100 Megabit in Italia? Solo 140 euro a bimestre

I provider alternativi a Telecom Italia hanno svelato alla testata Corriere delle Comunicazioni che in base ai regolamenti AGCOM le offerte a 100 Megabit potrebbero essere troppo care. La libertà d'azione dell'incumbent sulle bitstream è pericolosa per il mercato.

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a cura di Dario D'Elia

Le offerte a 100 Megabit italiane potrebbero sfiorare i 140 euro a bimestre. La brutta notizia è stata intercettata dal Corriere delle Comunicazioni, che a quanto pare dispone di buoni contatti fra gli OLO (Other Licensed Operator) - ovvero tra i provider alternativi a Telecom Italia. Stima infatti che "calcolando un canone wholesale di 47 euro più Iva, quindi di 56,4 euro e un mark up del 20% si ottiene una tariffa di circa 67 euro al mese mensili: di fatto il cliente si troverebbe a spendere circa 140 euro a bimestre".

Ce la faranno gli OLO?

Come abbiamo già anticipato a inizio gennaio (NGN in fibra, ecco le regole. Telecom può esultare) il Garante delle Comunicazioni (AGCOM) sembrerebbe aver deciso di concedere a Telecom libertà d'azione nelle offerte bitstream (servizio di interconnessione all'ingrosso) su fibra. Insomma "sarà orientato al costo nelle zone in cui Telecom è l'unico operatore e a condizioni di mercato nelle aree dove la concorrenza è sviluppata", riportava Il Sole 24 Ore. Senza contare che l'incumbent "non avrà l'obbligo di offrire contemporaneamente unbundling e bitstream".

Nella lettera recapitata all'AGCOM i toni di Vodafone, Fastweb, Wind, Tiscali e l'associazione AIIP sono perentori. Come sottolinea il Corriere delle Comunicazioni viene richiesto espressamente di obbligare l'ex-monopolista a rilasciare "un'offerta wholesale disaggregata su fibra ottica, orientata al costo, con caratteristiche tecniche e di performance almeno equivalenti a quelle delle offerte retail e a condizioni economiche che garantiscano la piena replicabilità". 

Il problema è che si paventa la possibilità di una ri-monopolizzazione del mercato da parte di Telecom Italia. Secondo i provider sarebbe difficile formulare offerte competitive con una banda minima garantita di soli 200 Kb (VoIP impossibile, NdR) e poche possibilità di personalizzazione del prodotto. Che per di più sarà veicolato attraverso "un indirizzo IP che Telecom fornirà agli operatori alternativi intenzionati ad offrire i servizi broadband ai propri clienti". Di fatto l'ex-monopolista vorrebbe detenere il controllo totale dei servizio, il traffico e quant'altro.

Gli OLO in pratica chiedono:

  • componente di accesso su fibra dalla centrale di Telecom Italia sino al cliente finale
  • diversità di profili di accesso di velocità di upload e download
  • assegnazione per l'accesso di una banda media per cliente definita dall'Olo
  • trasporto di backhaul sull'attuale offerta bitstream Ethernet di livello I e II

(Fonte: Corriere delle Comunicazioni)