passa inosservata e, sia aperta che chiusa, cattura gli sguardi dei passanti.

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Ha infatti un look decisamente moderno, un profilo filante e armonioso, curve sexy e un anteriore dominato da un cofano motore piuttosto pronunciato ma snellito da una bella coppia di sottili gruppi ottici anteriori a LED.

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Seduti a una spanna da terra, a bordo della MX-5 ci si sente un tutt'uno con la vettura e si ha la sensazione di essere al volante di una sportiva d'altri tempi. I sedili Recaro riscaldabili in pelle e Alcantara, studiati per garantire un adeguato contenimento laterale; risultano comodi e integrano nei poggiatesta 2 dei 9 diffusori dell'eccellente impianto audio Bose (utili soprattutto quando la capotte è abbassata e si fa una chiamata telefonica con il vivavoce).
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La plancia mostra un design pulito e accattivante, un bel mix tra stile sportivo classico e moderno, anche se avremmo preferito uno schermo dell'infotainment a scomparsa, ma sono molte le case che seguono questa "tendenza" del tablet fisso.
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Il volante a tre razze incornicia una ricca strumentazione mentre il tunnel centrale accoglie i controlli del sistema multimediale e il cambio, in questa versione rigorosamente manuale, come da tradizione.

Lo spazio interno è davvero minimal, ma sufficiente perchè ogni centimetro è stato studiato per garantire la massima abitabilità possibile: ad esempio non esiste un cassetto portaoggetti lato passeggero, ma è presente un pozzetto  posizionato tra i due sedili, dietro alle spalle di conducente e passaggero,  molto difficile da raggiungere in movimento, ma è comunque meglio di niente.

Anche lo spazio per stipare oggetti  nel baule non è molto, ma almeno non è presente la ruota di scorta come nella prima NA e un trolley per un bel week end a due ci stà perfettamente.

Tecnologia a bordo

Lo SKYACTIV-G 2.0 litri Mazda è un motore benzina a iniezione diretta perfezionato che offre un elevato risparmio di carburante perchè è un propulsore in grado di ottenere molta più energia da ogni goccia di carburante in quanto dotato di iniezione diretta, elevato rapporto di compressione (14,0:1), doppia fasatura di distribuzione sequenziale e speciali incavi nei pistoni.

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i-ACTIVSENSE aiuta il conducente a riconoscere i potenziali pericoli, evitare collisioni dove possibile e ridurre la gravità degli incidenti quando sono inevitabili, questo rappresenta un altro modo con cui Mazda collega il guidatore alla vettura, nel rispetto della filosofia di Jinba Ittai.
Il sistema SCBS elimina invece lo stress della guida in città: i sensori integrati monitorano costantemente la distanza e la velocità di avvicinamento degli ostacoli di fronte a te e possono attivare i freni per un arresto di emergenza, qualora sia necessario. Il sistema SCBS integra riconoscimento dei pedoni, zona di rilevamento della telecamera estesa, miglioramento della gamma di velocità di funzionamento e della velocità massima a cui viene supportata la funzione per evitare collisioni.
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A velocità superiori ai 60 km/h, il Sistema di mantenimento della carreggiata (LAS - Lane-Keep Assist) utilizza la telecamera di rilevamento anteriore per monitorare le indicazioni della strada, supportando il conducente nella guida dell'automobile, fornendo assistenza alla coppia sterzante e facendo vibrare il volante o suonare un allarme.

Il Sistema di avviso di cambio della carreggiata (LDWS - Lane Departure Warning System) rileva la segnaletica orizzontale sulla superficie stradale e avvisa in caso di spostamenti non intenzionali. Quando il cambio di corsia è accompagnato dal segnale di svolta o dall'accelerazione, il sistema riconosce la manovra come intenzionale e l'allarme non suona.

Guida sportiva

La MX-5 è una di quelle vetture che fa venire voglia di guidare anche se non si ha un viaggio in programma: è sufficiente calarsi nel suo abitacolo e l'istinto di partire prende il sopravvento. Al volante della biposto giapponese si assaporano emozioni pure, sensazioni che lasciano un ricordo indelebile alla fine di ogni momento trascorso alla guida.

Con il motore che accompagna ogni cambiata con un  sound vero di aspirazione scarico che esce solo quando serve riempiendo l'abitacolo, la MX-5 si proietta da una curva all'altra con rapidità e leggerezza, regala accelerazioni notevoli e inserimenti fulminei.

Merito del cambio a 6 marce, corto, secco, rapido e sportivo (probabilmente il migliore "meccanico" in senso assoluto), che consente di scaricare tutti i 160 CV del 2 litri 16 valvole con grande rapidità, e dello sterzo, molto comunicativo,  diretto e preciso: ogni reazione, anche la più impercettibile, viene trasmessa istantaneamente dal volante e si ha quasi la sensazione di toccare l'asfalto con le mani.

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Premuto "Start", chilometro dopo chilometro ci si ritrova a esplorare traiettorie nuove con i brividi che salgono lungo la colonna vertebrale in aumento a ogni curva.

L'assenza di un pulsante sport mostra immediatamente che la MX-5 non ha una doppia anima, ma è come un purosangue disposto a farsi addestrare ed è bella tesa in ogni istante, esattamente come la sua bisnonna; si può viaggiare fluidi, raccordando i tornanti con estrema naturalezza, oppure si può impegnare il telaio anticipando l'apertura del gas, e in questo caso la MX-5 vi ripagherà con decise accelerazioni laterali scalpitando sulle ruote posteriori e scivolando  per chiudere la traiettoria in modo deciso grazie alla perfetta distribuzione dei pesi, al differenziale posteriore autobloccante,  agli ammortizzatori sportivi Bilstein e non grazie ai controlli elettronici.

Il controllo elettronico ovviamente è presente ma non interviene subito, e lascia al posteriore della MX-5 il tempo di muoversi in maniera piuttosto allegra, ma sempre sotto controllo; così, in uscita dai tornanti ci si ritrova a giocare con il gas per riscoprire il piacere di una guida primordiale.

Quello che sorprende di più al volante, oggi come nel 1990 (anno in cui è ufficialmente sbarcata nel vecchio continente) è l'equilibrio generale, frutto di una ripartizione dei pesi ideale50% sull'asse anteriore 50% sull'asse posteriore.

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Le strade di montagna o delle morbide colline tosco/emiliane rappresentano il suo territorio ideale, ma in caso di necessità anche le trasferte autostradali non impensieriscono più di tanto, per via dell'ottima capote in tela che protegge dalle intemperie e isola discretamente l'abitacolo dai fruscii esterni.

Il frangivento consente invece di scorrazzare a cielo aperto anche quando si è in compagnia di persone troppo sensibili all'aria fresca.

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I 100 km/h vengono raggiunti in 7,3 secondi e la velocità massima è di 214 km/h. Lo Skyactiv 2.0 ha tanta coppia in basso, i 160 CV sono erogati a 6.000 giri, mentre il limitatore è intorno ai 6.600.

Quello che questi numeri invece non evidenziano è il grado di coinvolgimento che la MX-5 è capace di trasmettere a chi siede al volante: non serve esagerare per divertirsi, basta prendere il ritmo tra una curva e l'altra per riscoprire cosa vuol dire la vera essenza della guida sportiva. L'accelerazione non è impressionante ma è continua e sempre evidente ma, lo ripetiamo, è in curva che da il meglio di sè regalando un coinvolgimento di guida d'altri tempi.

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E i consumi? 8.5 km/l in città, ma fuori, con il piede destro leggero, si possono sfiorare i 14 km/l. Niente male, considerando cilindrata e cavalleria.
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Videorecensione

Conclusioni

Dopo 28 anni le qualità che hanno reso questa vettura la roadster più venduta della storia si sono arricchite e mantenute al passo con i tempi e le aspettative dei clienti: la MX-5 è leggera (quasi quanto la prima serie), sincera, divertente (più della prima serie) e rappresenta l'essenza della guida, (come la prima serie, in cui la connessione con la meccanica era diretta); è dunque l'auto aperta a due posti ideale per chi ama la guida sportiva ma non ha intenzione (o la possibilità) di volgere l'attenzione a vetture "superbollate".

Lo Skyactiv è un motore generoso e con soli 1.015 kg da spingere fa davvero una gran bella figura, i suoi 160 CV sono più che sufficienti per generare scariche d'adrenalina. Invece di concentrarsi su potenza e velocità, gli sviluppatori hanno lavorato per realizzare l'ideale di un'auto equilibrata e puro "piacere della guida", che sprizza da tutti i pori al punto da rendere perfino difficile descriverlo.

E, lo ripetiamo, non serve un tasto sport, che non c'è, perché c'è sempre e solo un'unica modalità di guida, un unico approccio al divertimento, quello che da sempre contraddistingue la roadster nipponica.

La "Sport" costa 31.050 euro e, onestamente si tratta di una cifra molto interessante, considerando che ha già tutto di serie, dai sedili Recaro in pelle e Alcantara (riscaldabili) al navigatore satellitare con audio Bose, dalle sospensioni sportive Bilstein al differenziale autobloccante, passando per i fari a LED adattivi (ALH - Adaptive LED Headlights) e per i dispositivi di ausilio alla guida come il cruise-control, il blind-spot monitoring ed il lane-assist.

Ma se cosdideriamo anche il rapporto prezzo-divertimento, la cifra da sborsare diventa assolutamente imbattibile.

Ed è disponibile anche nella versione RF, ovvero Retractable Fastback, il cui  tettuccio rigido a scomparsa la trasforma da classica spider con capotte in tela in una spider coupé a  1.500 euro in più.