Hollow Knight Silksong Anteprima

Abbiamo provato Silksong, il seguito del celebre Hollow Knight che aspira a stupire nuovamente i giocatori diventando uno dei titoli caldi del 2019.

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a cura di Andrea Maiellano

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Rimanere estasiati di fronte allo schermo che trasmette una build di Hollow Knight Silksong, all’Open Day che Nintendo ha organizzato a Milano per presentare la line-up di Switch per il 2019, sembra surreale. Circondati da titoli del calibro di Luigi’s Mansion 3, Pokémon Spada e Scudo e Link’s Awakening, rimanere in coda, in preda a un’attesa spasmodica e con un sorriso catatonico stampato in faccia, per poter provare, finalmente, un gioco indie sembra pura follia, ma non nel caso del seguito di Hollow Knight, il “Metroidvania” che nel 2017 è riuscito a diventare un fenomeno acclamato da critica e pubblico grazie alla capacità di fondere un ottimo level design a un gameplay funzionale, ed essenziale, in grado di mescolare il meglio dell’universo creato da Igarashi ad alcune meccaniche senza pietà di pura matrice Miyazaki.

Se Guacamelee era riuscito nell’intento di spogliare i Metroidvania della loro componente ruolistica a favore di un ottimo level design e un solido gameplay, e Salt and Sanctuary di mostrare in due dimensioni le similitudini fra il genere partorito da Igarashi e i titoli “Souls-Like”, Hollow Knight riuscì a spingersi oltre, migliorando ogni singolo aspetto portato alla luce da questi illustri colleghi e unendolo a una direzione artistica ispiratissima, che con una narrazione sibillina, e giocando sulle atmosfere, riusciva a raccontare al giocatore un intero universo in grado di ammaliare milioni di giocatori.

Viene da se che, dopo l’enorme successo ottenuto da Hollow Knight, quando il Team Cherry rivelò che Silksong, che ricordiamo doveva essere una semplice espansione del titolo principale, si stava trasformando in un vero e proprio seguito stand-alone, la curiosità di scoprire come il tema di sviluppo sarebbe riuscito a non rendere questa nuova avventura un semplice “more of the same” era davvero tanta.

La demo di Silksong presente all’Open Day di Nintendo, sembrava realizzata proprio per rispondere a questo quesito con due porzioni di gioco, il prologo introduttivo e una fase avanzata dell’avventura di Hornet, atte a mostrare quanto il seguito di Hollow Knight sia differente dal suo predecessore pur assomigliandogli così tanto. In primis proprio la scelta di utilizzare Hornet come personaggio principale, che nel precedente capitolo ricopriva il ruolo di comprimaria del protagonista, ha permesso di modificare, e snellire dove necessario, un gameplay che già di per se si poteva definire privo di punti deboli. La protagonista di Silksong, infatti, fin dai suoi basici movimenti si dimostra maggiormente agile e reattiva del Silente Cavaliere impersonato in Hollow Knight. Può saltare più in alto, arrampicarsi sulle sporgenze in caso di salti non perfettamente allineati con le estremità delle piattaforme, muoversi più rapidamente e attaccare con maggior velocità. 

Per chiunque abbia giocato il primo capitolo già questa breve descrizione potrà far capire quanto l’approccio generale possa rivelarsi maggiormente nervoso e meno riflessivo che in precedenza ma le novità non finiscono qui. Hornet, infatti, potrà curarsi in maniera più rapida, sfruttando la seta che cumulerà eliminando nemici o saccheggiando dei rocchetti occultati nella mappa di gioco, riempiendo fino a tre maschere per volta, che nella serie di Hollow Knight rappresentano i punti danno accusabili prima di una morte della protagonista, e, soprattutto, potrà farlo anche in movimento non richiedendo di ritrovarsi in una posizione difensiva per poter ricaricare le proprie energie.

Hornet, inoltre, potrà utilizzare la seta per riparare la sua arma, un semplice ago da cucito, in caso di usura, effettuare attacchi ad area o lanciare una sorta di pugnale. Questa espansione delle azioni base, tutte collegate al continuo utilizzo del materiale tessile, generano una meccanica di gioco che, specialmente nelle situazioni più concitate, si è rivelata come un costante colpire nemici per rigenerare seta da utilizzare a sua volta per effettuare azioni diverse durante le battaglie, in una sorta di danza frenetica e leggiadra, in grado di rendere maggiormente vivace la già ottima azione di gioco del predecessore. 

Per testare le novità introdotte al gameplay, nella demo disponibile all’Open Day di Nintendo, erano disponibili due livelli di gioco e se il primo, Moss Grotto, era maggiormente incentrato sul presentare gli antefatti che hanno catapultato Hornet in quella labirintica, e verdeggiante, terra sconosciuta, il secondo, Deep Docks, si è rivelato in grado di esprimere il potenziale di questa rinnovata formula e mostrare appieno come, nelle sessioni avanzate di gioco, Silksong non sia un semplice “Re-Skin” di Hollow Knight. Le tetre caverne dell’area di gioco si sono rivelate intricate come nel predecessore, portandoci a esplorarle ben oltre il tempo di prova previsto allo stand. La missione era semplice, trovare una chiave, aprire un cancello e battere il boss presente nell’arena successiva ma, all’atto pratico, ci siamo ritrovati a volerci perdere di proposito in quell’ottimo esempio di level design ispirato volendo prolungare il nostro soggiorno in quel angusto sottosuolo prima di ritrovarci al cospetto di Lance.

Proprio lo scontro con Lance, un boss decisamente agguerrito e poco avvezzo al permettere errori al giocatore, ci ha permesso di scoprire un’altra gradita aggiunta al gameplay di Silksong: una sorta di “parry” che entra in azione ogniqualvolta l’ago di Hornet entra in collisione con un’arma nemica. Una semplice manovra evasiva che permette di interrompere una sequenza di attacco avversaria dando un paio di secondi di respiro per riorganizzare i propri riflessi prima di una nuova offensiva. Dopo una paio di tentativi completamente fallimentari, siamo riusciti ad avere la meglio sull’ostico avversario, portando a conclusione la demo e consci che quello che abbiamo potuto testare non era altro che la punta di un profondissimo iceberg che non vediamo l’ora di esplorare in ogni suo centimetro.

In merito a quello che abbiamo potuto carpire sul comparto narrativo, e la progressione, di Silksong, possiamo dirvi che siamo di fronte a una storia raccontata nuovamente in maniera sibillina, con ampio spazio lasciato all’immaginario del giocatore per trarre le sue conclusioni in merito ad alcune delle vicissitudini che Hornet andrà ad affrontare. Il breve filmato iniziale mostrava la protagonista che, trasportata in una carrozza adibito a cella, riusciva ad evadere aiutata da un insetto luminoso ritrovandosi nella verdeggiante Moss Grotto.

Le manovre aggiuntive che Hornet aveva a disposizione all’interno di Deep Docks, come la famosa schivata aerea, ci hanno lasciato intendere che tornerà la formula “chiave” del genere metroidvania, con annesso il canonico “Backtracking” che ne consegue, dove le varie abilità che sbloccheremo nel corso dell’avventura ci permetteranno di esplorare porzioni sempre maggiori della mappa. Resta ancora da capire la dimensione di quest’ultima e se sarà in grado di mantenere la stessa qualità e direzione artistica del suo predecessore ma se Silksong riuscirà a mantenere la qualità percepita durante la nostra breve prova ci ritroveremo di fronte a uno dei titoli più interessanti dell’autunno 2019.

In attesa di poter giocare Silksong, viconsigliamo di recuperare Hollow Knight in uscita in edizione fisica a Luglio.