Google ha accettato di sborsare l'ingente cifra di 3,8 milioni di dollari per rispondere alle accuse di discriminazioni salariali verso alcune delle proprie dipendenti, mosse dal Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti.
L'agenzia governativa aveva iniziato delle indagini sulla questione alcuni anni fa, ritenendo il colosso dell'informatica totalmente colpevole. Ne è uscito fuori che Google ha sottopagato diverse ingegnere che lavoravano presso gli uffici di Washington e Mountain View.
Dalle indagini era inoltre emerso come ad alcune ingegnere asiatiche che avevano fatto domanda presso le sedi di San Francisco, Sunnyvale e Kirkland, erano state offerte
durante il proprio periodo lavorativo, terminato il 31 agosto 2017.
I termini specifici dell'accordo sono stati spiegati dal Dipartimento del Lavoro sul sito ufficiale. Google pagherà 1,35 milioni di dollari del totale, oltre agli interessi, a 2,565 ingegnere.
Sborserà poi 1,23 milioni di dollari alle 1,757 ingegnere e alle altre dipendenti asiatiche che non erano state messe sotto contratto. La rimanente cifra, che si aggira sugli 1,25 milioni, sarà pagata nel corso dei prossimi cinque anni agli ingegneri in America che hanno lavorato presso gli uffici investigati dal Dipartimento.
Ma non è tutto, perché Google dovrà anche rivedere le proprie politiche aziendali riguardanti le assunzioni e dovrà intraprendere azioni correttive per evitare altre discriminazioni in futuro.
Un danno di immagine non indifferente per l'azienda, che già in passato aveva risposto alle accuse di discriminazione. Nel 2019, infatti, aveva apertamente dichiarato di aver sborsato 9,7 milioni di dollari per chiudere i gap salariali.
Google ha poi diffuso un breve comunicato al sito TechChrunch, dichiarando di essere contenta di aver risposto a queste accuse nel migliore dei modi e di continuare a lavorare duramente affinché non si ripetano in futuro.