Sons of Anarchy: come join the murder

Sons of Anarchy di Kurt Sutter è una delle serie migliori uscite nel primo decennio degli anni 2000, una tragedia shakespeariana trasposta nel mondo delle gang di motociclisti.

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a cura di Nicolò Beretta

La serie completa di Sons of Anarchy, composta da sette stagioni, sarà disponibile da domani su Disney+.

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Il carisma che alcuni personaggi moralmente ambigui hanno sul grande pubblico è un fenomeno piuttosto interessante e per niente inusuale. Prendendo come esempio Breaking Bad, sebbene spesso e volentieri Walter White faccia cose deplorevoli e disgustose il pubblico è rimasto ipnotizzato dal personaggio interpretato da Brian Cranston. In questo senso, tra i grandi successi di serie come la serie di Vince Gilligan, uscite nel primo decennio dei 2000, c’è anche Sons of Anarchy, serie trasmessa dall’emittente americana FX e nata dalla mente di Kurt Sutter, autore anche di The Shield. Stagione dopo stagione, Sons of Anarchy e il suo autore sono riusciti a creare un vero e proprio gioiello della televisione grazie alla capacità di scrittura di Sutter e al carisma degli attori scelti per interpretare dei personaggi dannatamente umani.

Sons of Anarchy: gli equilibri di Charming Town

Gran parte delle vicende raccontate nella serie si svolgono in una cittadina fittizia della California, la piccola Charming. A fare il bello e il cattivo tempo qui è il Sons of Anarchy Motorcycle Club Redwood Original (o SAMCRO), un gruppo di motociclisti che ha come base operativa l’officina della città. Impariamo presto a conoscerne i membri, dal leader Clay Morrow, interpretato da uno splendido Ron Perlman, al suo braccio destro e figliastro Jax Teller (Charlie Hunnam), dai membri più anziani Bobby (Marc Boonie Jr), Tigg (Kim Coates), Piney (William Lucking) e Chibbs (Tommy Flanagan), ai più giovani Opie, amico fraterno di Jax interpretato da Ryan Hurst e Juice (Theo Rossi). La lente d’ingrandimento si fa sempre più ampia su Charming, dandoci modo di conoscere anche tutte la altre personalità e sfere d’influenza che i SAMCRO riescono ad avere, a partire dagli amici e familiari, come lo sceriffo Wayne Unser (Dayton Callie) e Gemma, madre di Jax e ora moglie di Clay, uno dei personaggi più sfaccettati ed affascinanti della serie, magistralmente interpretata da Katey Sagal.

Sin da subito appare chiaro quanto le vicende personali e i legami che intercorrono tra i personaggi influenzano e determinano le azioni del club e le relazioni che questi instaurano con le altre bande. Sons of Anarchy non a caso è stato definito una versione americana e moderna dell’Amleto di Shakespeare: il già difficile rapporto che lega Jax, Clay e Gemma viene ulteriormente minacciato dal ritrovamento da parte del ragazzo di un diario del padre, John Teller, in cui il fondatore del club ha riposto tutti i suoi dubbi e paure sul proprio destino e su quello del club.

Sons of Anarchy, Shakespeare e gli Hell’s Angels

Va dunque detto che Sutter ha imbastito l’intreccio della sua serie partendo proprio dall’opera di Shakespeare, inquadrandolo nel contesto delle bande di motociclisti. Per conoscere dunque luci, ombre e dinamiche di questi gruppi, Sutter è riuscito a trascorrere un anno intero seguendo alcuni membri degli Hell’s Angels, uno dei più importanti gruppi di motociclisti che ha sedi in tutto il mondo e probabilmente la più famosa. Sutter ha apertamente dichiarato che la stessa evoluzione degli Hell’s Angels, che sono passati dall’essere un gruppo unito da un sentimento di fratellanza a diventare un’organizzazione criminale, gli è stata d’ispirazione per raccontare la storia di Jax e dei Sons. Alcuni membri del cast sono loro stessi degli Hell’s Angels che hanno aiutato il regista a dare ancora più coerenza al contesto raccontato nella serie: alcuni esempi sono David Labrava, che interpreta il grottesco Happy, e addirittura il fondatore degli Hell’s Angels Sonny Barger, nei panni del detenuto Lenny Janowitz.

Impariamo a conoscere dunque alcune dinamiche del gruppo: ogni decisione viene votata e approvata da tutti i membri del club, fatta eccezione per chi non può salire in sella alla propria moto, che si tratti di un problema di salute o persino della revoca della patente di guida. Impariamo a conoscere le gerarchie interne ed esterne al club, ramificato in tutta l’America e anche al di fuori, in particolare in Irlanda, i significati delle toppe che SAMCRO vestono sui propri giubbetti (detti anche “colori”) e soprattutto quanto questi contino per ognuno di loro, e anche cosa comporta entrare o uscire dal club. In tutto questo, altrettanta importanza ha la cornice in cui la storia viene raccontata: la piccola Charming è una delle classiche località della provincia americana con un proprio equilibrio interno, spesso regolato da chi si dimostra più forte, lontana dalle grandi metropoli e restia al cambiamento (“È da quando sono arrivato qui che sono alla ricerca di uno Starbucks” sbotta ad un certo punto un personaggio appena arrivato in città). Il profilo politico-sociale a cui appartengono gli stessi Sons non viene lasciato affatto sott’intenso, dimostrandosi più volte dei convinti conservatori, diffidenti verso il nuovo arrivato di turno. Anche nel momento in cui le vicende si spostano brevemente in Irlanda, il contesto viene reso subito chiaro, mostrando le tragiche e sanguinose conseguenze del conflitto tra gli irlandesi e gli indipendentisti del Nord.

Altro merito che va attribuito alla serie è la coesione che Kurt Sutter ha dato all’intero intreccio di Sons of Anarchy. Guardando attentamente la serie, vi renderete conto facilmente che a partire dagli eventi degli ultimi episodi della prima stagione si innesca un domino di eventi che darà il passo fino alla fine dell’ultima stagione, chiudendosi con uno dei finali più emozionanti mai visti. A cadenzare tutto lo svolgimento ci sono plot twist e alcune morti shockanti, che colpiscono nel segno grazie alla proprietà con cui vengono distribuite. Non mancano però dei difetti a livello di scrittura, pensando per esempio ad alcune situazioni evidentemente forzate in funzione della prosecuzione della serie.

Sons of Anarchy: anime lacerate

Senza ombra di dubbio Sons of Anarchy non avrebbe ottenuto il suo successo senza i personaggi scritti da Sutter e interpretati ad attori eccezionali. Si tratta spesso e volentieri di figure tormentate, divise e lacerate tra dubbi, paure e incertezze, oltre che dallo stesso ambiente in cui vivono. Charlie Hunnam ha consegnato un’interpretazione in questo senso perfetta, un personaggio diviso a metà tra l’amore per il club e i suoi fratelli d’arme e tra l’amore che prova per Tara (Maggie Siff) e per i suoi figli Abel e Thomas. Jax è tormentato dalle proprie responsabilità nei confronti del club, che diventeranno sempre più gravose, e di come i suoi errori possano ricadere sulle spalle di tutti coloro che gli stanno intorno, in primis i suoi figli. Il ragazzo si ritrova a dover sostenere anche il peso di segreti e verità nascoste, alle volte candendo e lasciandosi guidare dalla rabbia e dal dolore, alle volte ritrovando la lucidità di cui ha bisogno per sopravvivere.

Esattamente come Jax, ci sono altri personaggi di Sons of Anarchy che vivono un vero e proprio dramma interiore, divisi tra ciò che sono e ciò che devono essere. Clay è il leader della gang e spesso si ritrova a scontrarsi con Jax, anche in modo piuttosto violento sia per motivi legati alla sopravvivenza del club sia per motivi personali. Si tratta di un personaggio piuttosto ambiguo, diviso tra il suo ruolo ingombrante, cedendo molto spesso ai suoi più bassi istinti, e il bisogno di sentire l’appoggio e l’affetto del figliastro. Al suo fianco c’è Gemma, anche lei uno dei personaggi più ambigui e amati dell’intera serie: vivendo a stretto contatto con il club e le situazioni in cui questo è coinvolto, la donna ha imparato a soffocare e nascondere le proprie debolezze ed insicurezze anche per essere un saldo sostegno per il proprio compagno, per il figlio e per tutte le persone che vivono e ruotano intorno alla grande famiglia dei SAMCRO. A mano a mano che la serie prosegue però Gemma vedrà affiorare sempre di più le sue fragilità e trovandosi anche lei divisa tra ciò che sa di essere (moglie, madre, nonna e punto di riferimento) e ciò che è: una donna fragile e insicura, resa tale dai segreti che custodisce e dall’ambiente profondamente maschilista in cui si ritrova a vivere. Ultimo esempio è Tara, compagna di vita di Jax e madre di uno dei suoi due figli, un medico dalla profonda vocazione che ha come esempio la già citata Gemma, con tutti i suoi lati bui, e cercando in tutti i modi di distaccarsene, lottando per non diventare come lei ma anche per proteggere come meglio credere i suoi figli.

Ultimo punto riguardante il cast è la grande presenza di attori, musicisti e scrittori di tutto rispetto: aspettatevi dunque di vedere apparire Marilyn Manson, il re dell’horror Stephen King, Ashley Tisdale, David Hasselhoff, Michael Chiklis, il chitarrista dei Guns’n Roses DJ Ashba, la pornostar Jenna Jameson… e molti altri, che non vi sveliamo per non togliervi la sorpresa di scoprirli.

Una colonna sonora per le due ruote

Un’altra delle componenti interessanti di Sons of Anarchy è la musica. La colonna sonora della serie di Kurt Sutter svolge un ruolo fondamentale al fine di creare un’atmosfera in continuo cambiamento: si passa da brani country spesso e volentieri scritti (Come Join the Murder che accompagna al commovente finale dell’ultima stagione) o reinterpretati (come le versioni di House of the Rising Sun degli Animals o Bohemian Rhapsody dei Queen) dal musicista White Buffalo e anche da Katey Sagal (la Gemma della serie, nonché moglie del regista) a brani rock, metal e rap, dagli Anvil, ai Toxic Holocaust, a Yelawolf.

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L’eredità dei SAMCRO

Nella mente di Kurt Sutter, Sons of Anarchy è il primo tassello di un disegno ben più grande, in cui il regista è intenzionato a raccontare più tempi e situazioni. L’idea era di produrre ancora 3 serie, tutte legate allo stesso universo, raccontando prima la storia di un’altra gang di motociclisti, i Mayans, e poi le origini dei Sons of Anarchy: Sutter vorrebbe raccontare il periodo in Vietnam dei First 9, i membri fondatori dei SAMCRO e di come sia cambiata ed evoluta l’idea originale su cui si fondava questa fratellanza.

Al momento, sono uscite le prime tre stagioni della serie sui Mayans, ambientata in un’altra città fittizia, Santo Padre, posta molto vicino al confine tra gli Stati Uniti e il Messico, potendo quindi introdurre nuove tematiche (come il dramma dell’immigrazione clandestina) e svilupparne e/o riprenderne alcune già viste in Sons of Anarchy, come lo strapotere dei cartelli della droga. Rimarrebbe ancora una serie da sviluppare, di cui però non si conoscono ancora dettagli certi.