Sniper Elite V2 Remastered Recensione

Sniper Elite V2 Remastered riporta alla luce il capolavoro TPS di Rebellion, dandogli una nuova e aggiornata veste grafica.

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a cura di Alessandro Palladino

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Se la guerra “non cambia mai”, di certo la rappresentazione più immutata nello scenario videoludico deve essere quella della seconda guerra mondiale, specialmente se parliamo di produzioni come Sniper Elite V2 Remastered. Non che ci sia da stupirsi: si tratta di uno degli eventi storici più segnanti della storia umana e si presta a numerose chiavi di lettura, interpretazioni e prospettive. In questa moltitudine di testimonianze e vite romanzate, trovano un forte spazio i racconti eroici della sfera militare: singole gesta di uomini o unità che hanno inevitabilmente cambiato le sorti del conflitto.

I cecchini sono una delle figure più miticizzate della narrazione bellica e diventano uno dei ruoli più gettonati da interpretare nelle trasposizioni videoludiche del conflitto. Questo perché colpire sulla lunga distanza richiede abilità, concentrazione e la capacità di passare inosservati tra le esplosioni e le scariche di mitraglia.

Riuscire in queste imprese, seppur digitali, appaga il giocatore medio, il quale potrà crogiolarsi in colpi particolarmente riusciti o in “headshot” improbabili. Sniper Elite V2 è l’apoteosi finale di questa fantasia, oltre a essere uno dei capitoli della serie di Rebellion più amati dagli appassionati. Oggi ritorna in una versione rimasterizzata, permettendoci di vivere nuovamente l’eroismo di un tiratore solitario tra il fumo delle bombe.

Tra Mosca e Berlino

La storia di questa nuova edizione è esattamente quella che abbiamo già avuto modo di vivere nell’opera originale, lasciando ai nuovi giocatori l’onere di conoscere Karl Fairburne al suo esordio come cecchino infiltrato nelle linee nemiche alla fine del 1945. Gli obiettivi di Fairburne sono alcuni scienziati nazisti da mettere al servizio degli U.S.A., i quali però riveleranno delle verità ben peggiori di quelle prospettate dagli Alleati, costringendo il soldato a lanciarsi in una missione per prevenire un’imminente catastrofe dalle parti dello Zio Sam.

La narrazione della storia, seppur immutata, rimane abbastanza solida e accompagna egregiamente i vari livelli di gioco senza indugiare troppo nei dettagli. Del resto, il punto forte rimane il gameplay e anche lì non ci sono stati sostanziali cambiamenti. Il cecchinaggio totale è l’elemento che ha ragionevolmente consacrato e premiato la serie di Sniper Elite, fornendo un buon equilibrio tra realismo balistico e intrattenimento splatter. La commistione è più che vincente anche dopo tutti questi anni, anche grazie alla particolarissima X-Ray Cam: una radiografica visuale che permette di vedere lo scheletro e gli organi interni del nemico penetrato dai nostri proiettili.

I livelli sono ambientati in famose città storiche del conflitto e sfruttano sapientemente l’architettura urbana per creare grandi spazi aperti in cui far volare i proiettili o vicoli stretti incentrati più sulla furtività che sul tiro. La parte stealth del resto è un’altra delle abilità essenziali per un cecchino, il quale deve arrivare in posizione senza essere notato da nessun soldato o veicolo. Purtroppo però, Sniper Elite V2 Remastered eredita i problemi della sua versione iniziale, lasciando che il tracciamento dei nemici e i movimenti del giocatore siano tutt’altro che corretti o fluidi.

Ciò smorza un po’ il concetto di furtività, facendovi preferire un approccio da pistolero del west piuttosto che una ragionata mietitura di fanteria nemica. Un’anima cinematografica che si esprime al meglio proprio quando saremo appollaiati a tirare ma che nel resto si perde in trappole decisamente poco sfruttate (se non a difficoltà elevata) e sezioni al chiuso di dubbio gusto.

Il gioco, nonostante l’impostazione filmica, non mira mai a prendersi troppo sul serio e calca la mano sulla fantasia finale del cecchino capace di colpire bersagli minuscoli a distanze inumane. Una vera e propria miticizzazione dei tiratori che funziona egregiamente e appaga soprattutto quando si riesce a far esplodere carrarmati con un singolo proiettile dritto nel serbatoio.

Non c’è quasi traccia dell’oppressione tedesca o della filosofia russa, tutto lo spazio viene lasciato solamente al tiro al bersaglio meticoloso e calcolato di essere umani dalla divisa casuale. Per i più arditi, ci saranno anche diverse opzioni di difficoltà che aumentano il danno ricevuto e i disturbi sul proiettile (vento, gravità), fornendo numerosi spunti per poter rigiocare la breve campagna singleplayer o le varie escursioni in cooperativa. Il gioco è quindi relativamente "realistico" e può essere anche vissuto come pure arcade a patto di renderlo molto più facile e abbordabile. L'IA però sembra non subire molto il cambiamento di queste opzioni, dimostrando un comportamento estremamente altalenante tra la totale ingenuità e l'istinto bionico.

Teschi Nazisti Rimasterizzati

Ciò che veramente cambia in Sniper Elite V2 Remastered è principalmente la totalità dell’apparato tecnico, il quale subisce una modernizzazione affatto indifferente. Tutti gli ambienti, seppur familiari, sono stati ristrutturati con nuove texture ad alta definizione, fondali più nitidi ed effetti particellari più realistici. I colori sono notevolmente più vividi e delineati, così come le ombre e le luci scaturite dai roghi delle zone di guerra. Gli effetti come il fuoco o le esplosioni – comprese quelle della canna dei fucili – sono più convincenti e i personaggi, oltre ad una ristrutturazione dei poligoni, hanno una maggiore correlazione con tutto ciò che avviene attorno al loro modello, che sia sangue o un faro di segnalazione puntato sul petto.

Le animazioni sono invece rimaste invariate, lasciando quella legnosità che un po’ stona nell’era dei titoli moderni, ma che forse è l’unico neo addossabile al comparto tecnico. Gli aggiornamenti estetici sono molteplici e coinvolgono anche le icone dei menù e le varie definizioni, raggiungendo tutti gli standard richiesti dai consumatori di oggi.

Vediamo quindi i 60FPS sulle piattaforme più potenti (PS4 Pro, Xbox One X e PC) e il supporto sia al 4K che all’HDR. Non che il risultato proposto sia qualcosa di estremamente innovativo, tuttavia è sufficiente per mostrare l’impegno di Rebellion nell’intento di ottimizzare un gioco storico che già, per sua natura, era un remake nell’anima.

L’edizione comprende tutti i vari DLC, l’apprezzatissima modalità multigiocatore e la possibilità di impersonare fin da subito altri personaggi oltre al protagonista, compresi alcuni del cugino Zombie Army. Questo vale anche per la modalità cooperativa e per l’online, le quali sono decisamente più godibili nell’infrastruttura.

D’altro canto però, le musiche e il doppiaggio non hanno subito nessun ringiovanimento. La dissonanza tra il nuovo Sniper Elite V2 e il vecchio è quindi impossibile da non notare, specialmente se poi l’HUD manca ancora di elementi essenziali alla navigazione e alla comodità dei nuovi controller. Se però ci si focalizza su quanto c’è di buono, la nuova modalità fotografica rappresenta un ottimo modo per gustarsi al meglio le sottigliezze della conversione.

Aggiungiamo inoltre che per gli utenti Steam su PC è disponibile l'upgrade all'edizione Remastered nel caso si possegga la versione originale di Sniper Elite V2, ovviamente attraverso un piccolo esborso monetario. Una mossa ormai piuttosto utilizzata da tutte le case che ripropongono migliorie alle loro produzioni.