Recensione Huawei Watch GT: abbandonare Wear OS è stata la scelta giusta

Recensione Huawei Watch GT, nuovo smartphone dell'azienda cinese basato su un sistema operativo proprietario. Può arrivare a 2 settimane di autonomia con una singola carica.

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a cura di Saverio Alloggio

Huawei Watch GT segna un importante cambio di rotta per l'azienda cinese nel settore degli smartwatch. È infatti il dispositivo che segna l'abbandono di Wear OS di Google a favore di un sistema operativo proprietario. Una scelta che, pur penalizzando un po' l'utente per quanto riguarda le applicazioni da poter installare, dall'altra esalta un aspetto cruciale per questo genere di prodotti, ovvero l'autonomia.

In Italia viene venduto a 199 euro, una cifra certamente importante ma comunque inferiore ai due principali concorrenti. Il Galaxy Watch di Samsung è stato infatti posizionato oltre i 300 euro, mentre Apple Watch Serie 4 parte da 439 euro. Un vantaggio importante per il Huawei Watch GT, che però presenta un design meno "trasversale" rispetto ai competitor, adattandosi più al pubblico maschile che a quello femminile.

Di contro però è uno smartwatch decisamente completo, soprattutto in ambito sportivo: impermeabile fino a 5 atmosfere, per cui adatto anche per il nuoto; in grado di monitorare anche costantemente il battito cardiaco; non manca il GPS con tanto di supporto ai sistemi GLONASS e Galileo, per cui manna dal cielo per chi fa jogging; il software Huawei Health da installare sullo smartphone ha finalmente raggiunto una certa maturità; il display AMOLED è perfettamente visibile anche all'aperto.

Design e vestibilità

La cassa è realizzata in metallo, mentre la ghiera frontale in ceramica: al tatto si percepisce la cura riposta da Huawei nella costruzione. Il quadrante è da 46 mm, e questo fa immediatamente capire come si tratti di uno smartwatch fondamentalmente pensato per un pubblico maschile. È comunque molto comodo da indossare, grazie al cinturino in silicone, allo spessore di 10,6 mm e al peso di appena 46 grammi. Portandolo al polso tutto il giorno non ho percepito alcun fastidio, se non una leggera sensazione di calore quando si attiva il sensore per il battito cardiaco.

Sul lato sinistro del quadrante sono presenti due pulsanti fisici, che servono a interagire con il software. L'impermeabilità fino a 5 atmosfere è un vantaggio non da poco, l'ho portato con me in piscina senza riscontrare alcun tipo di problema. Nella confezione di vendita, oltre allo smartwatch, viene fornita la piccola basetta magnetica per la ricarica della batteria, con il connettore posto sul retro della cassa, comodo da raggiungere.

Huawei Watch GT viene inoltre venduto nella colorazione nera ritratta nelle immagini e in quella argentata con cinturino in pelle. Anche in questo caso, una scelta che strizza l'occhio soprattutto al pubblico maschile. Insomma, da un punto di vista estetico il design è quello di un orologio per lo sport, che però non sfigura indossandolo nella quotidianità, anche perché c'è un aspetto importante da considerare: il cinturino può essere tranquillamente sostituito da uno qualsiasi standard con aggancio da 22 mm.

Software e funzionalità

Come detto in apertura, Huawei ha scelto di abbandonare Wear OS integrando nel Watch GT un sistema operativo proprietario. Il software è decisamente intuitivo, ci si muove nell'interfaccia sfruttando i pulsanti fisici e ovviamente il touch-screen. Con una pressione prolungata sul display è possibile cambiare quadrante, la scelta è abbastanza ampia e le "watch face" sono ben realizzate, anche se non c'è uno store da cui scaricarle come avviene invece con l'OS di Google.

Con uno swipe dall'alto verso il basso si accede a una sorta di tendina con tutta una serie di scorciatoie: dalla luminosità dello schermo al pulsante per entrare nelle impostazioni. Con uno swipe verso destra invece si accede alle informazioni sul battito cardiaco, con un vero e proprio grafico qualora sia attivo il monitoraggio continuo. Proseguendo sempre verso destra si arriva alla schermata delle previsioni del tempo, con le località che possono essere impostate manualmente o in automatico attraverso la localizzazione GPS.

Huawei Watch GT riceve le notifiche dallo smartphone e dà la possibilità di leggerle direttamente dallo smartwatch. Non è possibile però rispondere, un po' come avviene per le telefonate: è possibile visualizzare chi ci sta chiamando, ma la telefonata bisogna gestirla sempre dal telefono. In tal senso, Wear OS è certamente più completo, anche se personalmente ho sempre trovato scomodo gestire questi aspetti dai piccoli display degli orologi.

Con il pulsante fisico in basso a destra si accede alla parte sportiva. Prima di effettuare una corsa, di fare una nuotata o magari di iniziare a pedalare in bicicletta, è possibile attivare il monitoraggio specifico per l'attività. Il tracciamento l'ho trovato abbastanza preciso, non ai livelli di prodotti come i Garmin, ma decisamente buono. Tutti i dati vengono poi sincronizzati con l'applicazione Huawei Health: può essere installata sia su Android che su iOS, presenta un'interfaccia semplice e intuitiva e può interfacciarsi con servizi di terze parti come MyFitnessPal.

Poco da dire sulle prestazioni in senso stretto dello smartwatch. Nonostante sulla carta l'hardware non faccia gridare al miracolo (128 Megabyte di memoria interna e 16 Megabyte di RAM), non ho mai riscontrato impuntamenti o incertezze. Da questo punto di vista il sistema operativo di Huawei fa la differenza, essendo stato pensato e realizzato appositamente per il Watch GT. Non manca la funzionalità di monitoraggio del sonno.

Display e autonomia

Sulla parte frontale c'è un display da 1,39 pollici realizzato con tecnologia AMOLED e caratterizzato da risoluzione di 454 x 454 pixel, di forma circolare. Poco da dire su questo pannello: ottima la luminosità così come la visibilità all'aperto, anche sotto la luce diretta del sole. Molto buono il trattamento oleofobico del vetro che lo protegge, che quindi non trattiene le impronte.

L'altro contrasto garantito dalla tecnologia AMOLED risulta cruciale per la leggibilità su pannelli così piccoli e gli angoli di visuale sono praticamente assoluti. L'unica pecca è l'assenza di una modalità always-on, che su uno smartwatch farebbe davvero molto comodo. Per poter visualizzare al volo l'orario, ad esempio, occorre ruotare il polso per far accendere automaticamente lo schermo. Un sistema che funziona bene ma è certamente meno immediato dell'always-on.

L'autonomia rimane però il vero punto di forza del Watch GT. È possibile infatti raggiungere le due settimane di utilizzo continuo con una singola carica, anche usufruendo del sistema di monitoraggio del sonno. Un risultato incredibile, irraggiungibile per qualsiasi smartwatch basato su Wear OS, ma che non viene ottenuto neanche dal Galaxy Watch di Samsung e dall'Apple Watch Serie 4.

Attivando il GPS e quindi puntando soprattutto sull'utilizzo sportivo, è possibile raggiungere le 12/13 ore lontani dalla presa elettrica. Anche in questo caso, un dato notevole, senza dimenticare come la basetta per la ricarica in dotazione sia in grado di portarlo da 0% a 100% in meno di 2 ore. Insomma, a differenza di quanto visto con buona parte degli altri smartwatch, con il Watch GT non sarà necessario convivere quotidianamente con il caricabatterie.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Non ci sono dubbi sul fatto che il pubblico sportivo amatoriale possa trovare nel Watch GT lo smartwatch ideale. Considerando la grandezza del quadrante e il design, si tratta di un prodotto che può incontrare più facilmente i gusti del pubblico maschile. In ogni caso, come abbiamo visto nella recensione, è uno smartwatch in grado di accompagnare in maniera assolutamente soddisfacente l'utente anche nella quotidianità.

I 199 euro richiesti di listino, pur rappresentando un prezzo importante, sono tutto sommato in linea con quanto offerto complessivamente. La scelta di abbandonare Wear OS è stata coraggiosa ma alla fine ha pagato. Non ci sono dubbi sul fatto che l'assenza di uno store di applicazioni possa rappresentare un limite importante per alcuni utenti che sono abituati a utilizzarne di specifiche su uno smartwatch, ma il salto in avanti compiuto dall'autonomia (senza peraltro rinunciare a tutte le funzionalità più importanti) vale questo sacrificio.