Castlevania S2 si conferma un (quasi) ottimo adattamento

Castlevania torna su Netflix con una seconda stagione che strizza l'occhio ai fan storici del brand, ma propone idee nuove per i nuovi arrivati, purtroppo non tutte riuscite.

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a cura di Andrea Balena

Quando un anno fa Netflix annunciò a sorpresa di star lavorando a una serie animata per adulti dedicata alla nota saga videoludica Castlevania, i fan erano veramente poco convinti della buona riuscita del progetto. La storia dell’eterna lotta fra il casato di cacciatori di demoni Belmont e il mitico vampiro millenario Vlad Tepes - che tutti noi conosciamo come Dracula - era ormai un ricordo ingiallito nelle menti dei videogiocatori, per colpa di scelte di franchising poco oculate della sua casa produttrice Konami.

I Signori delle tenebre

Con a bordo il produttore indipendente Adi Shankar (noto per il suo Bootleg Universe, che rilegge in chiave moderna e urbana alcuni famosi franchise ) e lo scrittore di fumetti Warren Ellis (Transmetropolitan, Moon Knight e Planetary) le prime quattro puntate dello show hanno colpito positivamente un po’ tutti e dissipato quel velo di scetticismo iniziale. Nonostante fosse un prologo alle vicende appena abbozzate in Dracula’s Curse del 1989, la reinterpretazione più cruenta e dark delle vicende di Trevor Belmont scritta da Ellis ha colpito per degli ottimi dialoghi, un buon world building e scene d’azione animate in modo fantastico.

La seconda stagione, uscita il 26 ottobre e col doppio degli episodi, ha soddisfatto le aspettative di fan vecchi e nuovi? La risposta è sì, ma al contempo no. Nei nuovi otto episodi ritroviamo il trio formato da Trevor, Sypha e Alucard viaggiare per le lande della Valacchia infestate dall’esercito di creature della notte, diretti entrambi verso l’unico posto dove trovare un’arma per fermare l’avanzata del signore oscuro: la cripta dei Belmont, ricolma di reliquie sacre e armi magiche. Ma il vero focus della stagione è sugli intrighi nella corte del castello di Dracula con protagonisti Hector e Isaac – i due protagonisti di Curse of Darkness, seguito videoludico diretto - gli unici due generali umani del Conte, che diverranno loro malgrado il centro delle macchinazioni dell’insidiosa vampira Carmilla.

Lamento dell’innocenza

Da questa divisione netta nasce il problema principale di questa stagione: gli eroi si vedono quasi esclusivamente all’inizio e fine della vicenda, mentre il grosso del tempo lo passiamo a seguire le più lente e prolisse vicende degli antagonisti. Dracula compare di più rispetto alla scorsa stagione, ma rimane un personaggio sullo sfondo e con una caratterizzazione inedita che potrebbe far storcere il naso a qualcuno.

A differenza del potente e vendicativo principe delle tenebre che abbiamo intravisto nella prima stagione, quello che incontriamo è un vampiro immortale abbattuto e in lutto per la moglie, che non si cura minimamente dell’organizzazione dello sterminio dell’umanità. La sua imponente figura continua a incutere timore e nella battaglia finale lo vediamo in tutta la magnifica e ammaliante potenza, ma si capisce che questo cambiamento radicale nel suo carattere serviva a introdurre i nuovi personaggi.

Hector e Isaac sono i personaggi più approfonditi dalla narrazione, con flashback sul loro passato e il loro rapporto con il padrone, probabilmente in vista della terza stagione (già annunciata) dove potrebbero ricoprire dei ruoli di primo piano. Interessante è anche la figura di Carmilla, altro personaggio storico della serie, qui in una veste inedita di cospiratrice nella corte, stanca di sottostare a un patriarcato fallimentare. L’impronta femminista nel personaggio è abbastanza marcata, ma viene giustificata a sufficienza da non risultare una macchietta politicamente corretta.

La parte centrale del racconto è concentrata sulle loro vicende, purtroppo limitando l’azione a favore di una certa verbosità. L’estro creativo senza limiti di Ellis si riconferma, riuscendo a dare energia anche ai momenti più lenti, ma diventa abbastanza chiaro che questa parte sia stata sacrificata dalla produzione per favorire i combattimenti. In mancanza di momenti concitati, la qualità dei disegni e dell’animazione cala visibilmente, mostrando qualche strano disegno di troppo.

Sinfonia della notte

I fan saranno estremamente contenti e allo stesso tempo contrariati da alcune scelte di Shankar nel manipolare l’universo di Castlevania. Ogni puntata nasconde tanti riferimenti visivi e citazioni ad altri episodi della serie come il ritratto di Leon Belmont e la frusta Morning Star (e persino il pollo nelle pareti, a quanto sembra) ma alcune libertà narrative potranno infastidire il fan più integralista, a partire dall’estromissione di Grant Dinasty, il quarto membro degli eroi. In questa versione non vi è alcun accenno al ladro e probabilmente mai ci sarà per una questione di coerenza stilistica, quindi mettetevi l’anima in pace. Tanto non avrebbe aggiunto molto al canone di questa versione.

I tre eroi purtroppo non vengono ulteriormente approfonditi come ben si sperava: Trevor continua ad essere un eroe rancoroso e rozzo, ben lontano dalla nobiltà che ci si aspetta da un Belmont e Alucard gli funziona un po’ da opposto comportamentale mentre Sypha perde un po’ del sarcasmo che l’ha contraddistinta nella scorsa stagione per fare da balia ai due eroi. Gran parte del loro screen time viene passato dentro la cripta, ma vediamo realmente poco delle loro dinamiche di gruppo, preferendo scivolare direttamente verso la battaglia finale.

Armonia della Dissonanza

La parte finale della storia (gli ultimi 3 episodi) risulta infatti il momento più memorabile della stagione: l’animazione si fa iper cinetica, le coreografie dei combattimenti animati sono realizzate benissimo -richiamando un po’ uno stile esagerato da anime shonen – e corredate da violenza nuda e cruda. Lo scontro finale fra il trio di eroi e Dracula è spettacolare e fra i migliori degli ultimi tempi, almeno nel contesto dell’animazione.

Sebbene l’equilibrio della stagione non sia stato dei migliori e con qualche disegno talvolta mal fatto, questa seconda stagione di Castlevania conferma la bontà dell’operazione compiuta da Shankar e soci. L’interesse verso la serie animata ha persino riacceso una speranza per il ritorno della controparte videoludica! Se volete vedere vampiri e creature da incubo tutto il tempo dell’anno e non solo ad Halloween, il Castlevania di Netflix è sicuramente una serie da recuperare.

Il reboot Lords of Shadow non è stato apprezzato da tutti, ma la componente artistica era sicuramente fantastica e potete recuperare qui l'artbook!