Full Metal Alchemist Ultimate Deluxe Edition 1, recensione: il ritorno dell'Alchimista d'Acciaio

Full Metal Alchemist Ultimate Deluxe Edition è la nuova edizione targata Planet Manga dello shonen cult di Hiromu Arakawa.

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a cura di Domenico Bottalico

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Con Full Metal Alchemist Ultimate Deluxe Edition 1, Planet Manga riporta sugli scaffali delle fumetterie e delle librerie italiane uno degli shonen simbolo e di maggior successo degli anni 2000 in una nuova e lussuosa edizione. Riviviamo ancora una volta l'epopea di Edward Elric e di suo fratello Alphonse in viaggio in un continente devastato da guerre e tensioni sociali. Riusciranno i due a trovare l'agognata redenzione dal loro tragico passato?

Full Metal Alchemist Ultimate Deluxe Edition 1, il ritorno dell'Alchimista d'Acciaio

Edward Elric e suo fratello Alphonse sono due alchimisti di Stato. Il loro aspetto tuttavia è singolare e bizzarro. Il primo, molto giovane, è basso di statura e di carattere irascibile per questo, e per la sua abilità principale nella trasmutazione dei metalli, è stato soprannominato l'Alchimista d'Acciaio. Il secondo invece è coperto da una ingombrante armatura e sembra più ben disposto. In uno dei loro viaggi di studio, giungono nella città di Reole dove il misterioso Cornello ha conquistato la fiducia dei cittadini affermando di essere il vicario del dio del sole e compiendo miracolose trasmutazioni.

Edward intuisce ben presto che c'è qualcosa che non quadra e conducendo una più o meno circospetta indagine scopre che Cornello è un truffatore. Le sue abilità infatti sono conferite da una piccola Pietra Filosofale. I due fratelli sono proprio alla ricerca del mistico artefatto: molti anni prima, ancora bambini, i due avevano tentato una trasmutazione umana con risultati disastrosi. Edward aveva perso la gamba sinistra ed Alphonse l'intero corpo, la sua anima era stata poi legata ad una armatura solo grazie al sacrificio del braccio destro di Edward stesso. Edward ha poi rimpiazzato gli arti perduti con delle protesi meccaniche chiamate automail.

Smascherato Cornello e constatato che la Pietra Filosofale era un falso, i due fratelli si rimettono quindi in marcia. Ma chi ha fornito all'uomo la falsa pietra? La seconda tappa di Edward e Al è la zona mineraria di Yous Well dove il tenente Yoki conduce un regime dedito allo sfruttamento e alla corruzione. Ovviamente i due fratelli non posso rimanere inermi risolvendo la questione a modo loro. Nuovamente in viaggio, Edward e Al vengono coinvolti nel dirottamento di un treno che riescono abilmente ad evitare il peggio, catturando i sequestratori. Giunti ad East City, i due vengono accolti dal colonnello Roy Mustang, soprannominato l'alchimista di fuoco.

Conoscendo il passato di Edward e Alphonse, Mustang indirizza i due fratelli da Shou Tucker, soprannominato l'alchimista intreccia-vite. Si dice infatti che l'uomo fosse riuscito a creare una chimera parlante e senziente. Sarà lui ad aiutare Edward ed Alphonse a riottenere i propri corpi? L'uomo mite nell'aspetto e nei modi in realtà custodisce un macabro segreto. In città intanto un serial killer noto come Scar ha preso di mira gli alchimisti.

"Una lezione priva di dolore non ha valore. Perché, senza sacrificio, l'uomo non può ottenere nulla."

Full Metal Alchemist Ultimate Deluxe Edition 1 segna il ritorno sugli scaffali di uno degli shonen simbolo degli anni 2000, decennio contrassegnato da una fase di relativa sperimentazione nel genere soprattutto in termini di rottura con il passato e con il così detto battle shonen imperante fra la seconda metà degli anni '80 e la prima metà degli anni '90. E la sensei Hiromu Arakawa è stata senz'altro una delle artefici di questa ricerca come di mostra l'incipit della serie che, inserendosi nel solco della tradizione del genere, ne inizia a rimaneggiare gli assunti principali.

Idealmente questo primo volume può essere diviso in due parti. Nella prima l'autrice introduce i due carismatici protagonisti, i fratelli Edward e Alphonse Elric, ed il loro tragico passato. Già dalla prime battute è palese come i due personaggi siano radicalmente diversi dal prototipo dei protagonisti dello shonen classico. Edward e Alphonse sono consci di aver commesso una leggerezza, di aver peccato di tracotanza, e in questa loro consapevolezza si avvicinano più a certi personaggi della tragedia classica o shakespeariana, essendo di fatto in cerca di redenzione e soprattutto di un modo per porre rimedio alla loro condizione.

L'alchimia diventa sin da subito sia una metafora diretta e pregnante di questa loro condizione (secondo il principio dello scambio equivalente che la regola) ma anche tessuto connettivo in seno alla sempre efficace struttura narrativa basata sul viaggio dell'eroe. In questo senso allora l'alchimia, come contrapposizione di stati della materia, diventa invece metafora delle contraddizioni sociali ed economiche di cui Edward ed Alphonse sono testimoni e cercano, a loro modo, di appianare.

Né Edward né Alphonse fisicamente e caratterialmente poi corrispondono al prototipo di protagonisti shonen. Entrambi portano fisicamente i segni delle loro azioni passate: Alphonse è rimasto imprigionato in una armatura mentre Edward, pur essendo di bell'aspetto così come si conviene ai protagonisti del genere, è tradito dalla presenza delle protesi metalliche e dalle vistose cicatrici sul corpo. Entrambi i fratelli sono ovviamente di animo buono tuttavia il carattere bonario ma irascibile, spesso brutalmente diretto di Edward fa emergere un lato razionale al limite del cinismo, un aspetto che lo rende sicuramente più maturo ma anche più vicino a certi protagonisti degli shonen anni '70. 

La seconda parte del volume è invece decisamente più votata al world building. Iniziamo infatti ad avere un quadro più ampio del mondo in cui si muovono i due fratelli Elric, delle tensioni sociali e devi giochi di potere dettati dalla instabilità politica e dalla guerra come spettro che inizia ad aleggiare già nelle pagine di questo primo volume. Proprio nei capitoli conclusivi poi iniziano ad essere introdotti sia i comprimari ma soprattutto gli antagonisti di cui però non si percepisce in maniera chiara gli scopi ma solo il fatto che sembrano seguire molto da vicino gli spostamenti di Edward.

Full Metal Alchemist Ultimate Deluxe Edition 1 ci restituisce l'inizio di un manga senz'altro ben diverso per struttura ed esecuzione dal resto delle opere a lei contemporanee. Il sottotesto tragico dei due protagonisti crea una tensione viva e palpabile con un mondo complesso, carico di tensioni e che vuole evidentemente affrontare con personaggi e situazioni dal taglio netto e realistico tematiche contemporanee e socialmente rilevanti. Questo primo volume però mostra anche tutti i margini di miglioramento della serie e nello specifico l'alternanza spesso tutt'altro che bilanciata fra il registro realistico e quello comico del racconto.

Hiromu Arakawa eleganza minimale ma non ancora puntuale

Dal punto di vista grafico la prova offerta dalla sensei Hiromu Arakawa in Full Metal Alchemist Ultimate Deluxe Edition 1 è tutt'altro che perfetta pur mostrando, anche da questo punto di vista, l'intenzione di contravvenire ai canoni del genere shonen classico. Due sono gli aspetti che risaltano subito all'occhio: la regolarità della costruzione della tavola e l'approccio minimale in termini di sfondi e design.

La costruzione della tavola, che alterna molto bene dimensione orizzontale e verticale concedendosi anche riquadri medio/grandi, elimina qualsiasi vertiginosa spinta verso una cineticità fine a sé stessa. Le sequenze d'azione sono invece incastrate nel gioco di alternanza delle coordinate spaziali in cui influisce un tratteggio leggermente più marcato e l'uso delle linee cinetiche. Il tratto rimane però sempre dolce e la linea quanto più possibile continua permettendo alla sensei di alternare con maggior facilità, ma non sempre con la giusta efficacia, anche graficamente, il registro realistico e quello comico. Non eccessivo o invadente l'uso dei retini e delle mezze tinte che però quando utilizzate (vedasi gli ultimi due capitoli del volume) offrono sicuramente una maggiore profondità al disegno sopperendo a qualche incertezza sul frangente anatomico e nei volumi dei corpi e degli arti evidenti soprattutto nei primi capitoli.

La sensei si concentra molto quindi sull'impatto complessivo della tavola scendendo più nel dettaglio quasi solo ed esclusivamente nei piani ravvicinati. Questa scelta è accompagnata da un design elegante ma minimale dei personaggi (le divise militari sono pressoché indistinguibili) in cui al classico studio del personaggio votato alla ricerca di un design accattivante si sostituisce una attenzione per l'ambientazione di chiara derivazione steampunk che, tratteggiata con piccole ma decisi particolari, conferisce grande fascino alle vicende e un tocco decisamente più internazionale alle vicende.

La nuova edizione Planet Manga

Dietro la dicitura Full Metal Alchemist Ultimate Deluxe Edition si cela in realtà l'edizione kanzenban dell'opera della sensei Hiromu Arakawa. Abbiamo quindi un volume più grande rispetto allo standard ovvero 15x21 cm, con un consistente foliazione 272 pagine fra cui diverse pagine a colori, che raccoglie 6 capitoli originali quindi 1 tankobon e mezzo dell'edizione standard. Pur non presentando nessun tipo di extra né contenuti editoriali inediti, questa nuova edizione rispecchia fedelmente i canoni del kanzenban con un particolare attenzione all'estetica che si concretizza in una lussuosa sovraccoperta con scritte simil-metalliche e disegni in rilievo. Molto bella anche la copertina del volume che sia sul fronte che sul retro presenta dei bozzetti preparatori dei due protagonista Alphonse ed Edward.

Aprendo il volume la lettura è agevole grazie all'ottima rilegatura che però, a circa metà volume, inizia ad influire sulla costina che mostra qualche segno di cedimento. La carta è usomano bianca dall'ottima grammatura con un'ottima resa che evita qualsiasi trasparenza inconsulta. Discreti sia la traduzione che l'adattamento, forse un passaggio in più in fase di revisione dei testi italiani avrebbe potuto sistemare qualche forma verbale eccessivamente "colloquiale" aggiungendo qualche più corretto congiuntivo al posto di qualche indicativo presente nello specifico.