Amazfit Verge recensione: uno dei migliori smartwatch sotto i 200 euro, peccato per la gestione delle notifiche

Recensione Amazfit Verge, smartwatch targato Xiaomi che arriva in Italia a 159,90 euro.

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a cura di Saverio Alloggio

Amazfit Verge è un prodotto coraggioso. Huami, la start up che lo produce, fa parte della galassia Xiaomi da ormai qualche anno. Questo ha permesso, nel tempo, di allargare la commercializzazione su scala globale. Lo smartwatch in questione è infatti il primo, in ordine temporale, a essere distribuito ufficialmente in Italia. Segno evidente di quanto l'azienda guidata da Lei Jun ritenga importante il nostro Paese nella propria strategia di crescita al di fuori della Cina, puntando come sempre sul rapporto qualità/prezzo.

Per acquistare Amazfit Verge sono infatti necessari 159 euro. Una cifra che, considerando quanto offerto in termini di funzionalità, sarebbe stata probabilmente doppia in relazione ad altri brand. Di fatto, l'unico aspetto che convince poco di questo smartwatch è la gestione delle notifiche, decisamente limitata per un prodotto che, tra l'altro, consente anche di gestire direttamente le telefonate. Una scelta singolare da parte da Huami, che comunque non inficia l'ottima esperienza utente.

Considerando il prezzo di vendita, il rivale principale è certamente il Huawei Watch GT. Quest'ultimo ha dalla sua un software più completo, pensato tra l'altro per essere funzionale a un'ecosistema che, ad oggi, è ormai completamente disponibile in Italia. Come già accaduto con i prodotti Xiaomi, il Verge ha potenzialità che ancora non riescono a essere sfruttate a pieno, vista l'assenza dalle nostre parti di determinati servizi. È comunque solo una questione di tempo.

Design e vestibilità

Da un punto di vista prettamente estetico, Amazfit Verge è uno smartwatch che si ama o si odia. È evidentemente pensato per un pubblico sportivo, specie nella colorazione bianca che vedete ritratta nelle immagini. La cassa è realizzata in policarbonato, mentre i cinturini (aggancio standard 22 mm) sono in silicone. Nonostante lo spessore di ben 1,26 cm, il peso è stato contenuto ad appena 46 grammi, per cui una volta indossato ci si dimentica di averlo al polso.

Sul lato sinistro del quadrante è presente un pulsante fisico arancione (la posizione non è comodissima), che serve per tornare alla schermata iniziale dell'interfaccia. L'approccio di Huami è stato quelli di delegare l'interazione con lo smartwatch al touch screen, una scelta che, come vedremo, ha i suoi pro e i suoi contro. Importante ricordare la presenza della certificazione IP68, per cui Amazfit Verge può essere immerso fino a 1 metro e mezzo di profondità per un massimo di 30 minuti. In realtà non è in grado di monitorare un'attività sportiva come il nuoto, però non ci sono problemi nel momento in cui lo si porta con se per fare jogging sotto la pioggia.

Sulla parte posteriore del quadrante è presente il lettore ottico per il monitoraggio del battito cardiaco, oltre al connettore magnetico per la ricarica della batteria. Oltre che nella colorazione bianca, è disponibile anche nelle varianti cromatiche nera e blu, con quest'ultima che potrebbe incontrare i gusti anche del pubblico femminile. In generale, la costruzione è certamente ben riuscita, anche se siamo lontani dalla percezione premium di altri smartwatch, compreso il Watch GT di Huawei.

Software e funzionalità

Amazfit Verge è basato su un sistema operativo proprietario. Graficamente l'interfaccia è intuitiva e minimale e, pur non avendo confidenza con questo OS, ci si abitua a utilizzarlo in pochissimi minuti. Per navigare nei vari menù si utilizza il touch screen e gli swipe: verso sinistra per accedere ai widget, verso il basso per entrare nel centro di controllo, verso l'alto per visualizzare l'elenco delle notifiche ricevute.

La gestione di queste ultime non mi ha convinto. Innanzitutto occorre precisare come sia possibile visualizzare le notifiche di qualsiasi applicazione installata sullo smartphone collegato, e questo è senza dubbio in vantaggio. È possibile però solo leggerle, senza alcuna possibilità di interazione. Inoltre, una volta eliminate sullo smartwatch, non vengono cancellate automaticamente sul telefono. Insomma, da questo punto di vista mi sarei aspettato qualcosa di più.

Per quanto riguarda le applicazioni preinstallate (un aspetto importante considerando come non ci sia uno store per le app in stile Wear OS), c'è tutto quello che è lecito attendersi su uno smartwatch (timer, sveglia, monitoraggio del battito cardiaco h24 ecc...) ad eccezione di un sistema per i pagamenti in mobilità attraverso l'NFC. In realtà questo esiste in Cina, ma non è ancora attivo in Italia. Esattamente il discorso che facevamo in apertura in merito all'ecosistema.

Huami ha inoltre integrato un microfono e un altoparlante al fine di poter gestire direttamente dal Verge le telefonate. In realtà, nella pratica, occorre tenere lo smartwatch davvero molto vicino al volto, in quanto entrambi sono caratterizzati da un volume decisamente basso. Inoltre, non c'è il supporto agli assistenti vocali (nella versione cinese è presente), anche se l'azienda ha annunciato di essere a lavoro per l'implementazione di Alexa. Vedremo che tipo di evoluzioni ci saranno.

C'è ovviamente la possibilità di monitorare le attività sportive (non quelle in acqua) e in più il Verge integra il GPS, per cui manna dal cielo per chi pratica jogging, con la possibilità di tracciare precisamente il percorso con distanze e calorie bruciate. Una presenza, questa del GPS, non da poco su uno smartwatch posizionato al di sotto dei 200 euro, che tra l'altro funziona molto bene ed è preciso.

Display e autonomia

Sulla parte frontale c’è un display da 1,3 pollici realizzato con tecnologia AMOLED e caratterizzato da risoluzione di 360 x 360 pixel, di forma circolare. Poco da dire su questo pannello: ottima la luminosità così come la visibilità all’aperto, anche sotto la luce diretta del sole. Molto buono il trattamento oleofobico del vetro che lo protegge, che quindi non trattiene le impronte.

L’altro contrasto garantito dalla tecnologia AMOLED risulta cruciale per la leggibilità su pannelli così piccoli e gli angoli di visuale sono praticamente assoluti. C'è una sorta di modalità always-on, che a display in stand-by mostra sempre l'orario, una possibilità che su smartwatch è sempre apprezzabile. Ovviamente, rimane ferma la funzionalità che, con la rotazione del polso, attiva automaticamente lo schermo, anche se sinceramente non l'ho trovata sempre perfettamente funzionante.

Per quanto riguarda l'autonomia, all'interno di questo Amazfit Verge troviamo una batteria da 390 mAh. Con il mio solito utilizzo, avendo lo smartwatch sempre al polso con centinaia di notifiche da segnalare nelle 24 ore e luminosità dello schermo al 50%, ho raggiunto circa i 6 giorni lontano dalla presa elettrica. Una durate che si riduce di circa 24/48 ore nel caso in cui lo si utilizzi in ambito sportivo, magari con GPS attivato. Insomma, ci sono prodotti che da questo punto di vista fanno meglio, ma comunque non ci si ritroverà praticamente mai a doverlo caricare ogni giorno.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Amazfit Verge è certamente uno dei migliori smartwatch al di sotto dei 200 euro. Arriva in Italia a 159 euro, praticamente il medesimo prezzo a cui oggi è possibile acquistare il Watch GT di Huawei (posizionato di listino a 199 euro). Come sempre in questi casi è questione di gusti e, soprattutto, di priorità di utilizzo. Il software del primo infatti appare più immediato e per certi versi più adatto all'utilizzo su display così piccoli, ma non c'è dubbio che il secondo offra un'esperienza utente più completa (grazie anche a tutta una serie di funzionalità già presenti per il mercato italiano).

In ogni caso, la soluzione di Huami è assolutamente valida, e rappresenta un primo passo ufficiale importante di un'azienda che, in ambito wearable, darà certamente filo da torcere a tutti grazie alla presenza di Xiaomi alle sue spalle e al rapporto qualità/prezzo dei propri dispositivi.