Recensione Hamilton. Quando un musical sulla storia entra nella storia

Arriva su Disney+ Hamilton, il musical teatrale in chiave hip-hop, di Lin-Manuel Miranda sulla vita di Alexander Hamilton.

Avatar di Mabelle Sasso

a cura di Mabelle Sasso

Approda su Disney+ Hamilton: an American Musical, la trasposizione in chiave hip-hop della vita di Alexander Hamilton, uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti. La produzione, scritta e interpretata da Lin-Manuel Miranda, rappresenta una vera e propria gemma del teatro musicale moderno è ha vinto 11 Tony Awards e il premio Pulitzer per la drammaturgia.

Il musical è in lingua originale con sottotitoli in inglese
; prossimamente verranno aggiunti anche i sottotitoli in italiano che, a causa di una distribuzione anticipata 15 mesi prima del debutto previsto nei cinema, non sono ancora stati completamente tradotti. Nella nostra recensione parleremo approfonditamente dello show e della sua genesi: potreste quindi imbattervi in qualche spoiler.
Per iscrivervi al servizio di Streaming Disney+ con abbonamento mensile o annuale scontato potete utilizzare questo link.

My name is Alexander Hamilton

La vita di Alexander Hamilton è stata costellata di avvenimenti e successi. Nato a Nevis, colonia britannica dei Caraibi, si trasferisce in giovane età a New York, dove si unisce ai movimenti indipendentisti per poi combattere nella Guerra d’Indipendenza raggiungendo il grado di maggiore generale al fianco di George Washington, che sarà per lui una figura paterna. Dopo la guerra contribuisce a fondare gli Stati Uniti, partecipando alla stesura della Costituzione e alla sua ratifica da parte degli Stati americani attraverso la stesura di 81 saggi denominati i “Federalisti” (The Federalist Papers), scritti assieme a James Madison e John Jay.

Hamilton è stata una figura poliedrica: come avvocato ha seguito il primo processo di omicidio negli USA, come politico è stato il primo Segretario del Tesoro degli Stati Uniti e ha istituito la Guardia Costiera Americana, come imprenditore e giornalista ha fondato il New York Post (quotidiano ancora in attività), come economista ha istituto la prima banca centrale americana, ha accorpato il debito delle 13 colonie in un unico debito federale e ha fondato la Bank of New York, prima banca commerciale statunitense, prima società a quotarsi sulla Borsa di New York e che è, ad oggi, la prima banca depositaria al mondo come dimensione.

Una vita densa e vissuta fino in fondo, che è terminata presto, a soli 49 anni in un tragico duello.

Lo show

Hamilton: an American Musical, d’ora in avanti Hamilton, è la versione filmata dello spettacolo teatrale. Le riprese sono avvenute presso il Richard Rodgers Theater di News York nel 2016 poco prima che alcuni dei membri del cast originale, Miranda incluso, lasciassero per sempre questa produzione per dedicarsi ad altri impegni. Nel cast originale, ritenuto leggendario dagli appassionati di musical, spiccano i nomi di Miranda, figura ormai onnipresente nello showbiz internazionale, Daveed Diggs (Snowpiercer, Wonder) e Jonathan Groff (Glee, Frozen, Mindhunter).

Lo spettacolo, della durata complessiva di 2 ore e 50 minuti, è interamente cantato e lascia pochissimo spazio alla recitazione in prosa.

Il primo atto del musical, roboante e trionfale, si conclude con l’indipendenza degli Stati Uniti, mentre il secondo atto ha toni più cupi ed è dominato dai giochi politici e dall’inevitabile tragico epilogo.

Alexander Hamilton, giovane colono dall’infanzia travagliata lascia la sua terra natia nei Caraibi alla volta di New York in cerca di fama e fortuna. Nella sua nuova vita nella città Hamilton si unisce alla causa rivoluzionaria, iniziando ad osteggiare la monarchia britannica. Durante la guerra verrà notato dal generale Washington che lo nomina suo braccio destro prima e, a guerra finita, primo segretario del Tesoro degli Stati Uniti. Con la nascita degli Stati Uniti Hamilton si trova a combattere su un nuovo campo di battaglia: quello della politica. Il protagonista dovrà tenere testa nuovi temibili avversari, guardarsi da scandali personali (il primo scandalo sessuale della storia degli USA) e drammi familiari.

Il brano con cui si apre lo spettacolo, l’omonimo “Alexander Hamilton”, riassume e anticipa la vita del protagonista ed introduce anche il personaggio di Aaron Burr, figura complementare a quella di Hamilton, con cui forma una dualità protagonista-antagonista che si snoda per l’intero spettacolo.

Citando le parole di Miranda "Hamilton è la storia dell'America di ieri, raccontata dall'America di oggi", per questo motivo un'elemento distintivo che balza subito in primo piano è la multietnicità del suo cast, che vede nei ruoli dei protagonisti performer di afroamericani, latini e asiatici.

Il Cast

  • Lin- Manuel Miranda nel ruolo di Alexander Hamilton,
  • Leslie Odom, Jr. è Aaron Burr,
  • Daveed Diggs nel ruolo di Marquis de Lafayette/Thomas Jefferson
  • Renée Elise Goldsberry in quello di Angelica Schuyler,
  • Phillipa Soo interpreta Eliza Hamilton,
  • Jasmine Cephas Jones è Peggy Schuyler/Maria Reynolds,
  • Christopher Jackson interpreta George Washington,
  • Jonathan Groff è King George,
  • Anthony Ramos è John Laurens/Philip Hamilton,
  • Okieriete Onaodowan è Hercules Mulligan/James Madison,

La regia

La regia della versione filmata dello spettacolo teatrale è a cura di Thomas Kail, che nel 2016 ha avuto modo di confrontarsi con Grease Live!, l'adattamento musical per la tv di Grease. L'esperienza maturata con questa produzione per la tv è stata fondamentale per tradurre al meglio l'esperienza teatrale di questo show.Hamilton è stato ripreso con tecniche cinematografiche nel giugno del 2016. Le riprese sono durate tre giorni, durante i quali la troupe ha ripreso il musical diverse volte, utilizzando di volta in volta inquadrature e angolazioni diverse: in questo modo il regista ha avuto accesso ad ogni singola scena ripresa in ogni modo possibile. Questo lavoro certosino si è tradotto in fase di montaggio nella versione cinematografica dello show, in cui l'azione è ripresa in modo dinamico e senza soluzione di continuità.

L’eredità di Alexander Hamilton

La struttura del musical si appoggia a diversi motivi ricorrenti, ma i temi principali che trovano spazio per tutta la durata dell’opera sono la grandezza di una nazione costruita dal duro lavoro dei suoi cittadini e l’eredità, intesa come retaggio e lascito per le generazioni future. Questi motivi ricorrenti descrivono il personaggio di Hamilton, figlio bastardo di un nobile scozzese decaduto e di una prostituta, che grazie al il duro lavoro, all’ambizione e alla perseveranza riesce ad avere enormi successi.

Ad ossessionare questo personaggio c’è il concetto di eredità (legacy), ovvero il frutto delle proprie azioni che saranno ricordate dai posteri. Nello show la ricerca di questo lascito sarà un momento di risoluzione fondamentale, che donerà allo spettatore una consapevolezza sull’importanza delle azioni compiute in vita da Hamilton.

Incarnare lo spirito dell’hip-hop

Prima dell’esordio di Hamilton nei teatri off-Broadway, l’hip-hop non aveva mai goduto di grande fortuna: i musical interamente dedicati a questo genere, anche detti Rap Opera, sono stati esperimenti rari. In quasi trent’anni, ricordiamo Graffiti Blues nel 1992, Bring in da noise Bring in da funk nel 1996, Carmen: a hip-hop opera nel 2001 (film per la tv) e Holler If Ya Hear Me nel 2014.

La scelta di genere musicale è significativa per Miranda: nella sua concezione, il personaggio di Alexander Hamilton incarna lo spirito dell’hip-hop, fatto di personaggi forti e grandi rivalità. La rivalità tra Hamilton e Burr o quella tra Hamilton e Jefferson rievocano le faide tra le crew della East Coast e West Coast che infiammarono la scena rap negli anni ‘80-’90. Un esempio di come Hamilton trasponga tali eventi lo si ha durante le “Cabinet Battle” dove le sessioni di gabinetto del governo sono rappresentate come una vera e propria battaglia rap a colpi di freestyle.

In generale Hamilton è una dichiarazione di amore di Miranda verso l’hip-hop, che ne omaggia i grandi artisti citando brani celebri come “Shook Ones part 2” di Mobb Deep, “The Message” di Grandmaster Flash & The Furious Five, “Ten Crack Commandments” di Notorious B.I.G. e molti altri ancora. Per gli appassionati del genere sarà una vera gioia scoprire le molteplici citazioni ad artisti e correnti espressive, mentre per tutti coloro che non sono appassionati di hip-hop questo musical potrebbe essere una buona occasione per avventurarsi in territori sconosciuti.

Chi è Lin-Manuel Miranda

Lin-Manuel Miranda è un autore, attore e drammaturgo statunitense la cui consacrazione al di fuori dell’elite teatrale newyorkese è avvenuta proprio grazie ad Hamilton. Newyorkese classe 1980, figlio di immigrati portoricani, Miranda inizia a lavorare nel mondo del teatro a partire dal 2002. I primi importanti riconoscimenti arrivano nel 2008 con il musical teatrale In the Heights, di cui vedremo l’adattamento cinematografico prodotto da Warner Bros nel 2021. Conclusa la produzione di questo spettacolo Miranda inizia a lavorare ad Hamilton ed è grazie a quest’opera che la cultura pop impazzisce letteralmente per lui. Hamilton è stato infatti il passepartout di questo autore, in grado di spalancargli le porte di cinema e produzioni televisive, come ad esempio la serie tv di Queste Oscure Materie e le proficue collaborazioni con Disney tra cui spiccano il ruolo da co-protagonista in Mary Poppins Returns e il coinvolgimento nella composizione della colonna sonora di Oceania.

Hamilton e Broadway: una storia d’amore

Inizialmente Hamilton non era stato ideato come un musical teatrale, bensì un concept album (ovvero un disco in cui viene narrata una storia) su una figura storica che incarnasse il vero spirito dell’hip-hop. Questa peculiare associazione di idee di formò nella testa del drammaturgo mentre leggeva la biografia  del fu segretario del tesoro scritta dallo storico Ron Chernow (già biografo di Washington). Nelle pagine del libro Miranda ritrovò alcuni temi e analogie tipiche dell’hip-hop e decise così di sviluppare la sua idea, che però poi mutò nello spettacolo che conosciamo.

Hamilton debuttò off-broadway nel 2015 e l’alchimia tra hip-hop e tematiche progressiste divenne a tal punto popolare da guadagnare il cuore del distretto teatrale della Grande Mela, trovando casa presso il Richard Rogers Theater, già teatro che ospitò il suo In the Heights. La consacrazione definitiva arrivò nel 2016 durante i Tony Awards (gli Oscar del teatro) in cui Hamilton: an American Musical venne nominato in ben 16 categorie diverse, venendo premiato con 11 Tony. Lo show ha inoltre vinto il Premio Pulitzer per la drammaturgia, diventando così il primo musical ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento.

Nonostante lo show, nella sua produzione newyorkese non abbia più il proprio leggendario cast originale, negli anni ha continuato ad essere uno dei più richiesti della Grande Mela, con biglietti venduti a costi esorbitanti. L’elevata richiesta e la fama incontrastata di questa produzione teatrale ha portato, prima della pandemia, ad avere all’attivo diversi allestimenti, con produzioni attive in altre città degli Stati Uniti e nel West End londinese.

Hamilton nella cultura pop

Hamilton è forse uno dei pochi spettacoli di Broadway, che non abbia ricevuto un adattamento cinematografico ,in grado di abbattere la barriera che divide un intrattenimento di nicchia come il teatro musicale dal resto della cultura pop. Occorre ricordare che assistere ad un musical di Broadway è un’esperienza riservata a pochi per via del costo talvolta esorbitante dei biglietti. Dimostrare quindi una tale penetrazione in altri media mainstream è qualcosa di oggettivamente sorprendente.

Prima del 2015 Alexander Hamilton era un personaggio poco studiato negli Stati Uniti, nonostante il suo impressionante lavoro per la nascita della nazione. Il musical ha avuto il grande merito di attualizzare e rendere accessibile ad un pubblico trasversale la figura dei Padri Fondatori e in particolare quella del protagonista del musical.

Hamilton è uno show amato da un vastissimo pubblico trasversale e Hamilton ha raggiunto una popolarità postuma da vera star. Basti pensare che nel 2015, secondo i piani del Dipartimento del Tesoro, il ritratto di Hamilton sulla banconota da 10 dollari avrebbe dovuto essere sostituto da un ritratto di una altro personaggio storico ma la fama prodotta dal musical ha fatto sì che il Dipartimento confermasse il vecchio formato. Tra le molteplici citazioni ed omaggi ricevuti, Hamilton è stato citato, ad esempio, nel film Knives Out, nei nuovi episodi di Una mamma per amica, nella serie animata Netflix Big Mouth e nei fumetti degli X-Men (nel crossover Extermination del 2018).

Conclusioni

Tra le varie forme di intrattenimento, i musical appartengono a un genere di nicchia, che spesso fatica a penetrare nell’immaginario collettivo, specie in Italia. Possiamo quindi definire la scelta di includere questo musical nel catalogo italiano di Disney+ una mossa coraggiosa che farà conoscere ad un pubblico interamente nuovo questo spettacolo. Hamilton è diventato parte della cultura pop di massa grazie ad una perfetta alchimia tra hip-hop e storia moderna, in grado di appassionare il pubblico come mai prima d’ora.

Se vi siete innamorati delle canzoni di questo show a questo link di Amazon potete acquistare il cd con la colonna sonora originale.