Vampiri celebri della letteratura: le origini dell'orrore

La figura del vampiro rappresenta il mostro per eccellenza già in età antica: scopriamo insieme i vampiri celebri ideati da Stoker, Rice e King.

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a cura di Rossana Barbagallo

Dimorano in antichi e lugubri castelli o in appartamenti lussuosi e riccamente decorati. Seducono le loro vittime con il loro fascino e i loro poteri nascosti o che le aggrediscono con ferocia. Rifuggono aglio e crocifissi o, al contrario, ne sono indifferenti. Nella letteratura horror di vampiri ve ne sono in quantità e con caratteristiche peculiari che forniscono una varietà di personaggi, tuttavia è indubbio che alcuni tra essi rappresentino i "capostipiti", gli archetipi che hanno dato modo ad altri vampiri celebri di esistere nel nostro immaginario.

Il vampiro è in genere un essere immortale che si nutre di sangue, il quale trascorre la sua esistenza circondato dalle tenebre della notte: favorito così dall'oscurità nell'uccidere le sue prede, rifugge tuttavia la luce del giorno perché essa è per lui letale e lo ridurebbe in un mucchio di cenere. Questi sono pressoché i tratti canonici di ogni vampiro presente in letteratura, così come nel cinema o nei fumetti, ad esempio. Accanto però agli elementi distintivi che fanno di questi personaggi dei "vampiri", diversi autori nel tempo hanno applicato delle particolarità intrinseche ai loro protagonisti che li hanno resi unici, inconfondibili e hanno dato vita a nuove idee di vampiro: esse hanno aperto così la strada alle opere seguenti, che hanno così attinto e si sono fatte ispirare da questi nuovi archetipi.

Tra questi modelli esemplificativi abbiamo selezionato tre tipi di vampiri celebri in particolare, che si sono imposti nell'immaginario collettivo e sono serviti da esempio ed ispirazione per i loro successori: l'affascinante ma malvagio aristocratico , il Dracula di Bram Stoker; l'esteta ed edonista tormentato protagonista di Intervista col Vampiro, di Anne Rice; ed il vampiro "invasore" che crea una schiera di suoi simili, seminando morte e orrore nella provincia, ne Le Notti di Salem di Stephen King.

Prima di addentrarci alla scoperta dei vampiri celebri di Stoker, Rice e King, passiamo però attraverso le origini di questi personaggi antichissimi, ripercorrendone brevemente la storia.

Il vampiro come ladro di vita

Benché oggi i prodotti della cultura pop odierna siano letteralmente invasi dalla figura del vampiro pressoché in tutte le salse, questo protagonista dei più terrificanti racconti horror (ma anche di simpatici cartoon e pellicole d'animazione) trova le sue radici in età antica e potremmo definirlo come uno dei più vecchi miti esistenti. Esso infatti infestava gli incubi degli individui già nell'antica mesopotamia, ma anche nella Grecia e nella Roma classiche, benché avesse nomi e forme diverse.

Gli assiri e i babilonesi lo chiamavano Ekimmu ed era un essere iroso che uccideva con furia le sue vittime prosciugandole del sangue. Anche i greci avevano la loro versione di creatura vampirica, sebbene avesse sembianze femminili e seducenti: queste figure erano chiamate Empuse, figlie della dea Ecate, e giacevano con gli uomini per privarli della loro forza vitale e farla propria. Sempre in Grecia, è noto il brucolacas (vrykolakas), un non-morto la cui carne non è soggetta a decomposizione, un essere immortale che si nutre di bambini e donne in gravidanza.

Quali che fossero le loro sembianze o i loro nomi, i vampiri dell'età antica erano visti come demoni o spiriti maligni (talvolta impalpabili) associabili più a delle divinità che a dei mostri tangibili e concreti, la cui caratteristica comune era quella di risucchiare l'essenza vitale degli individui: creature della notte e dell'oscurità, ladri di vita che se ne appropriavano con brutalità nutrendosi di essa. La figura mitologica del vampiro protagonista di leggende già in epoche remote potrebbe trovare quindi una sua ragion d'essere nelle paure più ancestrali dell'uomo: quella del buio, di ritrovarsi nell'oscurità minacciato da qualcosa che possa rubargli l'esistenza, strappargli via la vita. Siamo tuttavia ancora lontani dai vampiri celebri col mantello e i canini aguzzi che tutti conosciamo.

Nel Medioevo si fece largo, invece, una nuova idea di vampiro, più concreta e legata al culto dei morti. Con la diffusione sempre più capillare del cristianesimo in Europa che a poco a poco aveva iniziato a soppiantare i culti pagani pressochè ovunque, si rendeva necessario un adeguamento delle sepolture che fosse quanto più conforme possibile alla dottrina cristiana: il cadavere non necessitava di tutto ciò che lo aveva accompagnato durante la sua vita mortale, poiché ciò che era realmente immortale di un inviduo era la sua anima, la quale doveva tendere verso il paradiso, mentre il corpo era destinato al disfacimento che doveva avvenire una volta che esso fosse stato inumato. Concetti, questi, difficili da accettare per chi aveva vissuto per secoli secondo le credenze pagane anche per ciò che concerne il culto dei morti: si fece strada così l'idea che sepolture non adeguate, che non fossero sufficientemente "cristiane" o che non rispettassero, al contrario, la religione del defunto, non potessero dargli la pace cui esso anelava.

Era inevitabile che le paure dei vivi si trasformassero così in leggende. Quelle di morti che tornavano dall'oltretomba, irrequieti o infuriati, per infierire su chi era rimasto. Cadaveri redivivi che non potevano morire e che, similmente al Satana di cui si parlava nelle Sacre Scritture, bevevano il sangue dei loro simili: d'altra parte fu lo stesso Sant'Agostino ad affermare che, se un proprio caro defunto appariva sotto forma di spirito, era per chiedere che venisse sepolto adeguatamente, mentre se esso faceva la sua comparsa attraverso le sue spoglie mortali, ciò era sicuramente opera del Diavolo che lo aveva risvegliato per nutrirsi dei vivi.

È quindi a questo punto che sorgono le idee dell'acqua santa e del crocifisso (unitamente alla decapitazione) come alcune delle armi infallibili per scacciare il maligno che risiede in questo nuovo tipo di vampiro: idee che ancora oggi sono ben radicate in molte opere letterarie dei nostri giorni, seppur con diverse rivisitazioni. Tuttavia, le caratteristiche della moderna figura del vampiro sono da ricercarsi nei personaggi che popolano il folklore est-europeo a partire dal XV secolo fino ad arrivare al Vlad III Principe di Valacchia che ha ispirato il Dracula di Bram Stoker.

Le leggende dell'Europa orientale erano infatti dense di spiriti e personaggi legati alle credenze relative all'oltretomba e al culto dei morti: spiriti da appagare per non incorrere nelle loro ire, come quello della kikimora, del vodyanoy o delle rusalka. È comprensibile che in un ambiente fertile come quello folkloristico dei paesi pre-slavi si insediasse anche la figura del vampiro, spirito maligno nato da un'anima impura, vendicativo e geloso dei vivi, da cui risucchiava il sangue per sopravvivere una volta che avevo preso possesso di un cadavere. Tale spirito poteva talvolta sorgere all'interno di corpi che avevano subito una sepoltura prematura o che, ad esempio, presentassero un grado di decomposizione sospetto, essendo pressoché intatti anche dopo molti mesi dalla morte.

Fu però un personaggio storico realmente esistito a fornire l'ispirazione per l'ideazione del vampiro gotico che tanto ebbe fortuna dal XIX secolo in poi: Vlad III di Valacchia, membro del casato Draculesti, figlio di Vlad II Dracul. Il padre fu membro dell'Ordine del Drago, istituito per proteggere il cristianesimo in Europa orientale dalle mire dell'Impero Turco Ottomano, e pertanto il suo nome era legato anche al simbolo che identificava l'Ordine, ovvero il drago. Dracula era quindi il patronimico con cui era noto Vlad II il quale, benché sia considerato oggi in Romania una sorta di eroe popolare, pare sia stato così brutale con i suoi nemici da guadagnarsi l'epiteto di "impalatore": egli era infatti solito torturarli attraverso la pratica dell'impalamento, che poteva avvenire con modalità differenti a seconda del lignaggio dell'individuo. Su Vlad II, tuttavia, sorsero anche numerose leggende, come quelle che lo vedevano dedito al cannibalismo e all'ematofagia, stimolando le fantasie che, più tardi, sarebbero scaturite sotto forma di romanzi.

Vampiri celebri: Dracula di Bram Stoker

Considerato oggi il vampiro per eccellenza, il padre di tutti i vampiri celebri giunti in seguito sulla sua scia, il Dracula di Bram Stoker assume nella nostra mente le immagini che soprattutto il cinema gli ha donato rendendolo più "reale": quella della creatura dalle sembianze demoniache del Conte Orlok protagonista di Nosferatu, film muto del 1922; l'elegante Conte ammantato di nero, raffinato benché dallo sguardo minaccioso, che l'attore Bela Lugosi ha reso celebre con il suo personaggio negli anni '30; o ancora, l'affascinante e giovane dandy che nel 1992 ha dato al vampiro un'altra rivisitazione con il Dracula di Bram Stoker diretto da Francis Ford Coppola.

Come accennato in precedenza, Stoker sembra abbia tratto ispirazione per il suo vampiro dalle leggende sorte intorno alla figura di Vlad II di Valacchia; tuttavia il suo celebre romanzo prende le mosse anche da un'altra narrazione, pubblicata nel 1819: quella de Il Vampiro, racconto scritto dall'inglese John Polidori, in cui il vampiro non è più uno spirito vendicativo nel corpo di un morto come vuole la tradizione folkloristica, quanto piuttosto un nobile aristocratico che si fa largo nell'alta società e seduce le sue vittime per berne il sangue.

In maniera analoga, il Dracula di Bram Stoker (protagonista di uno degli ultimi romanzi gotici di fine '800 che già si discosta dai canoni tradizionali) è un conte, un elegante aristocratico che almeno all'apparenza non ha le caratteristiche del mostro assetato di sangue. Pubblicato nel 1897, il romanzo di Stoker ha inizio dall'arrivo di un giovane avvocato, Jonathan Harker, in Transilvania dove è stato incaricato di curare l'acquisto di una proprietà immobiliare in Inghilterra da parte di un certo Conte Dracula. Giunto sul posto gli abitanti tentano di convincere Harker a non raggiungere il castello del Conte, tuttavia il giovane non dà peso alle superstizioni dei locali; il gentiluomo che lo accoglie al castello fa credere così ad Harker di trovarsi al sicuro, benché presto l'avvocato si renderà conto di essere stato ingannato e di essere in trappola nella tana di un vampiro. Dracula lo tiene prigioniero, mentre si prepara ad attuare il suo piano: raggiungere l'Inghilterra per andare alla ricerca di nuove vittime.

L'azione si sposterà quindi nella cittadina portuale di Whitby, dove Dracula inizierà a fare le sue prime vittime, tra cui Lucy, amica di Mina Murray (fidanzata di Jonathan Harker). Quando Harker riuscirà infine a liberarsi dalla sua prigionia e a fare ritorno in patria, dovrà combattere contro il vampiro aiutato dal dottor Seward, dal professor Van Helsing e dal pretendente di Lucy, Quincey Morris, per impedire che Dracula si nutra ancora e faccia Mina sua sposa per l'eternità.

Il vampiro di Bram Stoker si presenta come un uomo anziano ma di bell'aspetto che può mutare fino ad assumere le sembianze di un giovane avvenente (indimenticabile in questo senso l'interpretazione di Gary Oldman in Dracula di Bram Stoker del regista Francis Ford Coppola). Un ricco gentiluomo di cui nulla lascia presagire che si tratti di un vampiro, una creatura della notte e dell'oscurità dedita a succhiare il sangue degli umani. Dracula, che si è imposto in maniera così radicata tra i vampiri celebri della nostra cultura, è quindi la personificazione stessa del male sotto mentite spoglie: un elegante e nobile seduttore, che tuttavia è portatore di corruzione e morte, come le tradizionali figure demoniache ammaliatrici.

Ad una più attenta analisi, si potrebbe dire che questo vampiro rappresenti non solo il male nell'accezione più ampia del termine, ma anche la perversione della carne, l'immoralità e il decadimento dei valori, l'irrazionalità data dalla degenerazione. A Dracula si contrappone quindi, più che Harker, il professor Van Helsing piuttosto, il quale incarna così il pensiero razionale, l'approccio scientifico di quel positivismo che si era andato affermando nel XIX secolo: il bene dato da ciò che è verificabile e misurabile, dal progresso e dalla ragione.

Dracula di Bram Stoker, però, può essere visto anche in un'altra luce, certamente priva del politically correct odierno: il vampiro giunto in Inghilterra dalla Transilvania, che seduce e tenta di nutrirsi delle donne che affiancano i protagonisti, è molto probabilmente l'incarnazione dello straniero invasore, un forestiero giunto da lontano che vuole imporre la sua degenerazione e appropriarsi di ciò che "appartiene" ai locali. Una chiave di lettura, questa, legata certamente al contesto fortemente misogino del periodo vittoriano in cui Stoker visse.

Intervista col Vampiro di Anne Rice

Le pulsioni e i desideri umani possono affliggere anche esseri immortali e distaccati come i vampiri? La scrittrice Anne Rice ha provato a rispondere a questa domanda e grazie a lei abbiamo fatto la conoscenza di una nuova tipologia di vampiro: una creatura tormentata, afflitta dalle riflessioni sulla sua stessa esistenza dannata.

Come per Dracula anche per Intervista col Vampiro abbiamo una trasposizione filmica del 1994, ad opera di Neil Jordan, e non possiamo fare a meno di associare i volti degli interpreti protagonisti, Brad Pitt, Tom Cruise e Kirsten Dunst, a quelli dei personaggi che vivono tra le righe scritte da Anne Rice. Tuttavia è con il suo romanzo del 1976 che il vampiro acquisisce una nuova forma nell'immaginario collettivo, arricchendo la narrazione e le interpretazioni su questa figura mitologica che popola il genere horror.

Intervista col Vampiro fa parte di una serie di dieci romanzi chiamata Cronache dei Vampiri, scritti da Rice tra il 1976 e il 2016, best seller in tutto il mondo, ma è il primo libro (must read del genere) ad aprire la strada ai passionali vampiri celebri della scrittrice che si sono ritagliati uno spazio speciale nella cultura pop odierna. Il romanzo è infatti il racconto di Louis de Pointe du Lac, narrato ad un giovane giornalista, riguardo ai fatti della sua vita tormentata da vampiro. Louis, ricco possidente di New Orleans, soffre la morte del fratello avvenuta nel 1791 ed è sospeso tra il desiderio di morire a sua volta e la sua incapacità di togliersi la vita: in questo stato di profonda depressione, subisce l'influsso di un giovane affascinante quanto inquietante, che lo raggiunge e ne beve il sangue, per poi trasformarlo a sua volta in vampiro.

Il suo nome è Lestat de Lioncourt: un vampiro edonista, dedito alle uccisioni senza scrupoli e ai piaceri derivanti dal condurre una vita agiata (tanto che per lungo tempo Louis crede di essere stato vampirizzato da Lestat per le sue ricchezze). I due vivono per molti anni insieme e Louis cova per Lestat un sentimento d'odio che cerca di tenere latente, in quanto ha bisogno del suo "maestro" per capire in che modo vivere come vampiro. Tuttavia, quando un giorno Louis decide di andarsene e scoprire da solo i segreti di questa esistenza, Lestat lo costringe a rimanere attraverso un sotterfugio: vampirizza una bambina di cinque anni, Claudia, di cui Louis si era nutrito in precedenza lasciandola in fin di vita, così che di fatto essi ne diventano i padri.

Gli anni trascorrono per i tre che formano una sorta di famiglia, ma Claudia non può più soffrire l'arroganza di Lestat: la bambina uccide il vampiro e con Louis raggiunge l'Europa per trovare altri vampiri loro simili. Qui i due resteranno delusi nello scoprire che non vi sono creature come loro, ma solo revenants, semplici cadaveri rianimati. Louis e Claudia dovranno quindi giungere a Parigi per trovare altri vampiri e qui il primo farà la conoscenza di Armand, un vampiro di quattrocento anni che lo affascinerà profondamente, mentre la cerchia di cui l'antica creatura è il capo rappresenterà la fine di tutto ciò che Louis ama ed il culmine della sua infelicità.

Dei vampiri celebri protagonisti del romanzo di Rice, il primo elemento che ci comunica la loro diversità dagli esseri mitologici tradizionali che si sono radicati nella nostra letteratura, è il fatto di essere immuni, se non talvolta indifferenti, ad oggetti quali aglio, crocifissi o acqua santa. Sono inoltre molto belli ed eterei, dalla pelle chiara e tesa come marmo: non hanno quindi un aspetto demoniaco o quantomeno inquietante seppur affascinante. Il secondo elemento che li rende piuttosto unici, poi, sono le loro passioni, così profonde e sentite da renderli spesso paragonabili a noi umani.

Nel corso di Intervista col Vampiro, Louis si sofferma più volte sul racconto dei suoi sentimenti, sull'infelicità che prova nell'uccidere e sulle riflessioni intorno a questa pratica in particolare, vista dal protagonista come il male supremo. Benché i vampiri più anziani come Armand abbiano accettato la loro natura di vampiro e si dimostrino alquanto distaccati nei confronti di tutto ciò che possa essere legato alla vita umana, anch'essi provano dei sentimenti: desiderio, amore, passione, che sembra non possano essere mai appagati nel corso della loro esistenza mortale tanto più che l'unico modo per metterli temporaneamente a tacere è solo quello di bere il sangue di vittime innocenti, notte dopo notte.

Non c'è luce per questi vampiri tormentati dalla loro stessa natura; non c'è redenzione per i loro crimini, necessari per la loro sopravvivenza. Solo una via d'uscita dalla realtà data dal vivere questa vita dannata nel lusso e nell'edonismo: i protagonisti di Intervista col Vampiro sono esteti, "giovani" dalla forte carica sessuale continuamente alla ricerca del bello e della raffinatezza, sebbene infine si rendano conto che nemmeno gli oggetti materiali più sontuosi possano donare loro la felicità che cercano. In questo senso, esemplare la figura di Claudia, vampira eternamente bambina, una donna che cresce e invecchia rimanendo perennemente intrappolata in un corpo che, invece, non assumerà mai le forme di una donna e non le permetterà di fare esperienza di tutto ciò che è legato al mondo degli adulti.

Le Notti di Salem di Stephen King

Ben Mears fa ritorno a Jerusalem's Lot (abbreviato in Salem's Lot), desolata cittadina di provincia in cui aveva vissuto tanti anni prima. Lo scrittore torna ai suoi luoghi d'origine per affrontare i mostri lasciati lì dalla sua infelice infanzia, segnata da uno shock terribile: fatto il suo ingresso per una scommessa in casa Marsten, una magione abbandonata sulla collina, aveva avuto la terrificante visione del suo precedente proprietario impiccato, con gli occhi spalancati a fissarlo.

Ben è lì anche per portare a termine la scrittura del suo romanzo proprio su casa Marsten, ma scopre che l'abitazione è stata acquistata da due uomini giunti a Salem's Lot per aprire un negozio di antiquariato: Kurt Barlow e R.T. Straker. L'arrivo dei due nuovi arrivati in città coinciderà con una serie di eventi sospetti e orribili, lasciando una scia di morte che condurrà alla raccapricciante verità: Barlow e Straker sono due vampiri che si nutrono di sangue e stanno vampirizzando a poco a poco tutti i cittadini di Salem's Lot.

Stephen King scrive Le Notti di Salem nel 1975, secondo romanzo della sua lunga e prolifica carriera di scrittore horror, ma pur essendo solo uno dei suoi primissimi lavori inserisce al suo interno la figura di un vampiro particolare, latore di un nuovo approccio al racconto di questo mostro che tanto infesta gli incubi sin dai tempi antichi. Richard Matheson aveva già introdotto la vampirizzazione di massa con il suo Io Sono Leggenda, nel 1954, tuttavia King riprende il concetto unitamente agli elementi chiave introdotti dal Dracula di Bram Stoker per dare vita ad un archetipo di vampiro che negli anni seguenti sarà ripreso più e più volte, soprattutto a livello cinematografico.

Le Notti di Salem mette in scena quindi un vampiro malvagio, spaventoso, la cui aura di minaccia emanata è percettibile sotto la maschera dell'uomo d'affari: lui è il fulcro del "contagio", un'epidemia di vampirismo destinata a passare come una falce sulla piccola cittadina di provincia per assoggettarla e mietere sempre nuove vittime, un male che appare inarrestabile e capace di travolgere chiunque. Come avviene in situazioni di emergenza, alcuni cittadini di Salem's Lot cercano di unire le proprie forze per far fronte a questa orribile minaccia, armandosi degli oggetti che il buon vecchio Stoker ha identificato come efficaci per combattere i vampiri: il cast è corale, ogni personaggio mette a disposizione le proprie conoscenze per abbattere il nemico, e l'approccio è similare a quello della più celebre tradizione di cinematografia su zombie e non-morti. Le Notti di Salem è insomma una sorta di L'Invasione degli Ultracorpi in cui il male che si diffonde per la cittadina sperduta non è raffigurato sotto forma di extraterrestre, ma di vampiro mutuato dalla più celebre tradizione letteraria: il mostro per eccellenza.

Il vampiro di King è figlio del suo tempo: siamo negli anni '70, un periodo segnato dalla guerra in Vietnam e dall'onnipresente minaccia della Guerra Fredda; la paura del nemico è palpabile, l'America sente di essere costantemente minacciata dalla presenza di uno straniero entro i suoi stessi confini che possa portare uno stravolgimento profondo direttamente alle radici del capitalismo che la sostiene. Il mostro di Stephen King può essere allora quel nemico infiltrato nel paese, ma probabilmente è anche di più: è il seme del conformismo, da cui partono le radici di quella massificazione che in quegli anni iniziava a far paura a chi avesse un occhio abbastanza attento da leggerne i pericoli. Una vampirizzazione vista quindi come l'appiattimento delle masse, rese incapaci di pensare, ma solo di risucchiare la linfa vitale da chi cerca di opporsi al travolgimento di quest'onda, armato di aglio e paletti di legno.

Un'edizione speciale in Blu-Ray del film Intervista col Vampiro, che potrete trovare cliccando su questo link.