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Pendragon, narrativa e roguelike | Recensione

Pendragon è uno strategico a turni dalla forte impronta narrativa e da uno stile mozzafiato: ecco cosa ne pensiamo di questo peculiare titolo.

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Roguelike, strategia a turni e una forte impronta narrativa: per quanto possa sembrare bislacco, questo è proprio il mix alla base di Pendragon, nuovo titolo di Inkle, studio famoso per Heaven’s Vault e 80 Days, che poggia le sue basi sul mito di re Artù e sulle vicende dei cavalieri della tavola rotonda. Un setting fascinoso, accompagnato da uno stile dirompente, che promette di regalare ore e ore di gioco a tutti coloro che gli daranno una possibilità e avranno la voglia e la pazienza di immergersi nella montagna di righe di dialogo stilate per l’occasione. Ma ne varrà davvero la pena?

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:

Al salvataggio di Artù

Così come i precedenti titoli di Inkle, anche in Pendragon a prendersi il palcoscenico è l’aspetto narrativo, con questo peculiare roguelike che ci racconta quelli che sono gli ultimi giorni del mito arturiano. Il malvagio Sir Mordred ha infatti messo a ferro a fuoco le terre d’Albione, mettendo in scacco il prode re Artù. Una situazione decisamente scottante, che saremo chiamati a risolvere nei panni di alcuni dei personaggi più famosi delle vicende dei cavalieri della tavola rotonda, come Lancillotto, Ginevra, Morgana e molti altri ancora.

In base al personaggio che decideremo di impersonare nella nostra avventura, ma non solo a quello, le vicende di Pendragon si dipaneranno in un modo diverso, tessendo sinossi tra loro sempre differenti ma ugualmente interessanti. Impressionante, infatti, come Kyle sia riuscita ad imbastire una così lunga serie di fatti e accadimenti, in un’impalcatura narrativa che non cigola mai e riesce a dimostrarsi all’altezza qualsiasi direzione prenderemo nei numerosi bivi che ci si pareranno davanti in Pendragon.

Questa preponderanza della narrazione arriva a influenzare anche il gameplay vero e proprio del titolo, che si piega più che volentieri a quelli che sono i bisogni e le necessità della trama. Più di una volta, durante i combattimenti a turni di cui vi parleremo a breve, i nostri movimenti sono infatti stati interrotti da qualche dialogo o riflessione, che possono talvolta anche cambiare in corso d’opera quello che è il proseguo della nostra partita.

Pendragon: tra caselle e cavalieri

Purtroppo, la bontà di tali aspetti non è riscontrabile in quelle che sono le fasi più ludiche del titolo, con il comparto da strategico a turni di Pendragon che risulta raffazzonato e fin troppo semplicistico. Ogni missione si svolgerà infatti in un piccolo fazzoletto di terra, composto al massimo da poche decine di caselle, con il nostro obiettivo che sarà quello di arrivare all’estremo opposto della nostra zona di partenza o sgominare ogni minaccia sul campo di battaglia. Minacce che potranno essere eliminate, così come i membri del nostro party, con un singolo attacco, con le scaramucce di Pendragon che finiscono così per somigliare a una versione semplificata del gioco degli scacchi. Non mancano ovviamente poteri e abilità varie, ma è innegabile come il fulcro dell’esperienza dell’ultima fatica di Inkle sia decisamente da ricercare altrove.

Oltre a queste fasi più movimentate, Pendragon dispone anche di qualche piccola feature da survival, come la necessità di gestire la fame, il morale e il riposo dei nostri personaggi, e di una sezione più esplorativa, dove tra un combattimento e l’altro saremo chiamati a programmare il nostro viaggio in una policromatica mappa.

Una costante di tutte queste fasi è il dirompente aspetto estetico, senza ombra di dubbio alcuno uno dei punti di forza maggiori della produzione. Pendragon sembra infatti una vetrata di una cattedrale in movimento, un incredibile esercizio di stile nonché una bellissima esplosione di colori. Le immagini di corredo a questa recensione, del resto, non mentono. Molto buono, infine, anche l’aspetto sonoro, soprattutto per la resa dei rumori ambientali come la pioggia, che concorrono ad aumentare l’immedesimazione del giocatore.

Voto Recensione di Pendragon


7.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Bellissimo da vedere

  • Narrativamente valido

  • Partite sempre diverse

Contro

  • Gameplay fin troppo semplicistico

  • Solo in inglese

Commento

endragon è un titolo tanto particolare quanto valido, che fa del suo pregevole stile artistico e della propria narrazione i suoi punti di forza. Peccato solo per la troppa basilarità dei combattimenti a turni, ma per il resto quella di Pendragon è una produzione da tenere in considerazione, soprattutto per gli appassionati del mito arturiano. Ah, se non andate d’accordo con l’inglese, vista la mole di testi e dialoghi da leggere, lasciate perdere: Pendragon ad oggi non è disponibile in italiano.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Pendragon - PC

Pendragon - PC