Wasteland 3 | Provato, Una nuova casa per i Ranger

Abbiamo provato Wasteland 3, ultimo capitolo della saga di RPG isometrici e post-apocalittici sviluppata da inXile Entertainment.

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a cura di Matteo Lusso

Abbiamo avuto modo di giocare le prime ore di Wasteland 3, ultima iterazione dell'RPG isometrico con combattimenti a turni che dal 1998 continua ad appassionare migliaia di fan. Il terzo capitolo riprende esattamente da dove avevamo lasciato il secondo: è passato qualche anno da quando i Ranger hanno perso il proprio quartier generale ma una misteriosa figura, nota come il Patriarca, offre loro un rifugio in cambio di aiuto.

Trappola o no, la carovana di veicoli militari dei Ranger sopravvissuti decide quindi di spostarsi dalle regioni desertiche dell'Arizona al freddo e nevoso Colorado. Durante il viaggio cadono però nell'imboscata di un gruppo ben armato e organizzato che causa la morte di innumerevoli Ranger a eccezione dei protagonisti: è da questo momento che possiamo finalmente cominciare a controllare i primi due membri della squadra, scelti fra modelli preimpostati oppure creati personalmente.

La creazione dei propri alter ego consente di scegliere non solo il sesso o l'aspetto fisico - sono modifiche puramente estetiche - ma, ovviamente, gli attributi e le abilità di ognuno di essi. Le caratteristiche principali del personaggio, come il numero massimo di punti vita e azione, sono definiti dalla costituzione, dalla velocità e dagli altri attributi, mentre le abilità servono per "specializzare" i membri della squadra nell'usare più efficacemente un certo tipo di arma, per scassinare una serratura oppure per riuscire a intimidire o persuadere gli altri NPC. Ad ampliare il lato RPG sono inoltre le perk che migliorano nettamente le capacità di ogni personaggio in base ai punti spesi in ogni "albero" delle abilità. I Ranger di Wasteland 3 non però delle perfette macchine da guerra e, volendo, si può selezionare anche un tratto che lo contraddistingua, aggiungendo dei forti bonus bilanciati però da delle altrettanto pesanti penalità.

Ora come ora, le tre ore necessarie a completare questa demo non ci hanno permesso di capire quanto profonda e significativa sia la crescita e il potenziamento dei personaggi, ma abbiamo comunque avuto un assaggio più che positivo per quanto riguarda la libertà d'azione sia a livello di dialoghi che durante i combattimenti. Chi ha già giocato al capitolo precedente o a videogiochi come XCOM si troverà infatti perfettamente a proprio agio con Wasteland 3. I primi momenti di gioco non sono altro che un abbastanza rapido tutorial, durante il quale sono spiegate le meccaniche di base inerenti l'esplorazione libera, le fasi di battaglia e le interazioni con gli altri personaggi. La telecamera ci mostra dall'alto una buona porzione del livello, mentre la classica nebbia di guerra nasconde le aree più lontane o coperte.

Quando non si combatte, il nostro gruppetto, composto da un massimo di quattro Ranger - anch'essi selezionabili fra modelli preimpostati o creabili da zero quando arruolati - e due compagni, può spostarsi liberamente, senza dover seguire alcuna griglia. Ci sono terminali da attivare, trappole da scoprire e disarmare, casse da saccheggiare, lucchetti da scassinare e molto altro ancora. Tutto si basa ovviamente sull'avere in squadra qualcuno in grado di occuparsi di tali compiti; Wasteland 3 è il classico gioco di ruolo isometrico che, dal poco che abbiamo potuto provare, non si discosta dai canoni del genere - basti pensare ai vecchi Fallout - ma allo stesso tempo è particolarmente comprensibile anche per i neofiti grazie alla chiara e dettagliata interfaccia, soprattutto quando è il momento di far "parlare" le armi.

Quando si comincia a sparare il terreno infatti è automaticamente suddiviso in caselle. Attaccare per primi o essere scoperti dai nemici determina chi inizia per primo il turno: i personaggi di Wasteland 3 non usano un parametro, come l'intuito, per definire chi agisce per primo e chi invece dopo. Il giocatore, durante il proprio turno, è invece libero di far compire ai membri della squadra le azioni che vuole e nell'ordine che preferisce. Naturalmente muoversi, sparare, usare un'abilità o un oggetto e così via consuma i punti azione (PA) di quel personaggio che, se non usati durante il turno, possono essere sfruttati per tendere un'imboscata ai nemici quando entrano nel proprio raggio di azione, per aumentare le possibilità di evitare un attacco o per incrementare i PA al turno successivo.

A schermo sono mostrate le aree raggiungibili spendendo la maggior parte dei PA o mantenendone quanto basta per eseguire un'altra azione. I ripari, che possono essere mezzi o completi, sono segnalati con uno scudo e quando spostiamo il cursore su un'altra casella le percentuali di successo dei nostri attacchi sono aggiornate in tempo reale, così come le linee di tiro degli avversari. Forse Wasteland 3 peccherà in originalità, ma le meccaniche ci sono parse solide e i combattimenti non troppo semplici e spesso ci sono molti metodi alternativi per evitare una battaglia, sfruttando l'ambiente o semplicemente parlando.

In breve, questa nostra prima prova di Wasteland 3 ci ha reso impazienti di giocare alla versione completa. La trama - non vogliamo svelarvi nulla - a primo impatto non sembra particolarmente elaborata ma l'impatto che possiamo avere sulle fazioni presenti ci fa ben sperare in risvolti inaspettati e pieghe differenti della storia in base alle nostre scelte. Anche il comparto tecnico segna un netto passo avanti rispetto al capitolo precedente. A partire da modelli tridimensionali e texture più dettagliati e definiti, abbiamo anche un'illuminazione migliore, soprattutto per quanto riguarda le ombre proiettate dalle fonti di luce. Inoltre, il gioco si è dimostrato molto stabile con il framerate sempre costante a 60 FPS rispettando i requisiti consigliati - più un'ulteriore chicca legata al supporto per gli schermi Ultra Wide.

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