Halo Infinite convince | Provata finalmente la campagna

Abbiamo provato in anteprima la campagna di Halo Infinite, ecco che cosa ne pensiamo nei minimi dettagli

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Abbiamo atteso a lungo, ma finalmente Halo Infinite sta per arrivare su Xbox e PC. Nel corso di questi giorni starete già provando la BETA del multiplayer che verrà rilasciato nella sua forma competa il prossimo 8 dicembre, giorno di lancio ufficiale anche della tanto attesa campagna single player. Proprio su quest'ultima abbiamo avuto diversi dubbi, essendo praticamente sparita per buona parte dell'anno scorso dopo la deludente presentazione di giugno 2020.

Per chi conosce la saga, le campagne single player di Halo sono sempre state una parte fondamentale dell'esperienza e mai come questa volta, soprattutto dopo lo svecchiamento della struttura stessa trasformata in un semi-open world, volevamo essere consci dell'effettiva qualità del lavoro svolto da 343 Industries.

Proprio a proposito di questo, abbiamo avuto l'opportunità di provare in anticipo le prime quattro missioni della storia, riuscendo al contempo a esplorare una piccola parte del mondo aperto. A discapito delle aspettative iniziali, siamo rimasti piacevolmente soddisfatti e fiduciosi per quella che sarà l'esperienza finale, che si prospetta essere una delle storie più grandi e mature dell'universo di Halo.

Welcome Back, Master Chief

La storia inizia circa due anni dopo Halo 5 Guardians, l'umanità ha appena subito una sconfitta pesante dagli Esiliati, il conglomerato alieno conosciuto su Halo Wars 2 e successori spirituali di quella che fu l'Alleanza Covenant. Non vi raccontiamo del perché e del come avviene questa pesante debacle, limitandoci a dirvi che il gioco prosegue, a tutti gli effetti, le vicende viste nel quinto capitolo, smentendo, dunque, un retcon narrativo completo e ritornando a farci chiedere: che fine ha fatto Cortana?

Nel corso delle quattro missioni giocate, Master Chief, ancora unico vero protagonista della storia, incontra un marine (nome in codice ECHO-216) e un'intelligenza artificiale definita come "Arma". Entrambi i personaggi diventano sin da subito l'unico vero punto di contatto con John-117, in un'avventura che si prospetta solitaria e ben lontana da ciò che abbiamo visto da Halo 2 in poi. Un vero e proprio soft-reboot spirituale, che porta a farci rivivere le atmosfere e la meraviglia provata con il primo leggendario Halo: Combat Evolved.

A dire il vero, già solo le prime ore di gioco confermano un'inversione completa dell'aspetto narrativo rispetto al passato, ora maggiormente maturo e con una caratterizzazione dei personaggi più curata e incisiva. Un esempio fra tutti? Il temibile Escharum, il Brute capo-guerra pronta a darci la caccia nei pressi di Zeta Halo; l'installazione 07 divenuta famosa nei romanzi e con un'importanza non di poco conto nell'immensa lore del franchise.

Sicuramente la possibilità di concentrarsi su meno personaggi, rispetto ad Halo 5, ha aiutato parecchio il team di sviluppo a lavorare a una sceneggiatura strutturata e con un filo logico sensato, a differenza del predecessore. Per farvi un esempio, la nuova I.A. si presenta sin da subito come uno dei personaggi meglio sviluppati in tutto l'universo di Halo: ironica ma allo stesso tempo confusa, essendo alle prime armi. Il rapporto con Master Chief è da subito distaccato, quasi a mostrare la ricerca di una fiducia reciproca che, probabilmente, si rafforzerà nel corso dell'avventura.

In base a ciò che abbiamo provato, inoltre, Halo Infinite sembra collegarsi parecchio sia agli altri episodi della serie sia ai romanzi, introducendo svariati riferimenti che gli appassionati riusciranno sicuramente a cogliere con una certa emozione. Il tutto grazie soprattutto a una regia ben fatta e una colonna sonora che, come sempre, si dimostra incalzante e memorabile.

Tuttavia ora è troppo presto per giungere a conclusioni affrettate. La campagna ha ancora tanto da dire per quanto concerne la storia e ciò che abbiamo visto è stato solamente una piccolissima porzione (seppur parecchio piacevole). Siamo però interessati a capire il proseguo, chiara conferma che la componente narrativa sembra funzionare adeguatamente, nella speranza che riesca a mantenere lo stesso livello qualitativo fino alla fine.

La nuova era di Halo

Halo Infinite è un vero e proprio nuovo punto d'inizio per la saga, non solo per quanto riguarda la componente narrativa, quanto più per la struttura della campagna single player. 343 ha deciso, infatti, di abbandonare la consolidata struttura a missioni lineari per puntare a una mappa open world, ad aree, di discrete dimensioni. Una scelta di cui avevamo paura, ma che ci sentiamo ora di difendere. Halo aveva necessariamente bisogno di essere svecchiato e aprire le vaste mappe sandbox dei precedenti Halo in qualcosa di più grande, sembra essere stata la scelta migliore.

Per quanto abbiamo visto nelle prime missioni, Zeta Halo permette un'esplorazione libera senza particolari vincoli, ma sia chiaro: tutto è opzionale e il gioco non costringe il giocatore a esplorare o completare le svariate attività per continuare la storia, volendo è possibile proseguire nella maniera più classica vista nei precedenti capitoli.

Va comunque sottolineato che le stesse sub-quest sono variegate e ben contestualizzate. Per farvi un esempio, i collezionabili non sono fine a se stessi: gli audio-log permettono di comprendere meglio ciò che è accaduto nelle ultime ore prima della sconfitta umana o di determinati momenti prime dell'inizio del gioco, riuscendo a capire anche del perché alcuni personaggi non sono presenti. Anche gli avamposti degli Esiliati sono ben integrati nella narrazione.

Le basi sparse per tutto l'anello, invece, servono sia per raggruppare i marine che possiamo trovare e salvare sia per richiedere armi o veicoli da usare per la nostra esplorazione. Più quest completiamo, più Punti Valore riusciamo a ottenere e di conseguenza sbloccare veicoli e armi più potenti.

A completare il quadro generale ci pensano i boss, tutti ben amalgamati con la lore e ben contestualizzati, che una volta uccisi garantiscono armi aliene uniche. Insomma, tanta carte al fuoco che non fa altro che aumentare la longevità della campagna e darci nuovi motivi per affrontare gli Esiliati, un'idea che, almeno nelle prime ore, ci ha convinto. Ci auguriamo ovviamente che la struttura rimanga così, senza risultare troppo bulimica con il passare delle ore.

Sul gameplay nudo e crudo abbiamo avuto più volte modo di parlarvene, anche grazie ai diversi test flight effettuati durante gli scorsi mesi. Halo Infinite è probabilmente l'FPS più solido, fluido e divertente che giocherete quest'anno: mai banale, ben pensato e con un feeling delle armi incredibilmente soddisfacente.

Gli scontri a campo aperto si trasformano in veri e propri momenti di esaltazione, tra esplosioni, proiettili ed effetti particellari, soprattutto grazie a un'I.A. dei nemici ben sviluppata e tra le migliori mai viste nel panorama FPS. Nei combattimenti possiamo intercambiare le armi con estrema velocità in base alla situazione e ai comportamenti dei nemici: spostarci con il rampino, lanciare bobine esplosive o sfruttare alcuni dei diversi equipaggiamenti a nostra disposizione come lo scudo difensivo o i propulsori. Insomma, un vero e proprio Halo all'ennesima potenza, galvanizzato dai potenziamenti Spartan Core, che permettono di migliorare i nostri equip, fornendogli caratteristiche speciali (come il rampino elettrificato). Questi core possono essere trovati in diverse zone della mappa e garantiscono una maggior varietà, agli scontri, già di per se piuttosto dinamici.

Ad aiutarci nella vasta esplorazione (come sempre, a scelta) torna lo scan visto in Halo 5, in questo caso più utile vista la mole di cose che è possibile trovare in giro per Zeta Halo. Ovviamente non mancano diverse novità legate alle armi come il nuovo fucile a pompa Bulldog o la pistola fulminatrice Disruptor, tutte ben pensate sia nella componente pratica che in quella di design.

Parlando per l'appunto di design, vi starete chiedendo come siamo messi per quanto riguarda la componente grafica del titolo, ebbene siamo felici di dirvi che Halo Infinite è un prodotto tecnicamente solidissimo, soprattutto su Xbox Series X. Il framerate mantiene sempre i 60 FPS (con la possibilità di giocare anche a 120 FPS abbassando la risoluzione), non abbiamo assistito a fenomeni di pop-up e la risoluzione convince.

E il doppiaggio? Halo Infinite, dopo due capitoli sottotono, si presenta con un doppiaggio di prim'ordine e un labiale finalmente sincronizzato. Anche dal punto di vista recitativo il livello si è alzato notevolmente e giocarlo in italiano è davvero soddisfacente.

Anche graficamente, pur non essendo uno dei giochi migliori di sempre, ci ha lasciato buonissime sensazioni, soprattutto per quanto riguarda gli interni delle strutture e le cutscene. Ovviamente ci sono anche dei chiari limiti, soprattutto per la qualità poligonale di alcuni personaggi, (come quella di Echo-216, drasticamente ridotta rispetto al 2019). Ma in generale ci sentiamo di promuovere le prime ore di gioco, anche se chiaramente non siamo estasiati, ma per lo meno rassicurati.

Tirando le somme

Le prime ore della campagna di Halo Infinite sono state al di sopra delle aspettative, sia per quanto concerne il comparto narrativo che per la struttura generale dell'open world. 343 non ha voluto introdurre troppe meccaniche derivative, puntando maggiormente sull'ingrandire a dismisura l'idea originale di Halo: Combat Evolved, riuscendo a dar vita a un mondo di gioco nostalgico e fortemente emotivo per tutti gli appassionati del franchise, esaltato da un gunplay di assoluto livello e una colonna sonora potenzialmente memorabile. Se il gioco riuscirà a mantenere tutte le qualità rilevate durante questa prova per tutta la sua durata, avremo tra le mani, molto probabilmente, uno dei migliori capitoli della serie, nonché lo sparatutto migliore dell'anno.