The Witcher: anteprima della serie TV Netflix

The Witcher la serie TV di Netflix. Abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima i primi 5 episodi della prima stagione di The Witcher. Ecco cosa ne pensiamo!

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a cura di Manuel Enrico

Atteso come una delle produzioni di punta del periodo natalizio di Netflix, The Witcher è arrivato oggi sul servizio streaming di Reed Hastings. L’ansia per vedere in azione Geralt di Rivia su schermo era parecchia, pari quasi alla paura di venire delusi da una produzione non all'altezza delle aspettative. Fortunatamente, abbiamo avuto la possibilità di vedere in anterpima i primi 5 episodi della prima stagione di The Witcher.

Cosa ci aspettavamo da The Witcher?

Le aspettative per la serie erano decisamente alte. Il personaggio di Geralt di Rivia è diventato famoso principalmente per il successo del videogioco The Witcher di CD Projekt Red, attualmente all'opera sull'attesissimo Cyberpunk 2077, che in tre capitoli ha creato uno dei mondi fantasy moderni più amati e apprezzati degli ultimi anni. Va precisato, però, che tutto è nato come una serie di racconti dello scrittore Andrzej Sapkowski, che sono anche la base da cui è stato sviluppato lo show di Netflix.

Una scelta che non vuol dire seguire in modo maniacale quanto raccontato nei libri. La direzione presa dalla serie di Netflix è libera da vincoli, fa proprio lo spirito originale del personaggio e alcuni passaggi chiave del suo mito per rielaborarli in una narrazione adatta al medium seriale, cercando di creare un’epica che possa intrigare lo spettatore. Per farlo, bisogna quindi emanciparsi da concezioni di intrattenimento tipiche della letteratura e del videogioco, in modo da fornire una nuova visione del personaggio.

Certo le prime notizie arrivate sulla produzione non erano incoraggianti, soprattutto quando comparve un provino iniziale di Cavill truccato da Geralt che non fece subito un'ottima impressione. Mettiamoci che era facile sparare critiche sul povero Cavill, ancora al centro della bagarre per i baffi posticci rimossi in Justice League, ma le polemiche seguenti sul cambio razziale di alcuni personaggi avevano presentato un'ennesima sfida per lo strigo marchiato Netflix.

In una situazione simile, l'idea migliore è ricordarsi come il passaggio da un medium ad un altro rende spesso necessario impostare un cambio di alcuni aspetti dell'opera originale. Trasposizioni precedenti, come il ciclo di Robert Langdon o il più blasonato Marvel Cinematic Universe, hanno mostrato come questa nuova vita di storie nate su carta comporti una serie di variazioni. The Witcher non poteva essere immune a questa regola, per quanto la serie di Netflix sin dall'inizio si fosse professata maggiormente aderente all'originale cartaceo che non alla versione in pixel realizzata da CD Projekt Red.

Detto questo, cosa ci si aspettava dalla serie Netflix? Personalmente, speravo in una serie fantasy matura, capace di affrontare il personaggio ed il suo mondo in modo fedele allo spirito originario della creazione di Sapkowski. I cambi rispetto alla materia prima cartacea non erano evitabili, ma la presenza di variazioni rispetto ai libri non erano un problema, a patto che non ne venisse compromesso la concretezza della serie Netflix.

Obiettivo raggiunto?

I primi cinque episodi che abbiamo avuto modo di vedere sembrano essere la prova che lo sforzo ha dato buoni risultati. La complessità del mondo di The Witcher è tale che questa manciata di episodi non può certo essere considerata come il banco di prova definitivo della serie targata Netflix (la valutazione finale la daremo a serie conclusa), ma sono comunque sufficienti per dare un parere preliminare.

Essere uno strigo

Non giriamoci attorno, uno degli aspetti più temuti della serie Netflix era il casting. Tra chi ha subito puntato il dito contro Henry Cavill e chi non accettava le libertà prese con alcune delle protagoniste, si è subito sviluppato un acceso dibattito, che solo la visione di The Witcher poteva placare.

Cavill, in questi primi episodi, sembra essere all'altezza del ruolo. Geralt non è un personaggio particolarmente loquace ed espressivo, a tratti cinico e con un umorismo pungente e molto controllato che emerge raramente. Nei libri queste sue caratteristiche sono valorizzate, soprattutto se rapportate al suo essere sostanzialmente un pariah, dato che i witcher non sono particolarmente ben visti. Cavill aveva dunque il non facile compito di dover portare su schermo un uomo sostanzialmente solo, visto dalla gente come un male necessario.

Il primo impatto con il personaggio, lo ammetto, non è stato proprio promettente, complice un combattimento contro una creatura realizzata in modo discutibile. Lo scetticismo è però passato presto vedendo Cavill, pardon Geralt, muoversi in mezzo alla gente, risultando credibile nel suo porsi in modo scostante con chi lo approccia. Le espressioni misurate di Cavill sono congeniali al personaggio, a tratti forse troppo esagerate, ma nel complesso in linea con il Geralt che ci si aspetta. Sicuramente merito della voce, che nell'originale inglese che abbiamo visto ricorda moltissimo il timbro profondo e graffiante della versione videoludica. Per la piena promozione di Cavill, però, aspetterei di vedere gli altri episodi.

Tornando al discorso dei comprimari storici di Geralt, bisogna riconoscere che una maggior aderenza all’originale non avrebbe guastato. Chi ha letto i libri farà fatica a riconoscere Triss Merigold, e storcerà il naso nel vederla su schermo. In effetti la caratterizzazione fisica si discosta molto dall’originale letterario, ma il ruolo che Triss e Yennefer hanno all’interno di questi primi episodi di The Witcher, per quanto seminale, è incoraggiante per futuri sviluppi.

Un’evoluzione che si accompagna alla crescita di Cirilla di Cintra. Senza addentrarci troppo nel pericoloso rischio di spoiler, la figura della Leoncina è ritratta con la giusta delicatezza e capace di lasciar emergere una forza interiore confacente al personaggio. Verrà sviluppata a dovere? Lo potremo dire solo con gli episodi mancanti.

Si ha però la sensazione che si sia lavorato al meglio per dare ai personaggi la giusta caratura. Geralt, Cirialla e Yennefer sono ben delineati, capaci di muoversi in modo convincente nel mondo di The Witcher, colmando anche le non convincenti interpretazioni di personaggi secondari. Nell'incontrare figure note dei libri, come Istrice, Tessia o Ranuncolo, la percezione è che siano stati inseriti più per una forzosa aderenza all'originale cartaceo che non per una linearità della trama. Complice la complessità della struttura narrativa, caratterizzata da un aspetto che svelare ora sarebbe una vera cattiveria, alcune delle figure centrali del mito di The Witcher sembrano di perdere spessore, rimanendo solo abbozzate in questi primi episodi. Una visione che gli ultimi episodi potrebbero andare a definire maggiormente e ribaltare questa opinione.

Mostri e creature

Non si può parlare di The Witcher senza affrontare il discorso mostri. Parte essenziale della figura dello strigo, i mostri e le creature magiche sono ovviamente presenti all’interno della serie Netflix. Giustamente la produzione del colosso streaming non abusa della presenza di questi esseri, trattandoli con la giusta parsimonia e preservandone comunque una natura che non sia puramente ferina, ma frutto anche delle bassezze umane.  Sotto questo aspetto, si rispetta l'impostazione narrativa di Sapkowski, in cui la relazione tra Geralt e le sue prede non manca di una certa intensità.

Certo, non in una produzione del genere la realizzazione dei mostri non può essere approssimativa, ma deve riuscire a convincere gli spettatore della loro veridicità.Se dovessimo basarci sul primo mostro affrontato da Geralt, ci sarebbe solo perplessità. La creatura affrontata dallo strigo sembra troppo plastica, più simile ad un pupazzo che ad un animale realistico. Altre creature appaiono in questi primi episodi, e la loro realizzazione tende a migliorare, ma sembra sempre mancare quel tocco di cura che aggiri il senso di irreale e doni alla creature una concretezza reale.

Fortunatamente, abbiamo assistito anche ad uno scontro particolarmente atteso da parte dei fan del Geralt letterario. Senza entrare nei dettagli, è sufficiente dire che in The Witcher vedremo una battaglia particolarmente bene realizzata, dove il mito di Gearal trova piena identità. Rimane da sperare che questo

Ricreare il mondo di The Witcher

Quello che più mi preoccupava, curiosamente, non era tanto la resa dei personaggi, quanto del mondo in cui si sarebbero mossi. Specialmente nei libri, le dinamiche sociali sono fondamentali per il nostro strigo, che spesso di trova a dovere faticare maggiormente per sopravvivere agli intrighi politici che non agli attacchi di una strige. Le guerre tra regni e le macchinazioni di circoli di potere sono onnipresenti nella vita di Geralt, ed era quindi necessario che questa componente arrivasse in pieno nella serie.

La difficoltà, dunque, era quella di trovare un equilibrio tra racconto e contesto politico. Fortunatamente le nozioni necessarie per comprendere le dinamiche che portano Geralt a compiere determinate scelte sono spiegate con sufficiente chiarezza, consentendo di prendere facilmente padronanza con le dispute tra Cintra e Nilfgaard, oltre che riconoscere l’importanza che il potere magico ricopre all’interno del mondo di The Witcher.

La presenza del razzismo che contrappone uomini a elfi e nani viene blandamente delineata, senza essere focale come in alcuni passaggi della vita letteraria di Geralt. Si tratti di accenni che trovano la giusta collocazione nei primi episodi, una base su cui poi poter adagiare una maggior concretezza anche di questo aspetto.

Esame superato?

Dopo aver visto i primi cinque episodi The Witcher, la sensazione è che la serie di Netflix, pur con qualche punto da migliorare, sia una proposta interessante. Chi ha dimestichezza con il personaggio letterario troverà sicuramente i riferimenti ai racconti di Sapkowski, rielaborati in modo convincente, perdonando qualche libertà narrativa presa dalla serie di Netflix in favore di un'avventura avvincente.

Se volete iniziare la vostra avventura nel mondo di The Witcher, il consiglio è di cominciare dal primo libro delle avventure di Geralt, Il guardiano degli innocenti