Etrian Odyssey Nexus Recensione, omaggio totale alla serie

Etrian Odyssey Nexus è la quintessenza della serie Etrian Odyssey di Atlus. Per l'ultimo capitolo su 3DS la strada percorsa è quella dei ricordi che si amalgamano alle poche novità.

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a cura di Martina Fargnoli

Editor

A 12 anni dall'uscita di Etrian Odyssey, Etrian Odyssey Nexus si presenta come la somma finale che racchiude il meglio che la serie ha offerto fino a oggi. In quanto ultimo capitolo della serie su Nintendo 3DS, non poteva che trattarsi di un omaggio a tutto ciò che ha reso Etrian Odyssey una proposta videoludica con una particolarità quasi d’altri tempi: la creazione di mappe dettagliate che colgono gli aspetti più significativi dei dungeon vissuti in prima persona come avventurieri. La cartografia videoludica è un’arte andata perduta nel tempo a causa della diffusione delle guide strategiche e delle mappe consultabili direttamente in gioco, ma non per Etrian Odyssey che ne ha fatto un punto di forza all'interno del genere dei dungeon crawler.

La trama, risicata all'osso come sempre, si svolge su un misterioso arcipelago fluttuante noto come Lemuria, dove ha sede un grande albero di Yggdrasil. Le leggende narrano di un tesoro ai piedi dell’albero capace di donare un’immensa prosperità a chi lo reclama per sé. La principessa Persephone della città galleggiante di Maginia chiama a raccolta tutti gli esploratori che si vogliono cimentare nell’impresa. Arrivano da Etria, High Laagard, Armoroad e Tharsis e se avete riconosciuto questi nomi non è un caso, perché il gioco attinge a piene mani soprattutto dai capitoli che vanno dal primo al quarto.

L’invito della principessa non è che un pretesto per formare la propria gilda e iniziare ad esplorare pericolosi labirinti completando missioni principali e secondarie. All'interno di Maginia si trova tutto il necessario: una locanda per dormire e salvare il gioco, un negozio - gestito dal volto familiare di Napier - per l'acquisto e il potenziamento dell’equipaggiamento, un bar per accettare le missioni secondarie, l’area della gilda dove costruire un party da 5 potendo contare su 19 classi e il quartier generale governativo dal quale prende forma la storia principale.

Chi si avvicina a Etrian Odyssey per la prima volta potrà provare un senso di smarrimento di fronte a 19 classi tra le quali formare il proprio team vincente, ma come sapranno i più navigati è buona cosa creare dei team complementari. Hero, la nuova classe aggiunta, è una scelta piuttosto solida sia in fase di supporto che in attacco colpendo più nemici alla volta. Le possibilità di composizione sono davvero molto elevate ma non rinunceremmo mai ai Nightseeker e al medico se dovessimo giocare per la prima volta. Nexus sceglie di non perseguire la via di Etrian Odyssey 5 ma inserisce un sistema di sottoclassi per apprendere nuove abilità. Torna inoltre il sistema di Force Skill visto in Etrian Odyssey 2 Untold declinato in Force Boost e Force Break, quest’ultima può scatenare un attacco devastante o essere l’ancora di salvezza in una situazione delicata ma al prezzo di ricaricarsi solo tornando in città.

Uno degli aspetti cruciali della gestione del party è il posizionamento secondo una linea frontale e una linea nelle retroguardie. Le unità nella prima fila solitamente infliggono meno danni ai nemici avversari che si trovano in seconda fila, ma non sempre ciò si applica: se state attaccando con armi o abilità da distanza la posizione all'interno di una fila non influisce sull'entità del danno. La posizione può essere poi significativa per entrare in sinergia con gli attacchi di un altro personaggio, alcune abilità infatti permettono all'intera linea di contrattaccare o alcuni effetti potrebbero estendersi ai compagni adiacenti.

Nexus ha quattro livelli di difficoltà: il più semplice, Picnic, è adatto per chi è alle prime armi sia con il titolo che con il genere, Basic è la difficoltà giusta per chi conosce i giochi di ruolo ma è la prima volta che si avvicina a Etrian Odyssey, Expert alza un po’ l’asticella ed è una difficoltà adatta a chi ha completato titoli precedenti della serie, mentre l’eroico è praticamente come l’esperto ma si può selezionare solo all'inizio del gioco. Abbiamo giocato alla difficoltà massima e la sfida è davvero elevata, richiede un’attenta formazione e un’ottima conoscenza su come tirare fuori il meglio dal proprio party.

Avventurieri in missione

Il segno distintivo di Etrian Odyssey è la mappatura dei labirinti: una caratteristica unica che sfrutta totalmente il touchscreen del 3DS e che in Nexus può vantare una versione rivista delle precedenti. Per chi lo desidera è possibile attivare la generazione automatica completa che traccia le aree dei labirinti nel mentre vengono scoperte. Ogni punto di interesse deve essere però contrassegnato manualmente utilizzando un buon set di icone che stanno a indicare fonti rigenerabili, scale, passaggi segreti e molto altro. È un buon esercizio imparare ad annotare i segmenti chiave perché spesso le missioni secondarie richiedono di raccogliere determinati oggetti o raggiungere specifici punti che probabilmente avrete già esplorato.

Arrivati ormai agli sgoccioli del ciclo vitale del 3DS viene da chiedersi chi utilizza ancora le funzionalità 3D. Che le utilizziate o no per giocare, va sottolineato il buon lavoro svolto con le ambientazioni di Etrian Odyssey: i dungeon acquistano una profondità molto marcata che favorisce l'immersione, inoltre i colori brillanti fanno sembrare vivo l'ambiente.

I dungeon ricordano quelli dei titoli precedenti, ma si presentano con alcune varianti dando comunque una sensazione di novità anche a chi ricorda nomi, estetiche e sonorità. I log dell’avventuriero offrono la possibilità di fare piccole scelte a seconda della situazione contribuendo a dare un tocco di imprevedibilità. Il primo labirinto Lush Woodlands, ad esempio, è un chiaro rimando a Etrian Odyssey IV e se ne ritrovano le meccaniche di manipolazione per attirare i "Cutter" verso le radici, così da aprirsi un passaggio verso altre aree del labirinto. Spesso i nemici possono essere una spina nel fianco e se capita di morire, il gioco concede la possibilità di salvare almeno gli avanzamenti fatti nella creazione della mappa.

Etrian Odyssey ha molte sfaccettature se amate i dungeon crawler, ad esempio anche sconfiggere i nemici in un determinato modo permette di ottenere materiali preziosi; del resto il gioco si basa su un ciclo infinito di “uccidi il mostro, raccogli il materiale, acquista l’equipaggiamento ottenuto vendendo quel materiale”. In fin dei conti qual è la soddisfazione maggiore se non brandire un’arma ottenuta dopo uno sforzo titanico?