Elden Ring è esattamente ciò che vi aspettate | Provato

Abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima Elden Ring, il nuovo Souls-Like made in From Software, tra i giochi più attesi del 2022.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Annunciato ormai più di due anni fa Elden Ring è finito rapidamente al centro delle attese di moltissimi videogiocatori, in particolar modo per tutti gli appassionati dei Souls-Like e dei titoli From Software. Dopotutto un titolo realizzato da Hidetaka Miyazaki, in collaborazione con George Raymond Richard Martin (Cronache del Ghiaccio e del Fuoco), non poteva che suscitare un estremo interesse da parte dell'intero panorama videoludico.

Dopo la sua presentazione, Elden Ring è rimasto nell'ombra per un paio di anni, fino a rimostrarsi durante il Summer Game Fest, riscuotendo numerosi consensi e qualche dubbio in merito alla sua somiglianza, a tratti eccessiva, con la serie di Dark Souls. A distanza di qualche giorno dal primo gameplay ufficiale, di ben 15 minuti, possiamo finalmente raccontarvi la nostra esperienza in prima persona.

Abbiamo infatti avuto modo di giocare in anteprima il Closed Network Test di Elden Ring (per circa una decina d'ore), potendo approcciare le prime ore dell'avventura ed esplorare una minima porzione del mondo di gioco. È giusto ricordare che tutto ciò che leggerete, rappresenta una mera analisi di una versione preliminare del titolo e, quindi, ben lontana dal prodotto finale.

Possiamo, però, già da ora confermarvi che Elden Ring è esattamente ciò che ci si poteva aspettare in seguito alla presentazione del gameplay, con tutti i suoi pro e i suoi contro. Una produzione che rimane fedele alla grande qualità, alla costante ispirazione del comparto artistico e alla sublime cura nei dettagli a cui From Software ci ha abituato nella scorsa decade... anche se forse troppo ancorata ai successi del suo storico passato.

Il nuovo mondo From Software

From Software, con Elden Ring, prova ad allontanarsi dalle bellissime e ormai consolidate aree open map di Dark Souls, Sekiro e Bloodborne, per sperimentare qualcosa di completamente nuovo per loro, l'open world. Il tutto cercando al contempo di mantenere intatte le caratteristiche tipiche del Souls-Like, esaltandole in un contesto completamente differente.

Una scelta indubbiamente coraggiosa, complessa e che Miyazaki è riuscito a mettere in scena estrema audacia, offrendoci delle buonissime impressioni, insieme a qualche dubbio che ci auguriamo venga dissipato nella versione finale del gioco.

Elden Ring ci immerge nell'Interregno, un mondo di gioco estremamente vasto, e minaccioso, dove lo scopo è quello di raccogliere i frammenti utili a forgiare l'Elden Ring e divenire il nuovo Elden Lord. Un obbiettivo apparentemente semplice (per quanto ricordi fin troppo il canovaccio di Dark Souls) ma che porterà il nostro protagonista a incamminarsi all'interno di un cospicuo numero di dungeon adornati da trappole mortali, creature orripilanti e temibili boss.

Sin dai primi momenti di gioco, Elden Ring ci abbandona al nostro fato all'interno del meraviglioso mondo di gioco; nessun punto di riferimento, nessuna strada prefissata. C'è la possibilità di affrontare un breve tutorial ma una volta usciti fuori dalla "Grotta della Conoscenza" tutto viene messo nelle nostre mani.

Dobbiamo ammettere che l'impatto iniziale è stato completamente differente da qualsiasi tipo di open world sperimentato fino a ora, forse proprio per merito della direzione artistica di From Software che si rivela impareggiabile anche in un contesto così diverso dalla sua "comfort zone".

Nonostante un mondo di gioco apparentemente poco denso di contenuti, bastano pochi passi per trovare grotte, accampamenti e creature giganti intente a trascinare un carro dal contenuto misterioso. Ogni struttura, ogni orizzonte visivo nasconde una storia; non c'è mai qualcosa disposto in maniera casuale, tutto ha sempre uno scopo.

Tutti questi piccoli dettagli fanno si che la parte esplorativa funzioni egregiamente, per lo meno nelle sue prime ore di gioco. Elden Ring spinge costantemente il giocatore a cercare avidamente nuove cose da fare in ogni centimetro della mappa di gioco e, proprio per questo motivo, alcuni dungeon sono celati in maniera astuta, proprio per non essere rinvenuti con facilità. Un'idea piuttosto buona ma che tende a scontrarsi con un leggero problema di bilanciamento dato dal voler definire il livello dei mostri in base alle aree in cui essi stazioneranno.

Se da un lato questa meccanica potrebbe definire una progressione di gioco, per certi versi, guidata, dall'altro lato i dungeon lasciati indietro in un primo momento, si rivelano estremamente semplici da ultimare una volta che il livello del giocatore sarà troppo alto per quell'area.

Seppur meraviglioso artisticamente, la versione di Elden Ring che abbiamo provato soffriva di numerose incertezze tecniche, forse dovute a una scarsa ottimizzazione del Closed Network Test. Non aspettatevi un impatto visivo paragonabile al recente remake di Demon's Souls, o anche solamente a Sekiro, un open world così ampio, e soprattutto "Cross-Gen", deve necessariamente scendere a compromessi: texture meno rifinite, pop-up sporadici e qualche calo di framerate. Tutte sbavature risolvibili in tempo per il lancio del gioco.

Visivamente parlando, Elden Ring ci è parso come una versione open world di Dark Souls 3, maggiormente curata nei dettagli, sostenuta da un impianto artistico di altissimo livello e adornata da una colonna sonora galvanizzante e ben contestualizzata all'interno degli ambienti.

Elden Ring o Dark Souls 4?

Se strutturalmente Elden Ring è, a tutti gli effetti, una produzione nuova, per quanto riguarda il gameplay, solchiamo terreni piuttosto conosciuti. Le meccaniche di base, infatti, non sono state stravolte rispetto alla saga di Dark Souls, con un sistema di combattimento pressoché identico, che lascia invariate persino alcune animazioni, l'HUD, gli indicatori e altri piccoli dettagli. Insomma, un riciclo di asset piuttosto evidente che ci ha lasciato l'amaro in bocca nei confronti di un titolo che sembra più un vero e proprio sequel di Dark Souls 3, scritto da George R.R. Martin, rispetto a una vera e propria nuova proprietà intellettuale.

Ecco, quindi, che molte magie subiscono semplicemente un cambio di nome,  i falò diventano i "Siti di Grazia" e le Rune sostituiscono le Anime. Prima che ci fraintendiate, se in Sekiro e Bloodborne gli elementi di gioco ricorrenti erano una evidente firma autoriale in grado di definire un genere, in Elden Ring si percepisce molto meno questo fattore in virtù di numerosi elementi grafici che sono stati riportati, senza alcuna modifica dalla serie Dark Souls.

Chiaramente non mancano le novità, alcune delle quali piuttosto importanti. Iniziamo dal salto, una meccanica introdotta in Sekiro e che offre più dinamicità agli scontri, permettendo inoltre di esplorare il mondo di gioco in maniera decisamente più fluida rispetto al passato. Alcune meccaniche stealth sono state introdotte per permettere di affrontare determinati gruppi di nemici senza dover partire subito con scontri melee a a viso aperto e offrire, quindi, approcci diversi al giocatore.

Non esiste open world senza una cavalcatura e Torrente è il mezzo di trasporto perfetto per l'Interregno. Si tratta di un incrocio tra un cavallo e un caprone, veloce e capace di sfruttare le correnti ascensionali per scavalcare alti valichi. Torrente, però, non è solo un mezzo di trasporto ma anche un elemento decisamente importante per gli scontri con i nemici presenti nel mondo di gioco, considerate che abbiamo sconfitto un drago enorme semplicemente standoci in sella.

Il nostro fedele destriero potrà essere richiamato ogni qualvolta lo desideriamo grazie a un anello che ci verrà consegnato da Melina, la ragazza senza occhio sinistro che incontreremo nelle prime fasi dell'avventura. La fanciulla che fin dal primo reveal ha sempre avuto una parte centrale nell'iconografia di Elden Ring, si rivela un elemento portante delle dinamiche di gioco. Sarà possibile, infatti, richiamarla presso ogni Sito di Grazia per parlarle o, ben più importante, per salire di livello consumando le Rune in nostro possesso.

Le Rune, possono essere usate, come da tradizione, anche per acquistare oggetti da alcuni mercanti misteriosi o per potenziare armi (con tanto di Weapons Arts) ed equipaggiamento. Ritornano anche le iconiche "Ceneri", un materiale che è possibile trovare in luoghi segreti o, banalmente, sconfiggendo i boss dei dungeon, che permetterà di incantare le armi conferendogli un potere elementale. Infine le Rune, come in qualsiasi Souls-Like che si rispetti, in caso di morte del nostro personaggio, giaceranno sul punto della sua dipartita e verranno perse per sempre se si morirà prima di raccoglierle nuovamente.

Elden Ring non si distacca più di tanto dalle "difficoltà" già sperimentate nei Souls-Like di casa From Software. Bisogna sempre stare allerta per evitare eventuali trappole, saper leggere i pattern d'attacco dei nemici (che dopo tutti questi anni iniziano a ripetersi pedissequamente iterazione dopo iterazione),valutare bene l'equipaggiamento a disposizione, e aumentare le statistiche corrette per la nostra classe (che a proposito, nel Network Test erano solamente cinque:  Bloody Wolf, Champion, Enchanted Knight, Prophet e Warrior).

Tuttavia, From Software, ha provato a introdurre una serie di elementi atti a semplificare l'esperienza, come la possibilità di evocare degli Spiriti che possono combattere al nostro fianco, oppure poter giocare in cooperativa insieme ad altri tre amici e affrontare l'intera avventura insieme, interagendo con dei totem specifici cosparsi in tutta la mappa. Ovviamente esiste ancora la probabilità di essere invasi da altri giocatori, spingendo a prestare ulteriore attenzione durante l'esplorazione dell'immenso modo di gioco.

Interessante, inoltre, le lievi differenze nell'utilizzo delle fiaschette, suddivise, come da tradizione, in quelle per recuperare vita e quelle per recuperare il focus (mana). Intercambiabili, e ricaricabili, nei Siti di Grazia ogni qualvolta che ne sentiamo il bisogno, in Elden ring queste fiaschette potranno essere ricaricate anche durante le fasi esplorative, eliminando delle piccole larve in giro per il mondo di gioco che riportano alla mente le iconiche lucertole viste nei precedenti quattro Souls di from Software.

Se si muore, cosa che accadrà sovente, potremmo decidere se rinascere presso il Sito di Grazia più vicino o presso le Statue di Marika, posizionate un po' ovunque nell'Interregno. Una bussola posizionata nella parte superiore dell'HUD, inoltre, si adopera nell'aiutarci a orientarci durante l'esplorazione, oltre a indicarci dove giacciono le Rune perse durante l'ultimo scontro.

La mappa, infine, è liberamente consultabile ma a parte catalogare i Siti di Grazia attivati, (i quali saranno veramente tanti), non si prodiga nel fornire altre informazioni, limitandosi a ricoprire il ruolo di world map nella quale è possibile applicare numerosi indicatori per rammentarci i luoghi in cui dovremmo fare ritorno in seguito. Indubbiamente un bel modo per stimolare l'esplorazione, renderla meno guidata e maggiormente immersiva.

Tirando le somme

Elden Ring è indubbiamente il titolo più ambizioso mai realizzato da From Software, lo si può constatare fin dai primi istanti spesi all'interno dell'Interregno. La cura riposta in ogni singolo oggetto, nemico, struttura e zona di gioco è a livelli ineccepibili ma va sottolineato che, per lo meno nelle aspettative che ci eravamo creati, speravamo in una produzione decisamente più distaccata da Dark Souls. Un qualcosa di più originale, capace di ammaliarci, e stupirci, come fecero in passato Bloodborne e Sekiro. Invece, Elden Ring, almeno in queste prime ore di gioco, si dimostra come un'opera bellissima, divertentissima ma troppo derivativa.

Nella sua capacità di rapirci all'interno dell'Interregno, Elden Ring ci è sembrata una lettera d'amore per adulare i fan più accaniti dello storico passato di From Software, più che una produzione che, alla stregua di Sekiro, vuole porsi con un'identità ben precisa e, soprattutto, inedita. Vogliamo ricordarvi, ancora una volta, che tutte queste impressioni nascono dalle poche ore di gioco vissute in prima persona e che c'è ancora tantissimo da scoprire, e da combattere, nell'Interregno che, già nelle poche aree esplorate durante questa prova, mette in mostra un mondo artisticamente superbo, curato, vasto, cosparso di segreti e di nemici raccapriccianti.

Se From Software dovesse riuscire a mantenere la stessa qualità nei contenuti per tutta la durata del gioco, Elden Ring potrebbe divenire un autentico sogno a occhi aperti per ogni amante dei Souls-Like e degli Action-RPG, nonché una delle produzioni più significative del prossimo anno.