Déraciné Recensione, la realtà virtuale secondo From Software

Déeraciné è un'avventura in realtà virtuale esclusiva Playstation VR sviluppata From Software e Japan Studio, autori dell'acclamato Bloodborne.

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a cura di Michelangelo De Cesare

Aspettando l’arrivo dell’attesissimo Sekiro il prossimo marzo, From Software torna a far parlare di sé con Déraciné, un titolo inedito, slegato dalla tradizione action-rpg estrema che tanto ha reso celebre Miyazaki e il suo team. Riproponendo la partnership con Japan Studio e Sony Interactive Entertainment già vista con Bloodborne, il nuovo gioco degli autori di Dark Souls è un’avventura estemporanea, un percorso fra dubbi ed enigmi che racconta la vita nella semplicità dei suoi momenti e nella genuinità dei suoi attori.Il veicolo che muove con forza la narrativa di questa produzione è la realtà virtuale targata Playstation, che vede la softeca di Ps VR continuare a crescere in numero e, soprattutto, qualità.Curiosi di scoprire l’approccio alla VR di From Software abbiamo varcato le soglie del collegio che fa da sfondo a Déraciné, abbiamo conosciuto i suoi abitanti e siamo stati con loro fino alla fine di una storia tutta da scoprire. Ecco la nostra recensione.

Storie sugli Spiriti

Déraciné è un termine francese che sottolinea in modo figurato una condizione di spaesamento, di inadeguatezza rispetto al contesto in cui ci si trova; è un aggettivo che ben calza a coloro che non riescono a lasciare il proprio tessuto sociale per adattarsi in uno nuovo, differente, ed è anche il titolo scelto da From Software per la sua nuova storia. In essa si racconta che gli spiriti vivano in una dimensione immanente, dove i granelli di sabbia della clessidra del tempo sono fermi lungo la linea temporale, come infiniti e consecutivi scatti fotografici del “momento” che rappresentano. In essi, gli spiriti possono manifestarsi, rendersi tangibili agli occhi dei vivi con delle interazioni che ne toccano la quotidianità.In Déraciné vestiamo proprio i panni immateriali di uno spirito la cui amicizia è ricercata dai piccoli abitanti di un misterioso collegio: privo di contatti con il mondo esterno, si tratta di un luogo intriso di significato fin nel più piccolo dei suoi dettagli, una metafora di quella stessa storia che vediamo, e che influenziamo, in quelle “istantanee” di vita al suo interno di cui siamo partecipi.

Se il punto di inizio della caratteristica storyline scritta da Miyazaki è la nascita del legame fra i bambini del collegio e lo Spirito che impersoniamo, la sua evoluzione e il suo approdo finale sono un punto interrogativo a cui ogni secondo, ogni frame del nostro giocato hanno dato un valore e una motivazione. Così ogni dettaglio, ogni nota, ogni dialogo di cui siamo testimoni sono al tempo stesso cuore e cornice del puzzle che tessera dopo tessera prende forma, aggiungendo peso al personalissimo epilogo che le battute finali regalano.

Senza avventurarci ulteriormente nei dettagli del racconto messo in scena da Déraciné, confermiamo con piacere l’uso riuscito e ben sfruttato della realtà virtuale nel titolo From Software e Japan Studio: prospettive, colori e profondità di quanto osserviamo trasudano i sentimenti che animano ogni scena, i desideri dei personaggi  e le ragioni che li muovono, anche grazie a un accompagnamento sonoro più che azzeccato; su Ps4 PRO la pulizia e il dettaglio dell’immagine danno ulteriore spessore a tali aspetti, risaltando con enfasi il focus narrativo su cui si erge il titolo e valorizzando la ricercata cura artistica che accompagna il gioco dall’inizio alla fine.

Il gameplay offerto da questa avventura, inoltre, ha una preponderante inclinazione esplorativa e analitica: giocabile esclusivamente attraverso i controller di movimento Move, dopo una breve introduzione ai comandi e alle azioni possibili ci troviamo a muoverci nel collegio, partecipando quotidianità di chi lo abita.

I Move rappresentano le nostre mani e ci consentono di interagire con il mondo di gioco in modo naturale e immersivo mentre ci spostiamo fra i diversi punti nodali disseminati nei corridoi, tramite un semplice sistema di teletrasporto punta e clicca guidato dal nostro sguardo che ci preserva dall’incognita chinetosi di un eventuale movimento libero. Per progredire nell’avventura il nostro obbiettivo è quello di risolvere particolari azioni contestuali, strutturate come piccoli enigmi e sviluppate attorno a diversi “attimi” che hanno portato i bambini a compiere determinate azioni o scelte, permettendoci di vedere e conoscere a pieno l’ambientazione solo nelle battute finali.Esplorando le stanze della scuola ci troviamo di fronte a delle vere e proprie parentesi di vita dei protagonisti, distinti fra momenti passati di quel contesto, dove guardiamo ombre che rappresentano il situazioni ancora in corso, e attimi presenti, che completano le circostanze. In entrambi i casi, osservare con attenzione e interagire con tali scene è fondamentale per ricostruire le dinamiche esatte di ogni situazione e dare un filo logico agli eventi di volta in volta: nel fare ciò, è possibile toccare, raccogliere e conservare alcuni oggetti chiave per utilizzarli quando richiesti. Questi gesti tendono a scoprire pensieri e dialoghi dei personaggi, rappresentandoli come piccoli globi di luce sospesi. Ascoltare attentamente questi estratti aiuta circoscrivere meglio fatti e circostanze utili per completare le varie scene, oltre che per dare tono e peculiarità alla trama nel suo complesso. E proprio tale aspetto è la chiave della profondità di Déraciné: riferimenti, ricordi e sensazioni dei diversi personaggi si sovrappongono con cura nelle successioni di eventi che osserviamo fra un capitolo e l’altro della storia, dandoci da riflettere a più riprese nelle circa 6 ore necessarie per portarla a conclusione. Nonostante il riconoscimento di Platino arrivi in sordina al completamento del gioco – tutti i trofei sono legati al completamento della storia – Déraciné chiede a gran voce di essere rigiocato una volta portata a termine la prima run, per cercare altre risposte e porsi nuove domande.