Slam Dunk: il capolavoro sportivo di Takehiko Inoue compie 30 anni

Slam Dunk, leggendario manga sportivo di Takehiko Inoue compie 30 anni, ed ancora oggi è un capolavoro intramontabile.

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a cura di Roberto Tavecchia

Slam Dunk
, il leggendario manga cestistico scritto e disegnato da Takehiko Inoue compie 30 anni, e si conferma a distanza di tre decadi un capolavoro immortale, ripercorriamo insieme i segreti del suo successo.

Era il 1 ottobre 1990, quando la matita del talentuoso mangaka Takehiko Inoue cambiò il mondo degli spokon (manga sportivi) per sempre. Il Giappone non era assolutamente nuovo a fumetti ambientati nel mondo dello sport, che da sempre insegnavano il valore dell'allenamento e della costanza laddove si raccontavano discipline soliste, e l'importanza del cameratismo e dell'insieme laddove si sceglieva di esplorare invece sport di squadra. Eppure in mezzo a calcio, pallavolo ed arti marziali, uno sport in particolare fece particolare fatica ad emergere e ritagliarsi una sua nicchia nel Sol Levante: il basket. Nonostante ci fossero stati in precedenza timidi tentativi (a noi italiani è particolarmente caro Dash Kappei! aka Gigi la Trottola), questi vertevano principalmente sul fronte comedy che su quello sportivo, ecco perché il successo scaturito da Slam Dunk fece particolarmente eco: dopo aver vinto il 40° Shogakukan Manga Award come miglior fumetto per ragazzi, ed aver venduto oltre 120 milioni di copie in tutto il mondo classificandosi come la quinta opera più remunerativa della casa editrice Shueisha (sopra di lui tra i pochi, anche Dragon Ball e One Piece), l'opera cestistica ha spinto due generazioni di lettori ad iscrivere -ed istituire laddove non esistevano- club scolastici dedicati al basket, contribuendo a rendere lo sport uno dei più famosi e praticati oggi in patria. Ma quest'amore smisurato da parte dei fan a cosa è dovuto? Scopriamolo.

TI PIACE IL BASKET?”

Hanamichi Sakuragi ha i capelli rosso fuoco, è molto alto, ha un'aria truce ed è un noto attaccabrighe, non c'è da stupirsi quindi se negli anni delle scuole medie sia riuscito a farsi rifiutare da ben cinquanta ragazza. Giunto al Liceo Shohoku nella prefettura di Kanagawa però, tutto cambia, quando la bella e dolce Haruko lo approccia incuriosità proprio dalla sua altezza per porgli una semplice domanda: “Ti piace il basket?” Tanto è bastato al teppista per ringalluzzirsi e pensare di trovarsi davanti un nuovo capitolo della sua gioventù. Seguita la ragazza nella palestra della scuola, apprende per la prima volta dell'esistenza dello “Slam Dunk”, una potentissima schiacciata a canestro, massima espressione dello sport. Senza alcuna nozione dalla sua -il rosso non aveva nemmeno idea che bisognasse avvicinarsi al canestro palleggiando, e non tenendo la palla in mano-, Hanamichi salta a canestro con l'intento di schiacciare per poi sbattere rovinosamente la testa contro il tabellone. La figuraccia non gli ha comunque impedito di far colpo sulla sua nuova cotta che lo solleciterà ad iscriversi al club di basket, dove però avrà inizio la vera battaglia per il cuore di Haruko: riuscirà a convincere suo fratello maggiore Takenori Akagi, capitano della squadra, a farlo giocare? Ed in quel caso saprà fare gioco di squadra con Kaede Rukawa, giovanissimo fuoriclasse e grande amore di Haruko?

Questo è solo l'incipit di quello che si rivelerà essere un grande racconto di passione, emozioni, risate e lacrime, il cui fulcro sono i suoi splendidi protagonisti ed il loro amore nei confronti dello sport: dai comprimari dello Shohoku, quali il playmaker Ryota Miyagi, innamorato perso della manager del club Ayako, l'MVP Hisashi Mitsui, legato da un rapporto a doppio filo d'amore ed odio al basket, lo stratega e mite Kogure ed il pacato e silenzioso coach Anzai, anziano cestista militante nella nazionale giapponese; fino ai tembili avversari come il talento naturale Akira Sendoh della squadra del Ryonan, il genio Kenji Fujita dello Shoyo, veterano Shin'Ichi Maki dell'invincibile Kainan e il leggendario Eiji Sawakita del Sannoh. Parenti, compagni di classe, matricole, spettatori, talent scout, giornalisti, teppisti... il folkloristico mondo messo in scena da Inoue si arricchisce di personalità incredibili, variegate ed ottimamente caratterizzate capaci di divincolarsi tra le più disparati situazioni che esulano il campo da basket, dallo slice-of-life quotidiano alle risse tra i teppisti, lasciando spazio anche a momenti dal grando impatto emotivo. Ed un'opera così versatile non poteva certo non godere di una trasposizione animata.

FROM TV ANIMATION

Tre anni circa dopo l'inizio della sua serializzazione cartacea, il 16 ottobre del 1993, su TV Asahi andò in onda il primo di 101 episodi della serie animata dedicata a Slam Dunk prodotta da Toei Animation. La serie animata è stata subito in grado di distinguersi per la regia di Nobutaka Nishizawa, sin dalle prime battute fresca e dinamica, volta ad esaltare tanto i bellissimi (e perennemente sudati) protagonisti quanto le splendide azioni sul campo da gioco; ed in seconda battuta dalla colonna sonora: che, a partire dalle splendide sigle di apertura “Kimi ga Suki Da to Sakebitai” dei BAAD e “Zettai ni Daremo” degli Zyyg al leggendario brano di chiusura “Sekai ga Owaru Made Wa” degli Wands, considerati all'epoca i Guns N' Roses giapponesi, ma anche alle meravigliose tracce strumentali composte da Takanobu Masuda e BMF, rilasciate a posteriori in tre CD. Ciò che tuttavia rese memorabile la serie animata nel nostro paese contribuendo a far conoscere l'opera anche a chi non masticasse di manga, fu il folle adattamento italiano di Yamato Video curato da Nicola Bartolini Carrassi pieno di “licenze creative” che hanno reso i protagonisti sboccati e volgari e le ragazze della serie perennemente arrapate. Nel corso della sua ospitata sul canale Twitch del Dr. Commodore, Carrassi raccontò di tardare spesso con la consegna degli episodi doppiati alla rete dell'allora prima televisiva, MTV, proprio per aggirare il controllo e l'eventuale censura di alcuni dialoghi volutamente sopra le righe.

Mentre il successo dell'anime cresceva, parallelamente Toei Animation produsse anche quattro film animati destinati al cinema volti ad approfondire ed espandere l'universo narrativo, che ha visto lo Shohoku persino giocare contro una squadra di basket statunitense. Tuttavia, nonostante l'anime avesse il pregio di approfondire alcuni spunti e personaggi poco sfruttati o mai più ripresi nel manga, si fermò poco prima di quella considerata all'unanmità alla parte più evocativa dell'opera originale: i campionati nazionali. In molti si sono interpellati sul perché l'anime abbia interrotto la sua corsa prima del tempo, ed il motivo sembrerebbe da imputare alle divergenze creative tra l'autore e la Toei Animation, che avevano divergenze sulla prosecuzione dell'opera, cosa che spinse l'autore a diventare piuttosto reticente all'adattamento animato delle sue storie. Ciò non toglie che il successo dell'anime contribuì ulteriormente ad accrescere la popolarità della serie, al punto che da lì a poco tutto il merchandise dedicato tra videogame, action figures ed abbigliamento sportivo riportavano nel logo la dicitura “From TV Animation: Slam Dunk”.

UNDERDOG

Underdog” è un termine inglese che serve ad indicare lo sfavorito in un pronostico sfortito, proprio come lo Shohoku, la squadra dei nostri protagonisti in Slam Dunk, su cui proprio l'editore ebbe non poche riserve per via dell'atipicità del prodotto: un character design tendente al realistico considerato poco commerciale, che verteva su uno sport poco conosciuto e praticato in patria? Forse troppo azzardato per una pubblicazione settimanale su Shonen Jump, eppure gli irresistibili personaggi, l'umorismo, il dramma, la denuncia del bullismo e la passione per lo sport, salvezza per l'anima e lo spirito dei suoi protagonisti, hanno contagiato così positivamente il pubblico da destare presto l'attenzione della critica. Publisher Weekly definì la serie uno dei migliori fumetti in circolazione, mentre la Young Adult Library Services Association nominò il primo volume del manga “Great Graphic Novels for Teens”, nella classifica dei 100 Media Arts più famosi in Giappone istituita dal Governo, Slam Dunk si totalizzò primo nella divisione manga, mentre nel sondaggio pubblicato da Oricon vinse il primo posto nel sondaggio che interpellava il pubblico su quale manga desidererebbero godere di un adattamento live action; infine, la serie animata si piazzò nella top ten dei 100 anime più apprezzati dal pubblico.

Con “Upset” si indica il tipo di vittoria che ha ribaltato il risultato pronosticato in precedenza, che è sostanzialmente ciò che è riuscito a fare Takehiko Inoue in questi anni, trasmigrando la sua esperienza personale con il gioco della pallacanestro nel protagonista a cui è più legato: Hanamichi Sakuragi, un ragazzo sfortunato in amore che si avvicina al basket per far colpo sulla ragazza che gli piace, e finisce con l'innamorarsi perdutamente di quello sport. Inoue ama talmente la pallacanestro da raffigurarsi anche nell'opera sottoforma del personaggio stilizzato in chiave superdeformed Dr. T., volto a spiegare al pubblico i principi e i fondamenti del basket, sport che anche al termine di Slam Dunk, continuerà a raccontare dapprima in Buzzer Beater che ricalca in chiave manga il concept di Space Jam, e successivamente con il tutt'ora in corso REAL, che racconta l'amore per il basket in carrozzina, probabilmente l'opera più matura mai realizzata da quest'autore.

Non sappiamo se per i suoi (primi) 30 anni, Slam Dunk verrà celebrato con spin-off, oneshot o un (improbabile) rilancio animato, ma ad oggi avete possibilità di avvicinarvi per la prima volta a questa splendida opera grazie alla restyled edition attualmente pubblicata da Planet Manga, ed innamorarvi anche a voi del basket, proprio come Sakuragi.

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