CPU Intel Core desktop a 10 nanometri cancellate?

Intel ha cancellato le CPU desktop a 10 nanometri? Torna un'indiscrezione che più volte abbiamo sentito in questi anni. L'azienda potrebbe continuare con i 14 nanometri fino al 2022, anno in cui passerà ai 7 nanometri.

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a cura di Manolo De Agostini

Non è la prima volta che in questi anni circola un’indiscrezione simile, ma quando emerge fa chiaramente scalpore: Intel avrebbe deciso di non portare alcun processore a 10 nanometri sul mercato dei PC desktop, confinando le architetture Ice Lake, Tiger Lake e Alder Lake solamente al mondo mobile e server.

A dirlo è il sito HardwareLuxx, facendo riferimento a una fonte ben informata ma ovviamente segreta. La fonte parla di problemi nel raggiungere frequenze elevate con il processo produttivo a 10 nanometri. E a dire il vero è una chiacchiera che circola da tempo nel mondo dei giornalisti hi-tech, specie quelli statunitensi più vicini ai fatti.

Se la voce dovesse trovare conferma, Intel continuerebbe a proporre processori a 14 nanometri in ambito desktop di derivazione Skylake (architettura del 2015) fino al 2022, anno in cui ci sarà il passaggio ai 7 nanometri con Meteor Lake.

Insomma, dopo Comet Lake, il progetto che a inizio 2020 ci porterà CPU desktop fino a 10 core, toccherà a Rocket Lake nel 2021. Per questo progetto si parla di un rinnovamento della grafica integrata, con il passaggio a quella Gen12 (Xe) che dovrebbe garantire un netto balzo in avanti delle prestazioni. Probabilmente aumenteranno anche numero di core e le frequenze rispetto a Comet Lake, grazie a un'ulteriore ottimizzazione del processo a 14 nanometri.

E mentre l’architettura x86 non cambierà, Intel dovrebbe concentrarsi su altre aree, ad esempio nel supporto al PCI Express 4.0 e/o un possibile ribilanciamento della cache simile a quanto visto con i processori Core X, con l’implementazione magari dell’architettura mesh per mantenere basse le latenze con un alto numero dei core.

Per quanto riguarda Meteor Lake, si tratterebbe di un chip con core x86 non ancora noti: la roadmap ufficiale di Intel si ferma infatti al 2021 con Golden Cove. Potrebbe quindi trattarsi di core Willow Cove, Golden Cove o qualcosa di nuovo (Ocean Cove?), realizzati con processo produttivo a 7 nanometri EUV e ovviamente una parte grafica rinnovata.

Come scritto in apertura, l’architettura Ice Lake a 10 nanometri dovrebbe invece sbarcare nel mondo server, ambito in cui l’azienda sembra non voler lasciare troppo spazio ad AMD sul fronte dell'innovazione, che invece potrebbe godere di maggiore spazio nel settore desktop.

È bene ricordare in chiusura che al momento quanto scritto è solo un’indiscrezione. Intel ancora non si è espressa in merito. Va anche sottolineato che l’azienda nell’ottobre 2018 negava voci di corridoio simili, dicendo di aver registrato “buoni progressi sui 10 nanometri”.

La nostra sensazione però è che i 10 nanometri siano nati sotto una cattiva stella. Anche le CPU Ice Lake mobile presentate nelle scorse settimane hanno evidenziato frequenze ridotte e un numero di core non superiore a 4 (aspetti compensati dall'architettura Sunny Cove e dalla grafica Gen11), tanto che Intel ha creato anche le proposte Comet Lake fino a 6 core, in modo da coprire la domanda di processori e anche di prestazioni degli OEM.

In passato, parlando dei 10 nanometri, Intel ammise di essersi data obiettivi troppo ambiziosi. L’azienda perseguiva inizialmente un fattore di scaling pari a 2,7 volte, e cercò di raggiungerlo affidandosi alla litografia deep ultraviolet (DUVL) con laser operanti su una lunghezza d’onda di 193 mm. Per creare chip a 10 nanometri Intel ha dovuto fare pesante affidamento sul multipatterning e questo è stato il vero problema che ha rallentato la messa a punto del processo produttivo.

Per quanto riguarda i 7 nanometri invece, si tratta di un processo sviluppato da un team differente in modo indipendente e parallelo ai 10 nanometri. L’uso dei 7 nanometri nella gamma Intel è previsto per il 2021: si tratterà anche del primo uso commerciale da parte dell'azienda della litografia extreme ultraviolet (EUV), tecnologia che aiuterà a scalare per diverse generazioni produttive e accelerare la produzione. Si parla di produzione EUV tramite laser con lunghezza d’onda di 13,5 mm per layer selezionati, quindi l’azienda non si affiderà pesantemente al multipatterning, grande fonte di problemi con il processo a 10 nanometri.