Tesla Cybertruck, arrivano altri 200.000 preordini

Le prenotazioni superano 1,2 milioni dimostrando che il fuoristrada "angolare" è già molto atteso.

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a cura di Alessandro Martini

La prova  che Elon Musk fosse scaramantico quando ha ammesso la possibilità che Cybertruck si riveli un fallimento arriva dai freddi numeri. Stando alla pagina messa online dagli utenti Tesla americani (che tiene traccia delle prenotazioni) solo negli USA lo stravagante pick-up ha giò superato 1,2 milioni di preordini. Considerando che il milione era già stato toccato a maggio, siamo a circa 100.000 nuove registrazioni ogni mese. Un numero davvero notevole, considerando che il futuro rivale F-150 Lightning è poco sopra 120.000 complessivamente dai suoi annunci (e Ford lo ritiene già un successo).

Insomma: per abilità o fortuna, Tesla non sembra in grado di sbagliare strategia ultimamente nemmeno se volesse. Nonostante l'aspetto poco "commerciale" e i continui ritardi, lo spigoloso veicolo ha subito convinto il pubblico a stelle e strisce e probabilmente farà lo stesso sugli altri mercati. La casa di Elon Musk sta infatti conquistando quote di vendita più o meno dappertutto, arrivando in Europa a insidiare persino Volkswagen. E più delle notizie o degli annunci, basta girare per le grandi città e nei dintorni delle colonnine di ricarica per rendersene conto.

Tornando alle prenotazioni, la stessa fonte rivela che oltre la metà dei futuri utenti punta sulla versione a due motori (48%) e solo una minima parte desidera quello che sarà probabilmente il modello più economico (a motore singolo, solo 7%). Inoltre, la stragrande maggioranza non è ancora utente Tesla, un dettaglio molto importante per la casa californiana in quanto ne sottolinea la popolarità (senza che investa  granché a livello di marketing).

Da ricordare che Cybertruck non ha ancora una data di lancio e probabilmente non si vedrà sulle strade prima del 2022 inoltrato. Negli ultimi annunci economici, Tesla ed Elon Musk in persona hanno dato la massima priorità alle nuove fabbriche concentrate sulla Model Y, rinviando questo modello (e il camion articolato Semi) a data da destinarsi. Poco male, perché a questo ritmo Tesla non deve preoccuparsi di quanti venderne, solo di come farà a costruirne abbastanza.