Intervista a Edmondo "DragonEddy" Cerini, campione eSport dei Samsung MorningStar

In occasione del Lucca Comics and Games abbiamo intervistato Edmondo Cerini, in arte DragonEddy.

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a cura di Francesco Caputo

Il fenomeno degli eSport sta decollando e lo dimostrano i continui investimenti di nuove società in questo settore, oltre che dei numerosi eventi organizzati. Negli ultimi anni, inoltre, moltissimi appassionati riescono a diventare pro-player (giocatori professionisti ndR) grazie alla loro immensa abilità e talento in un determinato videogioco e ciò significa ricevere uno stipendio regolare che pochi sportivi possono permettersi al giorno d'oggi.

Samsung crede davvero in questo progetto, infatti ha radunato alcuni ragazzi per creare la sua squadra, chiamata Samsung MorningStar. Si tratta appunto della prima squadra professionistica italiana ingaggiata dalla società sud-coreana e che si allena assiduamente nell'Esport Palace di Bergamo.

In occasione del Lucca Comics and Games abbiamo conosciuto Edmondo Cerini - in arte DragonEddy -, un ragazzo di 19 anni, membro dei MorningStar e della nazionale italiana, capace di compiere grandi imprese in Overwatch nonostante la sua giovane età. Per alcuni di voi questo nome può sembrare sconosciuto, ma Edmondo è riuscito a creare un suo seguito grazie alle eccellenti prestazioni nelle varie competizioni in cui ha partecipato legate al videogioco Blizzard. Passiamo ora alla sua intervista.

Parlaci un po' delle tue passioni, in particolare quella per i videogiochi, dove è nata?

In generale - per i videogiochi -, come chiunque sportivo che ha una passione fin da piccolo. Sin da quando avevo cinque anni giocavo a qualsiasi console: GameBoy, PlayStation... all'età di undici anni ho cominciato a giocare su PC - con il mio primo gioco online - a Battlefield Heroes. Il mio primo gioco competitivo è stato CS: GO, anche se non mi sono mai puntato sulla scena sportiva e con Overwatch - dal Day One. All'inizio ero solo un giocatore for fun, quindi giocavo semplice anche in competitivo. Più avanti, dopo che sono riuscito ad entrare nel contest di Samsung, ho avuto la possibilità di entrare nella sua squadra competitiva e di far parte di MorningStar. Ci sono stati parecchi cambiamenti, ma son sempre rimasto fin dal maggio 2017.

Perché proprio Overwatch? Casualità o qualcosa di voluto?

Quando ho saputo che Overwatch stava uscendo, mi interessai molto a questo gioco per la grafica cartoonesca. In più, è un gioco Blizzard, che è sinonimo di qualità. All'inizio non avevo in mente di diventare un giocatore professionale, però ci sono state appunto delle cause: grafica cartoonesca e Blizzard. Queste sono le due ragioni principali che mi hanno portato in questo gioco.

Una domanda sull'eSport: quanto è importante l'allenamento per te e per la squadra?

L'allenamento individuale è importante per qualsiasi giocatore; è la base per qualsiasi giocatore professionale. In particolare, per Overwatch, l'allenamento di squadra è ancora più importante perché questo titolo si basa molto sul gioco di squadra, sulla strategia, sulla coordinazione, nella sinergia che c'è tra i vari compagni. Quindi allenamento individuale (posso darti qualche numero), durante la giornata si passano dalle 3 fino alle indeterminate ore a giocare individuale, competitivo e via dicendo. Per quanto riguarda le ore di team, si passano 3 ore nelle scream (le partite di allenamento con altri team) più 2 ore per una review di gruppo. L'allenamento dipende anche dalla classe di gioco perché in alcuni casi è richiesta la mira e esercizi mentali, però l'allenamento è la base di Overwatch.

Parliamo di MorningStar: cosa significa per te far parte del team?

In generale (per generale intendo anche come abilità che posso usare nel futuro) mi sta insegnando come approcciare con il mondo del lavoro: atteggiamento serio, costanza e responsabilità. Per quanto riguarda il mondo degli eSport, mi ha fatto capire quanto sia importante la determinazione nell'inseguire il proprio sogno, anche andando contro a chi ti critica e chi disprezza per il lavoro che fai. Oltre a quello, la costanza e la forza di volontà che sono valori importanti che mi hanno insegnato nel progetto.

Come ti approcci con la critica? Sii sincero!

La maggior parte delle volte evito. Ricevo anche messaggi con critiche e molte volte non ho tempo di rispondere. Se me lo dice un parente (una situazione che mi riguarda molto). Sono di origine di metà asiatica e quindi molto rigida su queste cose, infatti ho sempre affrontato questo argomento. Se me lo dice, quindi, un parente o un amico tengo particolarmente a fargli capire questa cosa e l'importanza, soprattutto la serietà, il progetto, l'investimento etc etc. Quindi, sì, cerco sempre di discutere e spiegare il mio punto di vista. Solitamente sono aperto a critiche e a combattere.

Quali sono i tuoi obiettivi personali?

Al momento di raggiungere l'Overwatch League. Prima voglio vincere la prossima stagione di Contenders che è stato ufficializzato nell'ultimo BlizzCon - avrà inizio a breve. Sono contento dei nuovi compagni di squadra e spero di raggiungere il miglior risultato possibile e successivamente - dopo Contenders - spero di avere l'occasione di raggiungere l'Overwatch League.

Torniamo al discorso eSport, secondo la tua visione da professionista, quanto può cresce e dove può arrivare?

Devo, innanzitutto, dire che sono molto contento di come stanno andando le cose a livello italiano e a livello mondiale, perché sempre nuove società stanno capendo quando è grosso sia il movimento degli eSport, quanto sia importante e quanto si possa investire dal punto di vista economico. Per quanto riguarda l'Italia, spero che ci sia anche una rivoluzione dal punto di vista sociale, ovvero che venga accettato sempre da più persone, anche di età avanzata poiché è sempre quella la categoria che disprezza questo tipo di attività. Spero che quello che sta accadendo si potenzi ancor di più!

Si sta parlando di Olimpiadi. Cosa ne pensi? Vorresti partecipare?

Mi piacerebbe giocare un giorno perché giocare a una competizione così grande sia il sogno di chiunque. Per quanto riguarda se sono d'accordo o meno, mi piace avere l'idea di una competizione a livello mondiale, ma non so se associarla e mettere gli eSport dentro una competizione di sport tradizionali. Preferisco che i videogiochi abbiano un'Olimpiade a sè, una competizione mondiale a parte. Come detto prima, sono due sport paragonabili per valori ecc ecc. Sarebbe bello vederli separati.

Quindi, come le Para-Olimpiadi che sono distaccate?

Esatto, qualcosa di distaccato che si distingue esclusivamente per i videogiochi.