Volvo riciclerà i componenti per ridurre ulteriormente le emissioni

La casa svedese ha in mente di attuare un piano ambizioso per ridurre i costi e la produzione di CO2, con anche lo scopo di dare una seconda vita alle attuali batterie dei veicoli elettrici.

Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Con l’obiettivo di seguire i principi di economia circolare e raggiungere un equilibrio che permetta alla società di potersi “rigenerare” e ottenere un livello di ecosostenibilità, Volvo ha dichiarato di voler riciclare buona parte dei materiali utilizzati nei processi di progettazione e fabbricazione delle proprie vetture. Per il produttore svedese si tratta di una strategia già avviata da diverso tempo ma mai applicata su larga scala; a partire dai prossimi mesi, infatti, verranno riciclati tutti i materiali chiave come acciaio, alluminio, e tutti gli elementi possibili.

Lo scorso Volvo ha rigenerato circa 40.000 parti, risparmiando 3.000 tonnellate di CO2, e raggiungendo importanti traguardi soprattutto sull’acciaio. Nel corso dei prossimi anni grazie a un lavoro combinato con Battery Loop, specializzata nel riciclo di batterie, Volvo potrebbe studiare una strategia per dar una seconda possibilità a tutti i sistemi ibridi ed elettrici attualmente in commercio. I componenti meccanici inclusi nel programma di ricondizionamento dell'azienda includono pinze dei freni, assali posteriori elettrici, compressori, generatori, sospensioni e parti del telaio e motori di trazione EV, nonché blocchi motore e testate.

Anders Kärrberg, responsabile della strategia e della sostenibilità di Volvo Cars, ha dichiarato che ci sarebbero importanti vantaggi nel riciclare più componenti possibili. Ad esempio, riciclando un componente difettoso o usurato si potrebbe risparmiare sino al 85% di CO2 rispetto alla produzione di un nuovo elemento. Il guadagno non sarebbe quindi solo in materia di emissioni, ma anche economico.

Kärrberg ha evidenziato come, ad esempio, le pinze potrebbero essere rigenerate tre o quattro volte, estendendo la loro vita a 20 anni prima di essere sostituite durante l'evoluzione del design. Un’ulteriore riduzione della CO2 è comunque necessaria per poter soddisfare i limiti siglati con il recente accordo di Parigi, pertanto è necessario intraprendere nuove e solide strade.

Dare una seconda vita alle batterie ad alta tensione, una volta che la loro capacità si è ridotta con l'età, e utilizzarle per alimentare in modo soddisfacente un veicolo elettrico è considerato come un valido metodo per ridurre l'impatto ambientale della produzione delle batterie stesse. A questo proposito il direttore della ricerca e sviluppo di Volvo, Ulrik Persson, ritiene che questa strategia potrebbe prolungare la durata di una batteria per veicoli elettrici fino a due decenni o anche di più.

Secondo Ulrik, le batterie implementate a bordo delle attuali autovetture sono spesso soggette ad un utilizzo aggressivo che ne riduce l’autonomia sul lungo periodo; con un corretto sistema di riciclo e un utilizzo più mirato, si potrebbero raggiungere risultati sorprendenti. Ad esempio, Volvo suggerisce che una batteria utilizzata frequentemente in fast charge o in autostrada potrebbe trovare una seconda vita in soluzioni meno aggressive che non si troverebbero a dover soddisfare particolari requisiti.

Volvo, come ormai da tradizione, si conferma come uno dei marchi più virtuosi in termini di emissioni e rispetto dell’ambiente, solo il futuro ci permetterà di capire le effettive strategie del marchio.