Mims: nuovi investimenti per infrastrutture stradali più sicure

Investimenti nella sicurezza e nell’adeguamento tecnologico delle infrastrutture stradali sono tra gli obiettivi a cui si lavorerà nei prossimi anni.

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a cura di Valentina Acri

Cospicui investimenti nella sicurezza e nell’adeguamento tecnologico delle infrastrutture stradali sono tra gli obiettivi a cui si lavorerà nei prossimi anni: un messaggio chiaro quello del Governo, espresso dal ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in occasione dell’Automotive business summit del Sole24Ore.

Nonostante l'Italia non abbia ancora una data formale relativa alla transizione, il ministro Giovannini ha sottolineato come la Spagna, la Francia e molti altri Paesi europei abbiano definito una data limite, 2030-2035-2040, dopo la quale non sarà più possibile commercializzare mezzi a combustione interna anche se parziale, mentre l’Italia non ha ancora preso una decisione.

È una discussione che stiamo facendo con il ministro della Transizione Ecologica Cingolani, che deve preparare il nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Entro il 2030 l’Italia deve abbattere in modo molto consistente le emissioni in seguito allo specifico accordo europeo. Questo è sicuramente un tema in qualche modo ineludibile, non per punire qualcuno ma per dare un indirizzo chiaro anche al settore privato. 

Non poca l'attenzione posta dal ministro su strade e autostrade e sulla relativa criticità strutturale in cui si trova parte della rete. Enrico Giovannini ha dunque colto l'occasione per ribadire la necessità di investire risorse in sicurezza e tecnologia. Nei prossimi anni sarà inevitabilmente fondamentale dedicare risorse consistenti per poter assicurare che le infrastrutture esistenti restino in efficienza.

Fin dal 2009, quando ero all'Ocse ho acquisito la consapevolezza che proprio tra il 2020 e il 2030 i Paesi che hanno costruito le loro infrastrutture nel secondo dopoguerra o negli anni successivi avrebbero dovuto fronteggiare un fortissimo investimento nella manutenzione di quelle infrastrutture. Ma non sarà una manutenzione conservativa bensì evolutiva e rivoluzionaria, perché nel frattempo la manutenzione deve tener conto dei nuovi criteri, per esempio sugli asfalti e altri materiali, per la sostenibilità ambientale e poi la digitalizzazione, che è una grande opportunità ma anche un dovere per riuscire a fare la cosiddetta manutenzione predittiva quindi anticipare i problemi, non inseguirli. Nel Pnrr ci sono investimenti molto rilevanti in questa direzione di trasformazione delle nostre autostrade.

Tra le prerogative dei prossimi anni, rientra tuttavia quella di migliorare gli spostamenti dei lavoratori all'interno delle aree urbane. L'obiettivo sarebbe infatti quello giungere ad una collaborazione tra mobility manager e amministratori delle città.

In tempi brevi saranno emanate alcune linee guida che riguarderanno, tra l'altro, anche le scuole. L’abbassamento da 300 a 100 addetti del limite oltre il quale le imprese e le istituzioni pubbliche devono nominare dei mobility manager, ha concluso, metterà a disposizione delle autorità locali molti più contatti, molti più soggetti con cui programmare mobilità sostenibile. Se i Comuni, in collaborazione con le imprese, riusciranno a gestire meglio i progetti che molte di quest'ultime hanno, di avere degli spazi di coworking sparsi nelle città invece di concentrare tutti nella sede centrale, allora questo aiuterà anche a cambiare permanentemente il modo di funzionare delle nostre città e dei nostri centri urbani, ha aggiunto il ministro Giovannini. 

Non dimentichiamo che sono circa 222 i miliardi di euro che il Governo dovrà gestire nel post pandemia. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ruoterà, infatti, attorno a sei importantissimi punti chiave, che includono ad esempio “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura” e “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, con 68,8 miliardi di euro destinati al rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa. Nel Piano spicca tuttavia la presenza di investimenti destinati alle “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”, con fondi che serviranno per lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese. Il Piano prevede infatti un importante investimento nei trasporti ferroviari ad alta velocità e investimenti per la modernizzazione e potenziamento delle linee ferroviarie regionali.