P.T. non sarà compatibile su PS5, è ora di lasciarlo andare

P.T. torna a far parlare di sé attraverso la conferma della sua non-esistenza su PS5, ed è perciò giunto il momento di lasciarlo nei ricordi.

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a cura di Alessandro Palladino

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Parlare di P.T. è ormai quasi come continuare a far vivere una leggenda orale dalla fantastica avventura vissuta in un tempo passato: è accaduta, ha fatto clamore e ancora oggi l'eco delle sue gesta perdura nella grande camera di ripetizione che è il web. Metà creatura mitologica, metà sogno infranto, il gioco di Kojima, Reedus e Del Toro che avrebbe fatto rinascere Silent Hill è un piacere talmente proibito da essere stato rimosso dal PlayStation Store nel lontano 2015, sopperito solo da mod amatoriali per i più disparati giochi.

E nei cinque anni dalla sua dipartita ne sono uscite di speculazioni, dettagli, glitch, bug e qualsiasi altra cosa sarebbe potuta uscire fuori da quella demo dalla fama ben superiore a qualsiasi altro titolo degli ultimi anni. Basta farsi un giro su Reddit per trovare una marea di discussioni legate a ogni oggetto che si poteva trovare nella demo, così come si può fare un'escursione in qualsiasi piattaforma commerciale per rendersi conto che esistono persone che rivendono il proprio account su Ebay (o direttamente la console) solo perché erano possessori di tale antico manufatto. Una reliquia, forse più un ossario in realtà, considerando che P.T. non è altro che il cadavere ormai scheletrico di un progetto a cui Konami ha da tempo tolto la linfa vitale.

Perché ne continuiamo a parlare anche adesso? Dopo tutto questo tempo? Parte della ragione è che c'è ancora l'amaro in bocca di non vedere un nuovo Silent Hill in vista, neanche oltre la nebbia del prossimo futuro a meno in un annuncio a sorpresa in cui tutti sperano. Dall'altro lato c'è invece chi guarda avanti ed è ansioso di mettere mano alla nuova console in uscita tra un mese, la piuttosto grande PlayStation 5, fino a che un dubbio non gli assale la mente e lo porta a chiedersi: "Ma P.T. sarà retrocompatibile?" Apriti cielo, l'annosa domanda rimbalza un po' ovunque e arriva fino a Konami, la quale con tutto l'orgoglio di chi ha abbassato la serranda su Silent Hill ribadisce un secco: "No."

A questo punto che succederà tra un paio di anni? Che fine farà P.T. quando non ci sarà più modo di tramandarlo se non raccontando quello che fu a chi non c'era davanti un fuoco da campo? Tranquilli, attualmente esistono ancora diversi modi per provare l'ebbrezza di giocare P.T. "comodamente da casa vostra", quello che però vogliamo chiederci è se davvero vale la pena continuare a portarci P.T. nel cuore.

I suoi stessi creatori lo hanno superato, si sono messi insieme e hanno tirato fuori Death Stranding, dando alla luce un prodotto molto più complesso e sfaccettato di un horror classico come sembrava essere la demo in questione. Certo, faceva davvero paura e il suo realismo, insieme alle interazioni di ogni elemento coinvolto, portava l'intera questione è un livello ben superiore a un Outlast qualsiasi. Eppure non aveva la scintilla creativa che c'è dietro Death Stranding, benché P.T., essendo figlio di Kojima, sia pieno di simboli e rimandi che perseguono la voglia dell'autore di lasciare molto tra il non detto. Esiste qualcosa di ancora più "nascosto" di un progetto che non ha mai visto la luce? Quasi come se P.T. fosse una "kojimata" definitiva perfino per l'autore stesso, aumentandone il fascino nei riguardi della sua inaccessibilità.

P.T. non è mai scomparso

Alla luce di quello che evidenziamo nel testo, è comunque noto che ancora oggi esistano metodi che permettano ai possessori di un account PSN (e che abbiano riscattato la demo ai tempi) di poter nuovamente scaricare P.T. e giocarlo sulla propria console. Le metodiche sono diverse e tutte richiedenti un'azione attraverso terze parti.

A prescindere da quello che può o non può romanticamente sembrare, è l'ora di lasciare P.T. finalmente indietro e di guardare avanti con speranza. Il culto dietro la demo è diventato fin troppo attaccato a un ricordo, a un qualcosa che si è vissuto e di cui non ci si è potuti gustare l'interezza dell'offerta. Per tale ragione è andato avanti per tanto tempo, perché chiunque cercava sempre più pretesti per passarci ore e ore e ore, trovando valore in una semplice ricerca anche solo per sperare di trovare un indizio che confermasse speranze illusorie.

Era la ricerca di un prodotto assente nella società dove vige il tutto e subito, dove l'ingiustizia di uno stop creativo da parte di una compagnia diventa un motivo per trovare un appiglio e ottenere comunque quello che si vuole. È ciò a cui siamo abituati, tra pre-ordini, season pass e qualsiasi altra forma che immettesse linfa vitale nelle attese e nelle opere che gustiamo con voracità. Ma è quando ci tolgono il boccone da sotto i denti che finalmente capiamo la fugacità di quelle che sono collezioni di dati a tutti gli effetti, qualcosa che ogni giorno avviene in molto piccolo ogni volta che uno studio indipendente non trova fondi per la propria idea, solo che non c'è nessun culto dietro a piangerne le spoglie.

Saremo qui a chiederci se Scalebound sarebbe stato retrocompatibile se fosse mai uscita una demo sul Microsoft Store, così come potremo farlo di qualsiasi altro gioco di cui ci siamo beati e che non abbiamo mai avuto completo, tra cui il misteriosissimo Deep Down che ormai ci siamo belli che scordati. Ognuno è un feticcio consumato o una gemma preziosa e P.T. tira fuori il lato avido di ognuno dei suoi possessori, di chi cerca account PSN per poterlo ottenere o di chi tiene la propria PS4 solo e unicamente per quella demo, senza poterla lasciare indietro. Sì, esatto P.T. è un po' come la pietra che Adam Sandler venera in Uncut Gems, quella che attira fortuna e sfortuna, l'oggetto del desiderio proibito che è lì ma che, allo stesso tempo, è legato ad un altro luogo dal proprietario etereo. Non c'è valore in essa se non quello che vediamo personalmente, e per P.T. ai tempi nessuno si sognò mai di tenersi quella demo installata sull'hard disk.

Non aveva valore, come per la gemma era una delle tante pietre estratte dalla terra da un popolo che difficilmente ne riconosceva il valore. È stato solo il mito, il culto a consacrarlo a oggetto mistico. E ora che ne abbiamo l'occasione è arrivato finalmente il momento di lasciare andare P.T., no? Bhe, Uncut Gems ci insegna proprio che anche dopo tutto questo non si può proprio davvero buttar via un patrimonio simile.

Se avete ancora voglia di P.T. ma non volete comprare un account o una PlayStation nuova, Death Stranding potrebbe consolarvi ed è anche retrocompatibile!