Sony e Microsoft finalmente insieme: una svolta storica?

Sony e Microsoft uniscono le forze per collaborare su nuove tecnologie in ambito cloud gaming: a quali scenari stiamo andando incontro?

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Forse mai prima d’ora l’industria del gaming ha attraversato un periodo di così forti cambiamenti, di continue e costanti notizie in grado di capovolgere la situazione esistente e di dare vita a scenari fino a poco prima totalmente inaspettati. Sony e Microsoft, in tal senso, si sono appena ritagliate un ruolo da protagoniste ancora più rilevante.

Buona parte di tutto ciò è iniziato con l’annuncio, da parte di Google, di Stadia: una tecnologia che promette di cambiare completamente il modo in cui giocare. Il concetto di cloud gaming non è certo una novità, ma prima d’ora nessuno lo aveva affrontato con lo stesso approccio e soprattutto le risorse di cui può disporre un colosso come Google.

Una rivoluzione del genere, ovviamente, si traduce in uno scossone ad un’intera industria: l’ingresso di un nome così importante non può lasciare indifferenti gli altri soggetti coinvolti, che devono così correre ai ripari e adottare le soluzioni adatte al momento adatto. Ecco perché Sony e Microsoft, in uno scenario che una settimana fa avremmo ritenuto quantomeno improbabile, hanno deciso di unire le loro forze per la prima volta nella storia. Ma siamo davvero di fronte ad una svolta? Analizziamo insieme la questione, tra riflessioni e considerazioni su quello che può essere il futuro dell’industria del videogioco.

Fate l’amore, non la guerra.

Con l’uscita della prima Xbox ad inizio anni 2000, Sony si ritrovò di fronte al suo primo vero concorrente: fino a quel momento, in virtù soprattutto dell’exploit della prima PlayStation, il colosso nipponico era riuscito superando anche Nintendo a colonizzare un mercato già allora molto ampio. Con il primo modello di Xbox e con tutte le esclusive di altissimo livello su cui esso poteva contare – Halo e Fable per citarne un paio – Microsoft riuscì dunque a costruirsi un certo tipo di reputazione, dando inizio a quella che gli appassionati amano chiamare “console war”.

Una definizione che a onor del vero non ha mai interessato più di tanto i soggetti coinvolti, anche e soprattutto in virtù dei toni ormai goliardici raggiunti negli ultimi anni con la diffusione dei social e delle varie piattaforme correlate. Ciò che è sempre stato importante per Sony e Microsoft era affermarsi sempre di più in un mercato ampio e tutto da scoprire: ecco dunque che il confronto prosegue tra sperimentazioni di vario genere – come Kinect o PlayStation Move – e risultati altalenanti da una parte e dall’altra.

La voglia di portare qualcosa di nuovo, infatti, è ciò che ha sempre distinto i due colossi da un’altra grande realtà come Nintendo: non che quest’ultima non sperimenti, e anzi Switch è l’esempio più lampante in tal senso, ma è indubbio che lo faccia in maniera più misurata preferendo investire sul pubblico che ha consolidato nel corso della sua pluridecennale esperienza nel settore.

Parlare di “console war” non ha forse mai avuto senso: è più adatto parlare in termini di confronto tra due realtà, che da anni offrono ai videogiocatori di tutto il mondo la possibilità di scegliere. Non da che parte stare, ma che tipo di esperienza preferiscono e quale invece è meno adatta alle proprie esigenze. E tutto questo non si chiama guerra, si chiama mercato.

L’annuncio con cui Google, lo scorso 19 marzo, ha scosso sin dalle fondamenta un settore in costante evoluzione ha portato però le due realtà dominanti a porsi delle questioni non da poco. Continuare quanto perpetrato negli ultimi venti anni, proseguendo su due strade distinte verso obiettivi di diverso genere, è abbastanza per contrastare l’ingresso di una nuova superpotenza all’interno dell’industria del gaming?

Se parliamo di cloud gaming sia Sony che Microsoft offrono già servizi di un certo tipo, che possono contare su una nutrita schiera di utenti attivi quotidianamente: chi si ferma, però, è perduto. Adagiarsi su quanto costruito finora non può essere una strategia vincente, ed ecco perché è nata la necessità di unire le forze per lavorare sulla sperimentazione di nuove tecnologie: PlayStation e Xbox dunque si stringono la mano e questa sì, è una svolta storica da non sottovalutare.

Puntare al futuro, con un occhio al passato.

Il cloud gaming sarà, con tutta probabilità, il gaming del futuro: per approcciare al meglio ciò che verrà è dunque fondamentale poter contare su tutte le risorse possibili. PlayStation Now e l’attesissimo Project xCloud sono dunque soltanto l’inizio, la sperimentazione sui server Azure di Microsoft unita alla grande competenza in campo AI di Sony possono essere la chiave per dare vita all’esperienza videoludica del futuro.

Questo ovviamente senza scartare quanto di buono fatto finora, anzi. Una partnership del genere farà leva proprio su quanto costruito anche nel più recente passato, e in tal senso possiamo riassumere il tutto come due grandi realtà che uniscono le forze per provare ad affermarsi su un nuovo soggetto (Google) che punta ad operare attraverso l’innovazione come imperativo assoluto. Sarà un confronto lungo e ricco di colpi di scena: siamo infatti certi che Google reagirà a sua volta con ulteriori informazioni in grado di ribaltare nuovamente la situazione.

In tutto ciò non va sottovalutata la posizione dei soggetti forse più importanti: i giocatori stessi. Sarà infatti fondamentale, sia per Google che per la coalizione Sony-Microsoft, misurare a dovere il riscontro che una qualunque mossa potrà portare all’utenza. Come? Pensando e attuando strategie tese a comprendere chi sono i giocatori, cosa vogliono e quale strada va intrapresa per soddisfarli in maniera sempre più significativa.

Non dimentichiamo che il vero cuore pulsante di ogni mercato sono i consumatori stessi, e chiunque deciderà di impegnarsi per rendere il futuro del gaming ancora più florido dovrà farlo tenendo conto di ciò che gli utenti desiderano. La tendenza di questi ultimi alla tradizione e al preferire spesso e volentieri qualcosa di già conosciuto alla novità proposte è, dunque, un punto da tenere in forte considerazione: il futuro, insomma, va costruito basandosi su standard e modelli costituiti in passato.

Vi lasciamo invitandovi a continuare a seguirci per ulteriori approfondimenti sulla tematica e chiedendovi qual è, alla luce di quanto accaduto negli ultimi tempi, la vostra idea sulla questione: cosa significa, per voi, questa partnership tra Sony e Microsoft?

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