Intervista a Jeff Kinney, autore di Diario di una Schiappa

La nostra intervista a Jeff Kinney, autore di Diario di una Schiappa in occasione dell'uscita del reboot animato su Disney Plus.

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a cura di Domenico Bottalico

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In occasione dell'uscita su Disney Plus di Diario di una Schiappa, reboot animato ispirato alla omonima serie di libri per ragazzi, abbiamo avuto modo di incontrare il creatore della serie nonché sceneggiatore del film, Jeff Kinney. Nella nostra intervista a Jeff Kinney abbiamo spaziato parlando dello stile dell'animazione del nuovo film, dei temi di Diario di una Schiappa e della genesi della serie e degli sviluppi futuri del franchise.

Intervista a Jeff Kinney, autore di Diario di una Schiappa

Mr Kinney, c'è un nuovo Diario di una Schiappa in città ed è un film d'animazione: quali sono le differenze con le precedenti versioni e incarnazioni del franchise escludendo ovviamente la forma animata?

Quello che è davvero entusiasmante di questo film è che è davvero il libro che prende vita. Nel film live action, che ritengo divertentissimi, devi comunque fare questo salto come spettatore perché vedi Greg ed ha solo questi tre capelli in testa, poi lo vedi sullo schermo ed è un essere umano in carne ed ossa con tanti capelli. Qui non devi fare questo salto e puoi dire davvero che quello è il mondo di Greg.

Nei comunicati stampa c'era una dichiarazione in cui diceva che questo film è davvero la Wimpy World Experience definitiva: quanto è stato importante trovare uno stile d'animazione e un character design che si avvicinassero il più possibile a quelli del libro?

È stato molto importante ma è stato anche molto difficile. Abbiamo fatto diverse prove e scartato diverse versioni che non ci convincevano e ci parevano fuori luogo. Abbiamo limato, limato, limato e ora abbiamo qualcosa che è davvero autentico rispetto ai libri. Penso che lo stile sia un po' strano per chi è abituato ad un certo tipo di animazione ma il feedback che abbiamo avuto dalle persone che l'hanno visto hanno confermato che è quello che si aspettavano.

Quali sono state le influenze, le sue influenze come disegnatore, quando ha iniziato a scrivere e disegnare la serie Diario di una Schiappa? Ovviamente rintraccio moltissimo Shulz e i Peanuts, ma c'è qualcos'altro? 

Sì direi che fra le mie c'è sicuramente Shulz, anche perché ha influenzato tutti quelli che sono venuti dopo di lui. Mort Walker è stato un fumettista importante qui negli Stati Uniti per le sue linee continue e l'utilizzo degli spazi bianchi; Matt Groening che è diventato famoso per I Simpson ma prima aveva realizzato una serie chiamata Life in Hell e Gary Larson con The Far Side. Questi sono stati gli autori che più mi hanno influenzato. 

Il primo libro, su cui è basato questo film, è uscito nel 2007: quanto è stato singolare rimaneggiarlo, dopo più di dieci anni, per scrivere la sceneggiatura del film?

È stato davvero un privilegio poter tornare al primo libro ed in un certo senso riscriverlo. Quando ho scritto il primo libro avevo appena iniziato a fare lo scrittore e avevo 28 anni, ora ne ho 50. Ho imparato tantissime cose sulla scrittura, su come raccontare la storia che vuoi raccontare soprattutto al cinema. Sono migliorato ed è fortuna poter rimettere mano ad uno dei tuoi primi lavori. Penso che questa sia davvero la versione definitiva del primo libro.

Ha cambiato qualcosa o avrebbe cambiato qualcosa tornando indietro nel tempo?

Sì, è stato grandioso aver potuto raccontare una storia meno umorale e più sofisticata, anche più puntuale.

Pensa che il cambiamento fra scuola elementare e scuola media sia ancora importante oggi, per i ragazzi di oggi?

Sì, c'è questo grande passo che i ragazzi fanno dalla scuola elementare alla scuola media, non so quale sia l'equivalente in Italia... È un grande passo perché le persone cambiano fisicamente e dal punto di vista sociale. C'è un sacco di pressione sui ragazzi che iniziano le medie e non è facile. Questo è il motivo per cui ho voluto ambientare queste storie alle medie, volevo che i ragazzi vedessero anche l'ironia della situazione.

Il Diario di una Schiappa è una serie di libri sulla crescita personale. Greg è un atipico protagonista: non è buono, ma non è neanche cattivo. Le situazione che vive sono grottesche. È stato difficile animare un personaggio del genere, non il classico protagonista?

Penso che quello che differenzia Greg dai classici protagonisti della letteratura per ragazzi sia il fatto che solitamente i protagonisti sono eroici e in un certo senso servono da ispirazione. E Greg non è fonte d'ispirazione, è un personaggio caotico e non si è ancora formato completamente come persona. La maggior parte del tempo, nei libri, la comicità deriva proprio dal capire queste sue caratteristiche e dal fatto che ci sia un ampio margine di crescita. Come autore questo rappresenta una sfida perché Greg è un fumetto e non c'è grosso margine di crescita e non può cambiare drasticamente. Questi personaggi non possono trasformarsi, ma il film ci permette di avere un margine maggiore in questo senso perché deve essere una crescita per poter raccontare una buona storia. Penso che nei film d'animazione avremo una crescita più marcata di Greg.  

Quindi ci sono piani per dei sequel?

Sì, stiamo già lavorando a La legge dei più Grandi che è il secondo libro della serie. Spero davvero che riusciremo a realizzare tanti, tantissimi film da queste storie.

Ha scritto più di una dozzina di libri di Diario di un Schiappa: qual è il suo libro preferito e qual è, oltre a Greg, il suo personaggio preferito e quale personaggio vorrebbe vedere animato in prossimo sequel?

Il mio libro preferito rimane il primo ma mi piace molto anche l'ultimo uscito, il 16°, che qui negli Stati Uniti si intitola Big Shot. Credo che sia la storia che ho raccontato meglio. Mentre il mio personaggio preferito sarà sempre Rowley perché è un buon amico, un ragazzo sincero e in un certo senso incorruttibile. Onestamente vorrei vederli tutti trasposti sul grande schermo: ogni libro contiene qualcosa di entusiasmante e memorabile. Spero davvero che venga realizzato un film per ogni libro.
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