Super Dragon Ball Heroes - Missione nell'Oscuro Mondo Demoniaco 1, recensione: spaghetti battle shonen

Super Dragon Ball Heroes - Missione nell'Oscuro Mondo Demoniaco 1 è il manga ispirato alla trama del videogioco di carte arcade omonimo.

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a cura di Domenico Bottalico

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Star Comics porta in Italia Super Dragon Ball Heroes - Missione nell'Oscuro Mondo Demoniaco 1. Si tratta del nuovo manga che adatta in maniera libera la trama del videogioco di carte arcade omonimo ovvero una nuova ed inedita rivisitazione del franchise creato da Akira Toriyama che, ancora una volta, mostra la sua poliedricità e la sua capacità di reinventarsi in svariati media per poi ritornare inevitabilmente al fumetto come sua forma prediletta in termini di accessibilità e fruizione. Cosa ci riserverà questa nuova interazione di Dragon Ball?

Dragon Ball Heroes: videogioco e trading card game insieme

Dragon Ball Heroes, questo il videogioco di carte arcade, è stato sviluppato da Dimps e lanciato nelle sale gioco giapponesi nel 2010. Il gioco è assolutamente innovativo, soprattutto per noi occidentali, in quanto combina le meccaniche tipiche di un gioco di carte collezionabili (con acquisti di set, espansioni e creazione del proprio mazzo) con la tecnologia di alcuni speciali cabinati in cui bisogna inserire le carte, tramite appositi slot, le quali sbloccano a loro volta differenti missioni, personaggi, accessori e potenziamenti e così via.

Oltre al manga, il videogioco ha anche ispirato una serie net anime originale composta, per il momento, da 35 episodi da 10 minuti ciascuno che ha avuto un buon riscontro di critica e pubblico.

Super Dragon Ball Heroes, anomalie nel tempo

Trunks usa la Macchina del Tempo nella speranza di avvertire Goku ritrovandosi invece al cospetto della Kaioshin del Tempo che lo avverte di come le sue scorribande nel flusso temporale stiano causando non pochi problemi. Trunks si offre di riparare ai danni commessi: nasce così la Pattuglia Temporale. La strana coppia tuttavia si rende subito conto che Trunks non è l'unico viaggiatore del tempo.

La perfida Towa, proveniente dall'Oscuro Regno Demoniaco, sta infatti viaggiando in lungo ed in largo per raccogliere del Kiri (l'energia dell'anima) che possa donare nuovamente abbastanza forza vitale al Re Megicabula. Towa tuttavia sa bene che il Kiri raccolto non potrebbe bastare affinché questi possa rompere il sigillo dell'Oscuro Regno Demoniaco e trascinare il mondo nel caos. Per questo ha soggiogato Dende il quale dà vita a 7 sfere del Drago Oscure le quali, ovviamente, si disperdono non solo nello spazio ma ora anche nel tempo.

Inizia così una caccia pericolosa che coinvolge la Pattuglia Temporale e i demoni. La prima accoglie fra le sue fila Goku e Vegeta, i secondi invece sono estremamente agguerriti anche grazie ai nuovi poteri donati loro proprio da Towa e da Megicabula. La prima Sfera del Drago Oscuro è finita "nel mezzo" dello scontro fra Freezer e Goku su Namecc. La seconda durante il Cell Game il che costringerà proprio Trunks e Vegeta ad una fusione tramite Potara dando vita a Vegeks. La terza è invece allocata "nel mezzo" dello scontro con Majin Bu e costringerà Goku e Vegeta a fondersi in Vegeth.

Nell'Oscuro Regno Demoniaco intanto Re Megicabula sta raccogliendo nuovi e più potenti guerrieri.

Super Dragon Ball Heroes - Missione nell'Oscuro Mondo Demoniaco 1, spaghetti battle shonen

È possibile creare una sintesi ancora più puntuale di un genere già di per sé rimaneggiato, e rivitalizzato da un certo punto di vista, come il battle shonen? Sì perché Super Dragon Ball Heroes - Missione nell'Oscuro Mondo Demoniaco 1, al netto di un evidente obbiettivo promozionale legato al gioco di carte arcade, offre uno spunto di riflessione per nulla scontato e incredibilmente attuale.

Così come accaduto per il western di cui lo spaghetti western che fa capo al grande Sergio Leone rappresentava una sintesi così questa nuova e parallela serie di Dragon Ball rappresenta una nuova sintesi non del genere shonen in sé per sé ma di quella declinazione etichettata come battle shonen che aveva contribuito a creare soprattutto con il passaggio dalla prima e più avventurosa serie alla sua seconda e forse più famosa interazione ovvero Dragon Ball Z.

Super Dragon Ball Heroes - Missione nell'Oscuro Mondo Demoniaco 1 in questo senso riduce al minimo, narrativamente parlando, la fase di costruzione della trama. L'espediente del disfacimento spazio-temporale, che avvicina ancora una volta Dragon Ball alla tradizione dei comics supereroistici, permette di saltare a piè pari la fase di presentazione dei personaggi e pescare a piacimento versioni vecchie e/o alternative di eroi e villain focalizzando subito tutta l'attenzione del lettore sul scontro, sul combattimento.

Si tratta di un esercizio di stile apparentemente semplice (come in un videogioco, dovremmo "selezionare" due personaggi e farli semplicemente combattere) ma che in realtà nasconde parecchie insidie e che mostra tutte le sue difficoltà subito in questo primo tankobon che di contro però mostra anche notevoli margini di maturazione.

Yoshitaka Nagayama non deve far altro che rimaneggiare alcuni concept cardine dell'opera e riproporli in una veste più che nuova facilmente fruibile e godibile soprattutto per chi vuole rivivere quelle emozioni del già citato Dragon Ball Z (e in parte del suo figlioccio Dragon Ball Super) in cui fusioni, nemici sempre più potenti, tecniche devastanti e livelli di potere sempre più incalcolabili si alternano per il puro svago ed intrattenimento del lettore, sì ma per quale lettore?

Sicuramente un fan di Dragon Ball e non un lettore neofita o un utente completamente a digiuno del franchise. Alcuni passaggi infatti vengono sottintesi lasciando un certo senso di frammentarietà in una narrazione già di per sé non propriamente organica (nel senso più tradizionale del termine): come si fondono due guerrieri Saiyan, cosa sono i potara, perché Trunks viaggia indietro nel tempo, chi sono Freezer e Cell? Queste sono solo alcune le domande che un lettore neofita potrebbe farsi mentre  i fan di lunga data, già ferratissimi, in materia saranno più attratti dalle piccole novità di Super Dragon Ball Heroes.

Si tratta soprattutto degli antagonisti e del concetto di Sfere del Drago Oscure. Entrambi avrebbero merito magari una maggior attenzione e qualche pagina esplicativa in più che avrebbero permesso di dare una profondità maggiore ad una narrazione che invece è tutta impronta sulla tensione degli scontri di per sé, almeno in questo primo volume, ancora lontani dall'epicità di quelli del passato più o meno recente.

L'autore inoltre non riesce a gestire con equilibrio i registri propendendo per quello comico in maniera piuttosto evidente. Una scelta che lo premia soprattutto nei capitoli in appendice dove, tramite alcuni personaggi creati per l'occasione, viene spiegato il funzionamento e le meccaniche di gioco.

Per un pizzico di personalità

Dal punto di vista della sceneggiatura è molto probabilmente che Yoshitaka Nagayama abbia avuto margini di manovra davvero ristretti, è doveroso quindi dare all'autore un certo beneficio del dubbio e lasciarlo magari maturare da questo punto di vista. Quello che però risulta all'occhio è la parte grafica non uniforme.

Nagayama rispetta molto bene i canoni grafici imposti dal franchise ma pecca, come facilmente intuibile, in personalità. La tavole infatti sono generalmente un po' piatte e statiche con una costruzione molto regolare ed impostata sull'uso di 3/4 riquadri in cui spesso le figure sbordano, alla ricerca di pose plastica che facciano facilmente presa sul lettore, ma con risultati altalenanti. L'autore infatti riesce a gestire meglio i "nuovi" antagonisti sia a livello di design che nel rapporto con gli eroi classici, nello specifico dalla seconda metà del volume in poi, prendendo coraggio e osando un po' di più sia in termini di linee cinetiche che di dettaglio. Tuttavia si spinge pochissimo sulla regia: ne avrebbero sicuramente beneficiato le scene d'azione.

L'appendice del volume mostra un autore più sicuro. È evidente che il suo registro preferito, anche graficamente, sia quello comico ed infatti, discostandosi dal realismo, e potendo giocare più liberamente con il design dei "suoi" personaggi, realizza tavole più concise e dinamiche.

Il volume

Star Comics opta per un tankobon standard (11.5x17.5 cm) e per l'edizione più agile possibile dovendo andare anche in edicola. Niente pagine a colori quindi né nessuna presenza di editoriali italiani se non un piccolo trafiletto introduttivo. L'unica differenza rispetto alle pubblicazioni di questa tipologia è la presenza delle bandelle. La carta è usomano scura molto porosa ma dalla buona resa grafica, buona anche la rilegatura che permette una lettura agevole. Molto scorrevoli sia la traduzione che l'adattamento che mantiene i nomi originali delle varie tecniche.