Ruined King A League of Legends Story | Recensione

Ruined King A League of Legends Story apre un nuovo capitolo per l'universo creato da Riot Games. Un GDR che convince e trasporta nel mondo di Runeterra.

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a cura di Martina Fargnoli

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Riot Games ha creato un universo di gioco incredibile e affascinante con League of Legends, titolo che non deve il suo successo soltanto all’aver portato il genere dei Multiplayer Online Battle Arena alla ribalta, ma che deve ringraziare anche tutto il lavoro di storytelling che è stato fatto affinché i suoi numerosi Campioni non fossero soltanto gli ennesimi personaggi dall’aspetto e dalle abilità differenti. Costruire delle storie, narrare eventi e dipingere attraverso immagini e video i luoghi dove queste storie si sviluppano, sono tasselli fondamentali del successo di League of Legends.

Non sempre, però, è facile riuscire ad avvicinarsi a un mondo così grande, che non accenna a fermare la sua espansione, senza sentirsi un po’ persi. D’altro canto, non è facile neanche approcciarsi a un gioco che nel tempo è diventato così competitivo da nutrire una community non di rado ostile verso i nuovi giocatori, nonostante comunque i tentativi del team di arginare i fenomeni più dannosi per la crescita stessa del gioco.

Raggiungere nuovi utenti è diventato un obiettivo piuttosto naturale per un brand come LoL che si sta aprendo sempre più a nuovi generi e forme di racconto. Prima Legends of Runeterra, poi l’arrivo sugli schermi della serie televisiva animata Arcane che convince proprio perché non parla semplicemente ai videogiocatori. Più recentemente è stato il turno del lancio di due titoli molto diversi tra loro: Hextech Mayhem e Ruined King di cui vi andremo a parlare in questa recensione. Tutti questi prodotti hanno un punto di contatto: non necessitano di conoscere davvero ogni aspetto di League of Legends e si rendono per questo facilmente digeribili anche al di fuori della sfera dell’appassionato.

L’avanzata della Nebbia Oscura

Ruined King inizia il suo racconto nella città di Bilgewater, patria di nuovi inizi che accoglie ogni giorno nel suo porto i tanti navigatori che vi si recano. In città, senza più Gangplank a imporre il suo dominio, la temibile Sarah Fortune sta cercando di consolidare il suo controllo sugli altri capitani. Le cose però prendono presto una brutta piega quando gli spiriti trascinati a Bilgewater dalla Nebbia Oscura iniziano a infestare la città portuale. Radunato l’equipaggio, la rotta per le Isole Ombra può essere tracciata. Ognuno è animato da un motivo diverso per raggiungere quella terra maledetta, che un tempo risplendeva di luce, e nel corso del gioco avremo modo di approfondire un po’ di ciascuno dei 6 Campioni giocabili: Sarah Fortune, Illaoi, Braum, Yasuo, Pyke e Ahri.

Tutti i personaggi sono introdotti con calma e in modo progressivo nel più classico degli sviluppi per un gioco di ruolo che vede acquisire nuovi membri del party a mano a mano che si procede nell’avventura. Ciò può tranquillizzare chi si avvicina a League of Legends per la prima volta. Noi conoscevamo già la storia di questi combattenti, ma il gioco ci è parso in grado di presentarli a un pubblico totalmente ignaro dei fatti grazie a filmati illustrati, descrizioni e interazioni tra i personaggi stessi. Le interazioni e i momenti di approfondimento non hanno la profondità di giochi come Numenera, ma la personalità e i tratti distintivi dei protagonisti emergono chiaramente.

Le loro unicità sono espresse anche nell’esplorazione, infatti ogni personaggio è dotato di abilità Dungeon che gli permettono di rendersi utile per risolvere piccoli puzzle ambientali o trovare tesori e facilitare la navigazione all’interno degli scenari. Lo stile delle ambientazioni, con l’inconfondibile tratto di Joe Madureira, è piacevole a vedersi e dona vita ad ambienti tra loro contrapposti: da una parte la vivacità, anche cromatica, di una città sempre indaffarata come Bilgewater e dall’altra parte lo spettrale paesaggio delle Isole Ombra avvolte da poteri minacciosi.

L’importanza delle Corsie

Ruined King è un gioco di ruolo che attinge fortemente da Battle Chasers: Nightwar, del resto dietro a Ruined King c’è lo sviluppatore Airship Syndicate. Ciò si traduce in un sistema di combattimento interessante e una più ampia personalizzazione che richiama il concetto delle build ben noto ai giocatori di LoL. Grazie alla presenza di tutorial visionabili in qualunque momento dai menu e a una progressione ben scandita, è un GDR che vuole facilitare la sua curva di apprendimento anche a chi non ha molta esperienza con i GDR. Ciò non deve essere visto negativamente perché si fa comunque forte di una componente ruolistica ben marcata, a patto di volersi misurare con una difficoltà non sempre bilanciata al meglio. Da qualunque prospettiva la si guardi, la formula di Ruined King, che tende la mano sia novizi dell’universo creato da Riot sia a chi predilige gli scontri più tattici, risulta per noi vincente nel fare da ponte tra due realtà che si incontrano per la prima volta.

League of Legends è un gioco che non incontra grandi problemi ad essere trasformato in un GDR perché molti dei suoi sistemi sono già alla base di un gioco dove la composizione della squadra, le abilità del singolo, gli equipaggiamenti e i miglioramenti permanenti o provvisori fanno la differenza quando si scende in campo. Ruined King ha il pregio di riuscire a prendere tutte le caratteristiche chiave di LoL e a cucirle addosso a un gioco di ruolo a turni che mantiene la sua unicità nonostante non si discosti molto da quanto fanno altri giochi appartenenti allo stesso genere. È nei piccoli dettagli che emerge la cura di questo adattamento.

Nel gioco originale, le corsie rivestono un ruolo importante e determinano anche la posizione di un certo Campione nelle dinamiche di gioco. Non potendo replicare questo aspetto in un gioco a turni, le corsie sono state inserite all’interno della barra dell’iniziativa dei personaggi. Infatti, ogni Campione è dotato di un set unico di abilità che vengono giocate su una barra che ne mostra la posizione rispetto agli altri personaggi coinvolti nello scontro. Questa barra è suddivisa in 3 corsie: la corsia della velocità, la corsia dell’equilibrio e la corsia del potere. La scelta di una corsia determina il tempo necessario per il lancio dell’abilità ma influisce anche sulla quantità di danni o cure, ovviamente maggiorati più si allunga il tempo di lancio.

La posizione del Campione in Corsia va pensata strategicamente anche per ottenere bonus o evitare pericoli, infatti, nel corso del combattimento, è possibile incontrare sulla barra delle speciali regioni colorate dentro cui entrare per ottenere ad esempio uno scudo, delle cure o aumentare la possibilità di critico, oppure delle zone all’interno delle quali evitare di stazionare per non subire danni. Alcuni nemici possono obbligare il Campione a operare solo in determinate corsie. Ad esempio, alcuni buff possono essere disattivati solo da attacchi provenienti da una certa corsia, mentre abilità più avanzate possono sbloccare il massimo del loro potenziale se eseguite in corsie diverse come l’abilità Guarigione Spirituale di Ahri che, se eseguita nella corsia Potente, cura tutti e non solo il bersaglio della cura.

Altre abilità a disposizione dei Campioni per sconfiggere i nemici sono le abilità istantanee che non richiedono mana per essere lanciate e possono generare sovraccarico, si tratta cioè di una speciale riserva di mana che viene spesa prima del mana di base. Completano il proprio kit di attacco e difesa anche le abilità passive e Supreme, quest’ultime da lanciare solo quando l’indicatore della Suprema è pieno. Sono, come suggerisce il termine, degli attacchi molto potenti e in grado di capovolgere le sorti di uno scontro se utilizzate al giusto momento.

Questo sistema di combattimento ha il pregio di mantenersi sempre vario durante il corso dell’avventura perché le situazioni che si vengono a creare sono influenzate anche dalla composizione della squadra, dal numero degli scontri consecutivi e dai fattori di buff e debuff che non sono definiti a priori. Importante ai fini di un combattimento dinamico è la diversità dei ruoli rivestiti dai Campioni. Proprio come il gioco da cui si origina, Ruined King assegna ai Campioni una specifica funzione in battaglia, diversificandosi per alcuni aspetti dalle caratteristiche e abilità del MOBA.

Ad esempio, Pyke incarna la figura dell’assassino perfetto concentrandosi sull’infliggere debuff molto consistenti all’avversario per poi finirlo con colpi mirati e devastanti, attacchi che anche Yasuo predilige essendo un combattente che sfrutta i colpi critici per porre fine allo scontro. Illaoi svolge il ruolo di support/tank grazie alle sue capacità di cura che estende a tutta la squadra se necessario, e può generare dei tentacoli che infliggono più danni, danno percentuali di cura e possono essere sacrificati per attacchi molto più potenti. Braum, a sua volta, è il protettore per eccellenza che concentra tutta la sua forza nello scudo che usa anche per dare protezione a tutta la squadra. Sarah Fortune, da brava leader, è colei che non ha paura ad attaccare e sfrutta doppi colpi, tempeste di proiettili e stack di danno per ridimensionare la squadra avversaria. Ahri, invece, è un personaggio ibrido che oltre alle cure può infliggere ingenti danni e in una squadra che ha bisogno di un leggero supporto ma di tutta la potenza di fuoco, è l’ideale.

Una progressione soddisfacente ma attenti al griding

Peculiare in LoL è la progressione dei suoi Campioni che ritroviamo ben progettata anche in Ruined King. Se la mole di abilità a disposizione per singolo personaggio è già molto indicativa della ricchezza delle interazioni possibili, c’è da aggiungere che le cose si fanno ancora più interessanti quando si mette mano al sistema degli incantamenti. Oltre ai classici pezzi di equipaggiamento di varie rarità, c’è la possibilità di applicare dei buff o addirittura cambiare la rarità di un pezzo, tramite incantamenti. Gli incantamenti sono consultabili tramite ricette, le quali richiederanno una specifica quantità di risorse per essere realizzate. Queste risorse sono ottenibili dagli scontri o da forzieri sparsi per la mappa. Interessante è la meccanica per la quale aumentare l’efficacia dell’incantamento inserendo più materiali di quelli richiesti.

Come già accennato, la difficoltà in alcuni tratti non è bilanciata al meglio. Per la recensione abbiamo giocato a difficoltà veterano e all’avvicinarsi degli scontri chiave con boss e nemici di più alto grado, è stato spesso necessario fare del grinding per salire ulteriormente di livello, accumulare risorse per migliorare l’equipaggiamento tramite incantamenti o sbloccare rune per specializzare ulteriormente i membri della squadra. Se questo obbligo di “grindare” lo cogliete come un’occasione per esplorare tutte le zone o fare missioni secondarie – come abbiamo fatto noi – si sente un po’ meno il peso della ripetitività degli scontri. Se le cose continuano a non funzionare, forse è il caso di dare un’occhiata alle statistiche e ai punti spesi per migliorare le abilità. In modo intelligente, Ruined King propone la ridistribuzione dei punti in modo gratuito per sostenere qualsiasi build avete intenzione di costruire in fasi diverse di gioco.