Deathloop | Anteprima, abbiamo provato la campagna su PS5

Abbiamo provato Deathloop, l'esclusiva temporale per PS5 in uscita il 14 settembre. Ecco cosa ne pensiamo dopo ore passate a tramare contro i Visionari.

Avatar di Martina Fargnoli

a cura di Martina Fargnoli

Editor

Tra i titoli in arrivo a settembre continua a destare molta curiosità Deathloop, gioco action-sparatutto in prospettiva della software house francese Arkane Lyon che recentemente ha mostrato al QuakeCon 2021 un succoso video di approfondimento incentrato sul PvP. In questi giorni abbiamo avuto l’opportunità di provare prima del 14 settembre – data di uscita del gioco su PS5 e PC – parte della campagna singleplayer, destreggiandoci per qualche ora tra i loop temporali in cerca di risposte.

Deathloop si apre con una fase iniziale guidata che ci insegna i rudimenti per sopravvivere al nostro primo giorno di tanti sulle terre ostili di Blackreef, rinfrescandoci la memoria sui suoi distretti e i momenti della giornata in cui è possibile visitarli - vi rimandiamo alla nostra precedente anteprima per approfondire ulteriormente. Con il passare del tempo, tentativo dopo tentativo, le giornate si fanno più intense e ricche di attività perché l’obiettivo finale è quello di unire i pezzi del puzzle, costruire una rete di eventi per intrappolarci i bersagli. Tutta l’esperienza di un precedente ciclo è sempre accessibile.

L'anticipazione di un evento, la costruzione del momento perfetto, sono tra gli aspetti più premianti del gioco. Quando si inizia a vedere un disegno che prende forma si acquisisce anche più consapevolezza nei propri mezzi e nelle proprie abilità. L’approccio cambia e si impara a progettare in base al luogo, al bersaglio, o all'obiettivo apparentemente secondario che si vuole seguire. Un loop tira l’altro ed è molto facile lasciarsi trasportare da questo flusso continuo di nuova conoscenza. Sei alla ricerca di uno dei visionari e ti imbatti in un accesso che la volta prima non avevi notato: può essere una trappola, la via per il bottino o qualcosa di completamente scollegato dalla missione principale che si stava seguendo.

È la sete di conoscenza che vi condurrà al più grande dopo sbornia della vostra esistenza, ma ne sarà valsa la pena. Non ci è mai sembrato che una missione fosse del tutto infruttuosa nonostante un pessimo risultato o un riavvio prematuro del loop. Magari in uno dei cicli non abbiamo fatto grandi progressi per risolvere un assassinio ma anche nel fallimento abbiamo trovato un nuovo mistero da svelare e quindi una potenziale ricompensa.

Il tempo in Deathloop è un nastro che scriviamo e riavvolgiamo come vogliamo: preferiamo seguire un indizio? Possiamo farlo. Stabiliamo che sia l’istinto a guidarci nell’esplorare senza percorsi tracciati? Nessuno ce lo vieta. Decidiamo che ci interessa il potere di un Visionario? Possiamo far scorrere il tempo fino ad arrivare al momento della giornata che ci interessa e ucciderlo per sottrargli la tavoletta che racchiude il suo potere. Ci serve un’arma per rendere una missione futura più semplice? Facciamo una piccola deviazione dal percorso e ce la procuriamo.

Se i puzzle non sono il vostro forte non disperate. Sarete aiutati dal gioco a tenere le fila di tutte le vostre scoperte e poi non c'è nessuna fretta nell'arrivare alla soluzione, né i bersagli scappano se impiegate troppo tempo in un livello. Non ci sono timer a scandire la fine della giornata, siamo noi giocatori a decidere quando passare alla fase successiva se siamo soddisfatti degli indizi trovati. Certo, non è che sarà una passeggiata. Gli Eternalisti saranno pure degli ubriaconi, festaioli con qualche rotella fuori posto che amano bighellonare per la maggior parte del tempo, ma quando vi individuano non ci pensano due volte a lanciarsi contro di voi. Del resto, cosa hanno da perdere? Dovrete imparare a difendervi padroneggiando le armi, adottando un approccio stealth o sfruttando gadget e abilità.

Gli strumenti per la sopravvivenza

C’è da dire che la resistenza non è mai stata particolarmente organizzata, né sveglia in queste fasi iniziali. Troviamo i classici nemici che perlustrano una zona, altri che possono chiamare i rinforzi, ma nel complesso i nemici ci sono apparsi più simili ai manichini dei crash test: dei bambolotti da strapazzare e prendere in giro con le nostre abilità e armi, più che dei degni avversari capaci di metterci in seria difficoltà. Le cose, però, possono sfuggire di mano velocemente quando una zona pullula di Eternalisti o abbiamo fatto fuori un Visionario, ma chiaramente non sono programmati per entrare in copertura o in formazione, quindi tenderanno in modo aggressivo a raggiungere la nostra posizione. La vera sfida non è nel combattimento – anche se ci sono armi veramente interessanti da utilizzare e da possedere - ma è mentale.

Segnare un nemico vi indicherà il tipo di arma che trasporta e concentrandoci ulteriormente potremo acquisire altre informazioni, come la tipologia di bottino o il suo comportamento. Molte altre informazioni possono essere acquisite semplicemente ascoltando le conversazioni ed è nei piccoli dettagli che Deathloop può regalare grandi sorprese. Ad esempio, non sapevamo bene come procedere in un livello a causa di un ostacolo e poi finalmente è arrivata l’illuminazione ascoltando una conversazione casuale tra due nemici. Siamo tornati immediatamente in quel luogo per mettere alla prova quanto appreso e ha funzionato! Ci siamo sentiti così felici, ma anche un po’ stupidi per non averci pensato da soli.

Se l’IA non brilla per acume, le trappole - mine, esplosivi, torrette e inibitori di tavolette – si rivelano molto più dannose e pericolose degli Eternalisti per i nostri piani. Fortunatamente la tecnologia ci viene in soccorso. L’Hackamajig è portentoso, un vero piacere da utilizzare. Può violare e controllare i dispositivi elettronici e ciò significa anche torrette, mine da far detonate a distanza e può ingannare persino i sensori. Se amate far esplodere le cose e preferite un approccio più diretto e chiassoso potete in breve tempo trasformare le difese nemiche in vostre alleate. Il pregio dell’Hackamajig è però nella sua duttilità perché è anche un ottimo alleato per gli approcci silenziosi. Disabilitando i dispositivi nemici eviterete di allertarli, o sabotando le radio potrete attirarli per eliminarli lontano da occhi indiscreti.

I nemici comuni non saranno così ostici, ma infiltrarsi nei luoghi dove si ritrovano i Visionari può essere meno piacevole senza un arsenale di tutto rispetto. Completano le nostre già ampie possibilità, abilità sovrannaturali e armi di vario tipo. Oltre ai poteri ottenibili dalle tavolette sottratte ai Visionari, Colt può equipaggiare tre armi e piastrine per migliorare tutto l’equipaggiamento e le caratteristiche del personaggio. Questi strumenti andranno prima trovati ed equipaggiati alla dotazione tra una missione e l’altra. A seconda del proprio stile di gioco selezioneremo i pezzi giusti. Ad esempio, a noi piace molto usare l'Hackamajig quindi nella nostra build ideale potremmo concentrarci su quelle piastrine che amplificano da remoto l'abilità di violazione. Migliore è la rarità del pezzo, maggiori saranno gli effetti.

Le armi di base sono dei veri e propri rottami che tendono a incepparsi, una situazione tutt'altro che comoda durante una sparatoria. Anche le loro caratteristiche sono piuttosto deludenti e con le piastrine si possono migliorare quelle aree che ci soddisfano meno, come la portata dell'arma, il rinculo o la precisione, ma anche gli effetti che subisce il nemico se colpito. Armi di rarità maggiore avranno delle caratteristiche uniche oltre a un numero maggiore di slot per inserire le piastrine. Se non infondiamo gli oggetti con il residuo recuperato, possiamo dirgli addio tra un loop e l'altro quindi dovremo costruirci un arsenale personalizzato un pezzetto per volta se vogliamo portare qualcosa con noi a ogni riavvio del ciclo.

Conclusioni

Cicli temporali e ricorsività sono al centro di molti titoli degli ultimi anni: i 22 minuti di Outer Wilds che diventano 12 nel più recente Twelve Minutes fino al cerchio da spezzare in Returnal. Deathloop propone invece una formula basata su momenti diversi di una giornata, al termine dei quali il ciclo ricomincia. C’è questo bisogno di sfuggire a una realtà che ci intrappola e per farlo, ogni giorno, abbiamo la possibilità di apprendere qualcosa di nuovo, scoprire un segreto o un dettaglio da sfruttare per non ripetere esattamente nello stesso modo la giornata. Ogni ciclo è anche attenta preparazione per i cicli futuri che verranno, è giocare d’anticipo accumulando armi, piastrine e tavolette diventando sempre più forti per mettere in atto il piano finale ma senza stare dietro ai ritmi convulsi dei roguelite.

Il loop ci ha stregati, ci siamo fatti trascinare dalla sua corrente che scorre sempre in una direzione, eppure non è mai la stessa se siamo noi a decidere come e dove incanalarla. Stealth, pistole spianate, trappole e gadget: sono tutte vie percorribili e una non esclude l’altra perché in un livello sono diversi i contesti che ci troveremo ad affrontare. Al prossimo appuntamento con Deathloop, in vista della recensione su PS5, saremo in grado di capire la profondità della storia, le diversità di approccio di fronte a più Visionari riuniti in uno stesso punto e quanto inciderà la presenza del PvP sui nostri tentativi di fuga da Blackreef.