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Destiny 2: I Rinnegati Recensione, la rinascita dei Guardiani

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a cura di Martina Fargnoli

Editor

Destiny 2: I Rinnegati ha aperto la caccia a Uldren e i suoi Baroni ormai dal 4 settembre: dopo più di una decina di giorni passati tra la polvere di Riva Contorta e l'opulente Città Sognante possiamo affermare senza se e senza ma che l'espansione ha infuso di nuova forza vitale lo sparatutto fantascientifico di Bungie e Activision. Ogni Titano, ogni Stregone, ogni Cacciatore, ha dovuto attendere quasi un anno per vedere concretizzarsi un mondo di gioco che invogli a spendere il proprio tempo online senza rimanere intrappolati in tediosi loop di attività degni di un fastidiosissimo portale Vex.

Creare la propria leggenda è una frase accattivante che Bungie ha da sempre usato per descrivere il tipo di esperienza che è possibile fare in Destiny. Un modo per sottolineare come all'interno di questo grande mondo condiviso, ogni giocatore segue sì una storia, un percorso che è uguale per tutti, ma ci sono anche attività che spaziano tra il PvP e il PvE che ognuno è libero di scegliere se e come portare avanti. Ci sono ricompense che non tutti sono in grado di ottenere e di sfoggiare con orgoglio come un biglietto da visita che dica: "questa è la mia leggenda, il mio prezioso tempo che ho scelto di investire in Destiny".

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, nonostante un buonissimo lancio e una campagna piacevole e tutto sommato ben strutturata, aveva appiattito troppo l'esperienza nei primi mesi di gioco: le esotiche erano diventate fin troppo semplici da ottenere e in alcuni casi meno efficaci e poco ispirate anche rispetto a un'arma leggendaria, gli equipaggiamenti senza talenti casuali erano uguali per tutti senza il minimo stimolo a grindare per ottenere l'arma perfetta, le attività si consumavano così velocemente che raggiungere il livello Potere massimo era diventata una questione di semplice tempo e non di momenti impegnativi per mettersi alla prova.

È servito il DLC La Mente Bellica per vedere finalmente risolti alcuni dei problemi sopra elencati, iniziando a trasformare la struttura e mostrando una maggiore attenzione alle attività endgame. È solo a fine agosto però, per accompagnare l'arrivo de I Rinnegati, che Bungie ha messo in atto il più grande stravolgimento di sempre andando a modificare il modo in cui scegliamo di armarci e ribilanciando sandbox e crogiolo. I Rinnegati è un'espansione di rottura che segna il preciso momento in cui Destiny 2 ha ripreso a essere il gioco che tutti meritavamo di giocare fin dall'inizio: divertente nelle possibilità di approccio, stimolante nelle sue attività e con ricompense adattabili a diverse situazioni in base ai perk ottenuti.

La morte di Cayde come catalizzatore

Le grandi storie del passato di Destiny, la mitologia con cui si costruisce la figura di un guardiano, trattano di sacrificio che spesso coincide con la morte. Lotta imperante e continua a difesa di un popolo ma anche di un credo: la Luce come contrapposta all'Oscurità. Di atti finiti male, ma impressi a fuoco nella mente dei Guardiani come mezzo per onorare, portare giustizia o riscatto a chi in battaglia è caduto, Destiny ne ha sempre fatto sfoggio.

La disfatta di Mare Imbrium, resa personale dalla morte di Wei Ning, per opera di Crota e il suo esercito di mille cavalieri ha spinto il primo team di Guardiani a scendere nella profondità della Bocca dell'Inferno. In un bellissimo passo delle carte Grimorio, Eriana-3, strega dell'ordine del Fuoco Prassico, brucia nella morte per consumare con la sua fiamma quanti più nemici dell'Alveare possibili. Nell'atto finale in cui il suo sole si spegne, chiede perdono all'amica per non essere stata in grado di vendicarla e perché la sua offuscante voglia di vendetta ha condotto gli altri a una morte quasi inevitabile.

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Prima de I Rinnegati, però, non eravamo mai stati i protagonisti diretti, erano tutti racconti che forgiavano il nostro spirito come ne I Signori del FerroDavano un senso alle nostre azioni ma non eravamo investiti a un livello più profondo, più vicino al cuore come la morte di Cayde ha fatto. La morte di Cayde-6 è diventata un catalizzatore che ha smosso l'azione ma al tempo stesso ha diviso l'Avanguardia come si è visto anche nel trailer di presentazione.

Il vuoto lasciato sulla Torre è un vuoto che ha cambiato anche la psicologia dei personaggi. Zavala è precipitato sempre più in una spirale di conflitto tra quello che è il ruolo istituzionale di un Titano - la difesa, saldi e sicuri, anche con la vita della città - e il dolore per l'amico scomparso, per tutte le perdite per le quali nessuna azione ha posto un freno anzi ogni tentativo sembra aver acuito la gravità della situazione.

Il percorso di Ikora potremmo definirlo diametralmente opposto e ne esce quasi vincente dalla morte di Cayde. Emerge sempre più come una figura di guida spirituale, quasi andando a riempire quel vuoto lasciato dall'Oratore nella campagna base di Destiny 2. All'apparenza possiamo sembrare immortali e indistruttibili, macchine da guerra plasmate nella Luce, ma nel profondo siamo "umani" mossi da sentimenti, e per questo fallibili.

Sono toccati dalla Luce, ma non la vedo più come un dono. Invece, è il loro coraggio, la loro forza, la loro umanità che è stata, in verità, il dono più grande, la loro più grande arma. Spettro Kaiser.

Noi, come abbiamo già scritto in uno speciale dedicato alla campagna de I Rinnegati, in quanto protagonisti della storia intraprendiamo un percorso di vendetta che ci porta come in un film western ad affrontare 8 Baroni, i sottoposti di Uldren Sov. Le scelte vincenti sono molte, a partire dall'avere costruito una storia che si integri alla perfezione con le varie modalità offerte dal titolo come taglie e Avventure.

La caratterizzazione dei Baroni sorprende in positivo, ciascuno di loro si affronterà in un modo diverso e avrà delle caratteristiche particolari anche se alla fine ciò che conta è indirizzare bene l'ultimo proiettile fino a che la vita non si esaurisce. Ciò che rende interessante il loro impiego nello svolgimento della trama è soprattutto il modo in cui si rivolgono direttamente a noi, consapevoli degli eventi che li stanno coinvolgendo che sfruttano come un modo per stuzzicarci e portarci a uccidere.

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La campagna di Destiny è un tassello fondamentale per mettere in funzione un piano ben più grande, una macchinazione subdola che non trova risoluzione nella fine di Uldren, anzi il seme nero dell'Oscurità ha appena iniziato a germogliare avviluppando nelle sue spire corrotte le destinazioni in cui le attività endgame si svolgeranno. Nuove e vecchie minacce emergono dagli abissi in cui erano state relegate e le verità nascoste iniziano a crollare sotto il loro stesso peso.

Destiny 2: I Rinnegati è appena all'inizio ma in meno di due settimane ha già scoperchiato un mondo in continua ridefinizione, dove le azioni compiute si ripercuotono sugli eventi futuri in un modo che forse ancora non siamo riusciti a comprendere. Il gioco ha finalmente raggiunto quella vivacità che gli aveva sempre impedito di apparire davvero come un mondo condiviso tra tantissimi altri giocatori.

Riva Contorta e la Città Sognante

Quando per la prima volta giocammo La Maledizione di Osiride l'effetto suscitato da Mercurio non fu proprio dei migliori. Una zona davvero risicata con un evento pubblico, qualche avventura e un settore perduto. La Mente Bellica era più ispirato con tutta una serie di nuove attività, ma Marte è pur sempre un pianeta che i veterani di Destiny avevano già imparato ad apprezzare nel corso di tre anni. Quando però mettemmo piede sulla Riva Contorta e poi nella Città Sognante, il senso di stupore ci pervase. Sono due spaccati di realtà molto diversi tra loro: da una parte le terre selvagge senza leggi, dall'altra le ricchezze e il fascino esotico di terre regali.

Dopo aver a lungo perso ogni stimolo a esplorare luoghi in cerca di segreti, I Rinnegati ha riportato in vita una passione che aveva trasformato il primo Destiny una scatola delle meraviglie: un posto in cui in ogni angolo poteva nascondersi un segreto, un luogo in cui anche una pattuglia poteva condurci verso uno spettro morto in grado di raccontare storie affascinanti che in gioco non trovavano spazio.

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Le nuove zone esplorabili sono così particolari, così spaziose e sviluppate su più livelli - o piani della realtà nel caso della Città Sognante - che viene naturale fermarsi a cercare in modo certosino una nuova pagina per le storie di racconti che hanno sostituito il Grimorio o a ispezionare ogni pixel per scovare misteri e attività.

Tra Settori perduti e cacce ai ricercati, anche le vecchie destinazioni pullulano di nuova vita ma nulla eguaglia fino a oggi la bellezza insita nelle architetture della Città Sognante. Un luogo affascinante in cui ciò che è visibile agli occhi è solo una parte del terreno esplorabile. Il Piano Ascendente si rivela consumando la Tintura di foglia di Regina così come si materializzano piattaforme che conducono a casse speciali. Ogni settimana sembra esserci una nuova sfida raggiungibile individuando il portale che ci catapulta nel lugubre Piano Ascendente.

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La sfida è alquanto elevata, ma nulla di impossibile per un gruppo di Guardiani ben coordinati soprattutto grazie alle nuove super devastanti e divertentissime da scagliare contro i nemici. Non solo super prettamente d'attacco, ma anche quelle più difensive evidenziano quanto Destiny eccelle proprio nel gioco di squadra, buffando e aiutando i propri compagni. A differenza del passato dove era possibile sbloccare tutti i rami delle sottoclassi giocando delle missioni storia, ora saranno necessari dei particolari Semi di Luce che si possono ottenere svolgendo delle attività collaterali alla campagna: al momento in cui scriviamo sono Pozzo Cieco e Incursione Ultimo Desiderio.

Il Pozzo Cieco è una modalità che prende spunto sia dalla Corte di Oryx che dal Protocollo di Intensificazione. Dopo aver caricato il pozzo con una Carica di Luce di vario grado si dovranno completare quattro ondate uccidendo la nuova fazione degli Infami. Arrivati alla quinta ondata ci sarà lo scontro con i boss, diversi a seconda del grado attivato. Gli scontri sono rapidi e frenetici mentre la battaglia finale è molto impegnativa e richiede la massima collaborazione da parte di tutti. Attaccare in modo disordinato porta solo alla sconfitta. Riuscendo a completare il Grado II è possibile ottenere il tanto agognato Seme di Luce e sbloccare un nuovo ramo di super.

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L'Incursione Ultimo Desiderio si è aggiunta alle attività da svolgere dal 14 settembre e ci sono volute quasi 19 ore affinché il primo team di Guardiani portasse a casa la vittoria. Si tratta dell'Incursione più imponente nella storia di Destiny che fa impallidire Il Leviatano e tutti i suoi Covi dell'Incursione. Nel corso degli anni Bungie ci ha abituati a intricate sezioni puzzle e parkour, intervallate da scontri al cardiopalma dove gli errori si pagano.

La nuova Incursione nella Città Sognante non è da meno e già dal primo scontro bisogna fare molta attenzione agli indizi e organizzarsi chiamando simboli e nemici. In un raid di Destiny che si rispetti non possono inoltre mancare artefatti che conferiscono momentanei vantaggi bilanciati sempre da debuff, e attacchi nemici che conducono alla morte dell'intero team. L'Incursione è un'occasione unica per misurarsi con una sfida crescente in grado di dare la maggior soddisfazione affinando la cooperazione con i compagni. Oltre a meccaniche già apprezzate in passato inserite in una nuova forma, c'è la possibilità di affrontare il raid con un piccolo vantaggio. Acquistando da Petra uno Stendardo dell'Incursione i membri della squadra ottengono energia della super e munizioni pesanti.

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L'aspetto più sorprendente, come era già stato annunciato, risiede nel mutamento continuo della Città Sognante. La prima squadra ad aver completato l'Incursione ha messo in moto questo processo, cambiando il mondo di gioco per come eravamo abituati a conoscerlo fino a qualche minuto prima. Tutto ciò che si è sprigionato da quell'atto ora prolifera nella terra degli Insonni e ha aperto nuove strade da percorrere sotto forma di una missione e di un Assalto. Destiny non aveva mai raggiunto prima un tale livello di profondità in cui i gesti dei Guardiani si intersecano tra i diversi contenuti.

Impressiona Lord Shaxx e il Ramingo

La componente PvE di Destiny 2 offre già a questo stadio un quantitativo interessante di attività e taglie da svolgere arricchite dal nuovo sistema delle taglie giornaliere e settimanali che sostituisce le pietre miliari. Focolai, Avventure, Assalti, Cala la Notte, tutto di giorno in giorno viene messo in evidenza. Se apprezzate invece la componente PvP grazie agli scorsi aggiornamenti che hanno ristrutturato gli slot delle armi e diminuito il time to kill, anche il Crogiolo può tornare a essere quantomeno più veloce e divertente a patto di prendere le contromisure per il rinnovato amore della community per i fucili a pompa e i cannoni portatili.

I Rinnegati ha portato anche un nuovo strumento mortale nel proprio arsenale: l'arco. Si tratta di un'arma molto soddisfacente da usare, un buon compromesso tra danno e distanza per colpire prima che il nemico si avvicini. È uno strumento versatile ma non per questo significa che sia adatto a ogni situazione, dato il danno e la gittata ingenti si equilibra con una maggiore lentezza per caricare il colpo ma dipende anche da che archetipo si utilizza e dai perk casuali trovati che vanno a influenzare altre caratteristiche.

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La modalità che però spicca fra tutte è Azzardo, di cui vi abbiamo parlato nel dettaglio nel nostro speciale sul PvP in avvicinamento alla recensione de I Rinnegati. L'accostamento tra PvP e PvE, dove due squadre si fronteggiano tra di loro ma dovendosi occupare di eliminare al contempo i mob controllati dall'IA, è un'aggiunta che mancava completamente in Destiny. Già all'annuncio ne avevamo individuato tutto il suo potenziale tattico e la prova più approfondita non ha deluso le aspettative.

In Azzardo deve essere tutto studiato, dal setup fino ai colpi di risposta da dare al nemico perché ogni partita può essere diversa a seconda del nemico che si affronta e della squadra di Guardiani che si frappone fra noi e la vittoria. Capire quando depositare una particella piuttosto che cercare di accentrarne fino a 15 in mano può fare la differenza, capire quando è il momento di invadere per negare le particelle avversarie o uccidere gli avversari per ripristinare la vita del Primordiale sono alcuni dei momenti che rendono Azzardo una delle modalità di Destiny 2 più piacevoli da giocare.

I contenuti da giocare non mancano e da questi primi segnali sembra proprio che ci sarà molto altro ancora da svelare grazie anche a una progressione più lenta che fa sfruttare tutte le attività di cui Destiny 2 si compone. Intanto il primo appuntamento con gli eventi a rotazione parte il 18 settembre con la prima edizione dello Stendardo di Ferro per la Stagione 4 con i vantaggi di livello abilitati e 7 taglie settimanali da completare. Si può a lungo discutere sui passi falsi del passato, su quanto I Rinnegati arrivi con mesi di ritardo, ma sarebbe ingiusto non riconoscere a Bungie l'impegno messo per rendere la nuova espansione di Destiny la migliore versione dello sparatutto fantascientifico a oggi giocabile.


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Voto Recensione di Destiny 2: I Rinnegati


9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Una campagna più matura abilmente cucita con cutscene di impatto e sfruttando le attività che popolano il mondo di Destiny 2: I Rinnegati; endgame ricco e impegnativo come non si vedeva da molto tempo; Azzardo è la modalità PvE/PvP più divertente da giocare.

Contro

  • Alcuni Baroni sono meno interessanti: si poteva andare un po' più in profondità con la loro storia direttamente in gioco; mancano oltre ad Azzardo nuove modalità divertenti anche per il PvP puro.

Commento

Destiny 2 non è più quel mondo in cui ogni nostra azione sembra scollegata e fine a sé stessa, ma la nostra storia si muove insieme a quella degli eventi che contribuiamo a plasmare come dimostra la nuova Incursione. Qualche giorno fa, prima che si aprissero le porte del raid e il male venisse affrontato, camminavamo in una Città Sognante diversa da quella che possiamo visitare oggi. Nuove opportunità si aprono al risolversi di altre e chissà quanto ancora c'è da scoprire. Se una volta l'Incursione era il punto di arrivo, con I Rinnegati l'endgame sembra il punto di inizio di una nuova avventura. I temi affrontati ne I Rinnegati viaggiano su doppi binari, in costante bilico tra giusto e sbagliato, Luce e Oscurità. La campagna non è solo un modo per raccontarci la morte di un amico e ottenere la nostra vendetta/giustizia, ma è un processo di rimessa in discussione di quelle che da sempre sono state le nostre certezze. I Rinnegati è figlio de Il Re dei Corrotti, non solo perché gli eventi dell'espansione del 2015 gettano la loro influenza sull'espansione attuale, ma perché I Rinnegati ne ha incarnato la stessa portata innovatrice che fu capace di risollevare il gioco dopo due DLC non al massimo del potenziale.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Destiny 2: I Rinnegati

Destiny 2: I Rinnegati