Anthem: Kotaku spiega cosa è andato storto

Anthem non è stato il successo di pubblico e critica che molti si aspettavano: come spesso accade, qualcosa è andato storto durante la produzione.

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a cura di Nicola Armondi

Come sappiamo tutti, Anthem non si è rivelato il nuovo grande capolavoro di BioWare, ma è diventato il gioco con la votazione media più bassa di sempre nella storia della compagnia, basandoci sul Metascore. Numeri a parte, è facile pensare che qualcosa sia andato storto.

In questi giorni, grazie a Jason Schreier e alle pagine di Kotaku, abbiamo scoperto cosa esattamente sia successo durante lo sviluppo di Anthem. Il giornalista ha infatti intervistato 19 persone che hanno sviluppato il gioco o vi erano molto vicine.

La verità è che "Anthem" non sarebbe mai dovuto esistere. Il gioco si chiamava "Beyond", un titolo che ha molto più senso, secondo quella che era la visione degli sviluppatori. "Anthem" (inno) è un nome deciso all'ultimo momento per problemi di copyright. "Beyond" (al di là) rappresenta invece il vero senso dell'avventura: l'idea di uscire da una fortezza e lanciarsi in un mondo irto di pericoli.

Il cambiamento è avvenuto a poche settimane dalla presentazione dell'E3 2017, ma non era in verità il problema più grave. Pur avendo passato sette anni in pre-produzione, il gioco non aveva ancora una forma definita, quando è stato presentato alle kermesse losangeliana. Tutto quello che è stato mostrato in video era falso: una realtà non troppo rara, a questi eventi, ma certamente non positiva. Anthem è stato in piena produzione per soli 18 mesi, durante i quali il team non aveva una visione precisa dell'opera finale.

Il gioco è nato come un action coop, ma non aveva la forma di un looter shooter. Le idee iniziali includevano grandi eventi climatici e un focus sulla necessità di sopravvivere il più a lungo possibile in un luogo pericoloso.

I problemi però sono stati molteplici, anche in seguito all'utilizzo del Frostbite, il motore grafico di DICE, che EA, produttore del gioco, fa utilizzare a molti team interni. Si tratta di un engine nato per gli sparatutto in prima persona e la distruzione ambientale, e aveva rallentato i lavori di BioWare già ai tempi di Dragon Age Inquisition.

L'articolo di Schreier approfondisce la questione, spiegando molti retroscena dello sviluppo, scendendo anche nel personale, illustrando i gravi problemi di depressione e di stress causati dal lavoro eccessivo (crunching, in termini tecnici) e dalla difficoltà produttiva durante le fasi finali di Anthem.

BioWare ha quindi risposto, in una lettera aperta, affermando che l'articolo si focalizza in modo scorretto su alcuni membri del team, dando una visione non del tutto corretta della questione. Sopratutto, BioWare ritiene che questo tipo di articoli non aiutino l'industria videoludica a migliorare. Voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con BioWare, oppure credete che certe verità e retroscena debbano emergere?