Un weekend (indimenticabile) con McLaren 600LT Spider

Abbiamo provato la sportiva McLaren 600LT per qualche giorno apprezzando le doti dinamiche e le caratteristiche dell'ultimo Long Tail della casa inglese: come si sarà comportata?

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Ho guidato e provato parecchie supercar, ma quando passi un weekend (un po’ di più a dire il vero) guidando una McLaren 600LT Spider, ti rendi conto di aver vissuto un’esperienza differente. Porsche, Ferrari, Lamborghini, ognuno di questi marchi realizza automobili fenomenali, tutte icone di velocità e bellezza, ma McLaren ha creato una vettura differente. È un’auto che facilmente raggiunge velocità, a volte, troppo elevate, è appariscente, dalle linee super sportive, ma c’è anche qualcosa in più, che è difficile da spiegare. Quel qualcosa che colpisce ogni passante, che spinge gli altri automobilisti appassionati a suonare il clacson e fare dei segni di approvazione mentre passi, che convince i più giovani a gridare e darti del “figo” quando passi. Insomma, quando guidi una Ferrari o una Porsche sei una persona che guida una supercar, mentre in questo caso, sei una persona che guida una McLaren. Questo è il pensiero che mi ha trasmesso questa esperienza, e lo dico da persona che ha avuto la possibilità di guidare le altre sopra citate marche. Non ho avuto modo di testare tutti i modelli, ma per ora è questo il mio pensiero.

600LT Spider è una supercar nata per la pista, che in qualche modo McLaren è riuscita ad omologare su strada. Ovviamente, esistono altri modelli meno spartani da cui deriva 600LT, ma dopo aver macinato alcuni chilometri, appare chiaro come le linee essenziali e spoglie non debbano essere nulla di differente su quest’auto. È un’auto fatta per essere ascoltata: il lunotto posteriore abbassabile, anche a capote chiusa, sembra creato principalmente per trasmettere la melodia del motore posteriore, mentre i suoi scarichi guardano al cielo.

Calandosi nell’abitacolo, a pochi centimetri da terra, e azionando contemporaneamente il freno e il pulsante di accensione si avvia il motore. Il rombo del V8 da 3.8 litri ci accoglie in maniera inconfondibile, aiutato dagli scarichi superiori al centro della “lunga coda” (LT sta per long tail, che definisce il particolare del design allungato). La console essenziale prevede unicamente un paio di pulsanti; essendo il cambio elettronico con il pad al volante, si ha la possibilità di selezionare la modalità di guida, per motore e cambio: normale, sport e pista. I primi chilometri li percorriamo con cautela, per prendere un po’ di confidenza con l’erogazione, sterzo e freni. Inizialmente il pedale del freno deve essere premuto con forza, mentre diventa più comodo dopo alcuni chilometri con il raggiungimento della temperatura adeguata dei dischi (carboceramici) e delle pastiglie. Anche in modalità standard, e andando piano, la 600LT è piacevole; il rombo è forte e non c’è modo di non svegliare il vicinato se deciderete di uscire presto al mattino.

Usata in città si soffre un po’ l’assetto. Basso, rigido, ogni dosso deve essere percorso a passo d’uomo e ogni buca o avvallamento valutato bene a distanza per evitare di grattare il fondo. È possibile alzare il frontale di alcuni centimetri e renderla più vivibile, ma, per compiere questo, ci vogliono alcuni secondi e sopra gli ottanta chilometri orari l’assetto tornerà all’altezza originale. 80 chilometri orari sono pochi, basta una “sgasata” per andare oltre e, fidatevi, non ve ne renderete conto.

Presa un po’ di dimestichezza con meccanica ed erogazione, guidare la McLaren 600LT diventa un piacere, anche se la sensazione sarà quella di sentirsi in pista. Non serve raggiungere una velocità elevata per divertirsi, basta inserire la mappatura “sport”, godersi l’accelerazione, il cambio vi da quella botta nella schiena e soprattutto le scalate di marcia faranno scoppiettare gli scarichi. Lo farete continuamente, fidatevi.

McLaren 600LT è anche un’auto tecnica, veramente ideata per scendere in pista. Abbiamo fatto un paio di giri in circuito, e abbiamo apprezzato non solo l’accelerazione (2.9 da 0 a 100 e 8.2 da 0 a 200 Km/h) che dai 3000 giri in su vi schiaccia contro il sedile; anche la potenza di arresto che permette di fare staccare veramente all’ultimo momento. Non è un’auto difficile da guidare, ma nemmeno semplice una volta raggiunta una velocità notevole (velocità massima 328 km/h). Rispetto ad altri modelli, ho guidato con più cautela, poiché la sensazione provata è sempre stata quella di un’auto in grado di restituire tante soddisfazioni, di cui non fidarsi troppo. In altre parole, non è un’auto da sottovalutare: è meglio conoscerla a fondo prima di “tirarle il collo”. Dopo alcuni minuti di accelerate e staccate profonde, il computer di bordo ci ha comunicato il consumo di circa poco più di un chilometro al litro, impressionante.

Per smaltire l’adrenalina accumulata, abbiamo affrontato un viaggio di ritorno verso casa in tranquillità: capote abbassata, un filo di acceleratore, radio accesa e velocità di crociera. In questa situazione abbiamo raggiunto addirittura gli 8 km al litro, qualcosa che non pensavamo di riuscire a fare. Ovviamente scordatevi di fare 500 chilometri con un pieno, non riuscirete a non schiacciare l’acceleratore per tutto il tempo, e a dire il vero sembra proprio che l’auto soffra a 90 all’ora in settima marcia con il motore attorno ai 2000 giri.

L’esperienza a bordo, intesa come infotainment e comodità è chiaramente scarsa. Il display centrale è super-essenziale, come tutto il resto. Certo potrete collegarci lo smartphone e c’è un navigatore, ma non pensate di viaggiare in comodità come qualsiasi altra auto “normale”; in realtà non abbiamo sentito questa esigenza. Anche andando piano si ascolta il motore e lo scarico, ogni tanto vi ritroverete ad azionare il pad a volante (morbido ma con un click preciso) anche solo per scalare qualche marcia e gustarvi la melodia del motore. Anche con la capote alzata, potrete abbassare il lunotto in vetro posteriore, per fare entrare il rombo degli scarichi. Non crediamo esista ulteriore motivo per cui McLaren abbia dato questa possibilità a capotte alzata, se non ascoltare il rombo. Il bagagliaio è ovviamente anteriore e sufficiente per un paio di zaini e borse per un weekend fuori porta.

Lasciatemi raccontare ancora una volta cosa significa passeggiare in città con la 600LT, e ribadire il concetto che siete sotto gli occhi di tutti. Non voglio essere noioso, ma quello che vi accade attorno spiega veramente come è percepita McLaren. Sarà che non se ne vedono molte, ma tutti si gireranno a guardarvi, farvi foto e vi comunicheranno una sorta di “senso di rispetto” per avere quest’auto. Le porte ad ali di gabbiano attirano l’attenzione anche da fermi; quella che abbiamo provato non era neppure appariscente in quanto a colore della carrozzeria.

Insomma, McLaren 600LT è un’auto da pista, cattiva, fatta per il piacere di guida e per andare veloci. Ci si può recare anche al lago durante il weekend, ma vi chiede continuamente di farla correre. Non è difficile da guidare, ma è difficile da portare al limite. Di certo è una grande esperienza. Prezzo? A partire da 256mila euro.