Ryzen 9 3950X a novembre per colpa delle frequenze?

Secondo voci il Ryzen 9 3950X sarebbe slittato a novembre per via delle frequenze non soddisfacenti. Una possibilità da non escludere, ma da prendere con le pinze.

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a cura di Manolo De Agostini

Potrebbe non essere l’impossibilità di TSMC di coprire la domanda di CPU Ryzen 3000 la causa del ritardo del top di gamma Ryzen 9 3950X, annunciato lo scorso luglio e fino a che giorno fa atteso entro settembre, ma adesso previsto per novembre (a 749 dollari) insieme ai Ryzen Threadripper 3000.

Secondo voci raccolte dal taiwanese Digitimes nel mondo dei produttori di schede madre, la nuova CPU di AMD, un mostro con 16 core e 32 thread, sarebbe slittata perché non avrebbe raggiunto in tempo utile le frequenze prefissate. Torniamo per un attimo a luglio, in quel di San Francisco, e a ciò che scrivevamo:

“Il Ryzen 9 3950X, oltre ai 16 core e ai 32 thread, offre 72 MB di cache (che AMD chiama GameCache), il tutto in un TDP di 105 watt. Se già questo vi sembra un piccolo miracolo, allora ecco le frequenze: 3,5 GHz di base e 4,7 GHz in Boost. Frequenze che non hanno nulla da invidiare al resto della gamma Ryzen 3000, con un piccolo calo della frequenza di base ma il clock più alto di tutti in Boost”.

Le frequenze ci avevano effettivamente colpito, segno che AMD ha certamente scelto un obiettivo ambizioso, che richiede necessariamente una selezione molto attenta dei chip più validi direttamente in fabbrica.

In queste settimane abbiamo però visto come i Ryzen 3000 abbiano avuto qualche problema nel garantire le frequenze pubblicizzate (cosa che AMD sta superando con un nuovo firmware) e quindi il dubbio che questo possa aver influenzato la data di uscita del 3950X è legittimo.

Abbiamo però due elementi strettamente correlati che ci fanno propendere per la versione ufficiale e non per le chiacchiere di corridoio.

Il primo è che la richiesta di Ryzen 3000 è effettivamente elevata, il secondo è che il Ryzen 9 3900X (attuale top di gamma con 12 core, acquistabile qui) fatica a essere disponibile con continuità.

È chiaro quindi che un intoppo nel tenere il ritmo della domanda c’è, e che sia colpa di TSMC o semplicemente una decisione di AMD di allocare più produzione a 7 nanometri su modelli specifici o gli EPYC di seconda generazione, non lo sappiamo.

Non è da escludere che il problema delle frequenze vi sia, ma forse non è l’unico elemento imputabile per questo ritardo.

A ogni modo per quanto non vediamo l’ora di mettere le mani sulla nuova CPU, AMD può prendersi tranquillamente tempo fino a novembre per fare le cose per bene: il Core i9-9900KS in arrivo a ottobre non sembra poter cambiare molto il panorama, mentre i Core di decima generazione desktop “Comet Lake” dovrebbero arrivare solo nei primi mesi del 2020, a meno di improvvise accelerazioni da parte di Intel.