I consigli di un professore di Harvard in caso di arrivo degli Alieni

Avi Loeb, fisico teorico di Harvard, ha pubblicato un saggio su ciò che il Genere Umano dovrebbe fare in caso di arrivo degli alieni.

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a cura di Marco Valle

Che nell'Universo ci sia altra vita oltre la nostra, anche intelligente quanto e forse più di noi, è ormai una credenza condivisa dalla maggior parte delle persone e degli studiosi interessati. Che si possa, per lo meno nel breve periodo, essere in grado di entrare in contatto con questi alieni, o che loro siano in grado di venirci a trovare, è invece un'idea che presenta moltissimi dubbi e obbiezioni.

Dubbi che decisamente non appartengono a Avi Loeb, fisico teorico e docente di Harvard , che addirittura pensa che gli alieni ci abbiano già fatto visita nel 2017! Loeb, che proprio grazie alle sue teorie sulle possibili visite da parte di extraterrestri è diventato “virale” sia dentro che fuori la comunità scientifica, ha recentemente pubblicato su Scientific American, un saggio su ciò che noi, inteso come Genere Umano, sarebbe meglio che facessimo quando (e non se...) questi visitatori interstellari decidessero infine di arrivare in massa e senza nascondersi.

La prima cosa da fare, forse neppure troppo scontata, è proprio decidere come agire. Per ovvie ragioni, un protocollo ufficiale in caso di Primo Contatto con una civiltà extraterrestre non è esattamente in cima all'agenda di Governi e Istituzioni Internazionali ora come ora, quindi è lecito pensare che ogni Nazione dovrebbe decidere autonomamente come comportarsi. Sarebbe opinabile, continua Loeb, avere delle linee di guida globali però per tutto il pianeta.

Quando anche il Consiglio delle Nazioni Unite stilasse un protocollo mondiale per i primi tentativi di comunicazione con gli alieni, bisognerebbe poi stanziare enormi quantità di denaro nella ricerca per comprendere al meglio le forme di vita extraterrestre e mantenere un atteggiamento proattivo a riguardo. Il fisico aggiunge inoltre che stanziare ingenti fondi dei contribuenti in questa direzione non è un azzardo, dato che le eventuali implicazioni di una tale scoperta, avrebbero sulla società un impatto di gran lunga maggiore di quello della scoperta delle onde gravitazionali.

Questi ipotetici fondi, andrebbero investiti in particolare nella comprensione della tecnologia dei nostri visitatori. Loeb non sembra soffermarsi troppo sulle modalità con le quali ne siamo venuti in possesso, ma tutti ci auguriamo calorosamente che sia grazie un Loro regalo, piuttosto che in seguito a uno scontro diretto! Anche perché, con tutta probabilità, la superiorità tecnologica aliena sarebbe davvero schiacciante, e quindi lo scontro dovrebbe davvero essere l'ultima nostra, disperata, risorsa.

L'articolo prosegue facendo notare il fatto che comunque dovremmo sempre tenerci pronti a tutto, dato che le ricerche su questa tecnologia e sui suoi ideatori, potrebbero facilmente mettere in discussione le nostre convinzioni in campo non solo tecnico, ma anche filosofico e forse addirittura teologico. Lo shock culturale che ne deriverebbe cambierebbe per sempre la nostra cultura e società, andando a rivedere completamente quello che credevamo fosse il nostro posto nell'Universo.

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