100 milioni di euro di multa, cartello delle vending machine

L'Antitrust ha multato gli operatori che gestiscono le vending machine per 100 milioni di euro. Hanno fatto cartello per anni. Un altro freno all'innovazione.

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a cura di Dario D'Elia

Avete presente le macchinette automatiche per l'acquisto di bevande e snack? Il Garante del Mercato ha multato per 100 milioni di euro i principali operatori nazionali perché da quasi 10 anni hanno fatto cartello sui prezzi - insomma una vera e propria intesa anticoncorrenziale.

Le cosiddette vending machine, si potrebbe obiettare, non hanno quasi nulla di tecnologico quindi perché occuparsene su queste pagine? Beh, proprio per questo motivo. Mentre nel resto del mondo scopriamo ogni giorno i potenziali impieghi alternativi, dalla vendita di libri, e-book, gadget e smartphone, in Italia siamo ancora al palo.

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È uno dei tanti esempi di come la ripartizione del mercato e della clientela, nonché il coordinamento in materia di prezzi, blocchi totalmente l'innovazione. Non ci vuole molto a riconoscere lo stesso metodo in altri settori. Dalle tariffe telefoniche a quelle Internet c'è sempre questo leggero sentore di "cartello". Se un operatore si inventa un furbo escamotage per incrementare il fatturato, tutti gli altri subito a ruota. Si pensi ad esempio alla trovata (o tranvata) della fatturazione settimanale invece che mensile.

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Gruppo Argenta; D.A.EM. e le sue controllate Molinari, Dist.Illy, Aromi, Dolomatic e Govi (Gruppo Buonristoro); Ge.s.a, Gruppo Illiria, IVS Italia, Liomatic, Ovdamatic, Sogeda, Sellmat, SE.RI.M., Supermatic e l’associazione CONFIDA (Associazione Italiana Distribuzione Automatica) pagheranno le sanzioni comminate, ma domani che succederà?

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L'Antitrust fa quello che i regolamenti gli consentono, ma ci si domanda se le pene siano adeguate. Possibile che in un paese dove l'innovazione ha bisogno di ossigeno per proliferare, i mercati continuino a essere così inquinati da accordi sottobanco? Ci sono migliaia di zelanti consulenti che ogni giorno valutano i rischi della competizione e quelli generati da eventuali sanzioni frutto di accordi illegali. E da anni sappiamo che consigliano sempre la seconda via.

E non si parla di scelte una tantum. Nel caso delle vending machine l'AGCM spiega che l'intesa ha consentito alle imprese di "mantenere sostanzialmente stabili le proprie quote di mercato, quantomeno dal 2010 al 2014". A prescindere dalla crisi i prezzi sono aumentati tra il 2008 e il 2014.

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"L'intesa complessa - unica e continuata - ha avuto inizio tra il 2007 e il 2008, benché le prime evidenze fossero anche anteriori a tali date", scrive il Garante. "Secondo gli accertamenti dell’Autorità, l’intesa è durata almeno fino alla data delle ispezioni eseguite con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, tra il luglio 2014 e il marzo 2015, presso le sedi delle parti del procedimento.

Sapete come si definivano le imprese? "Concorrenti amici". Si astenevano dal presentare offerte l’una ai clienti dell’altra anche in occasione di gare, per effetto di un "patto di non belligeranza".

"L'intesa prevedeva un meccanismo di compensazione per restituire ai concorrenti amici clienti di valore equivalente (in termini di erogazioni) a quelli eventualmente sottratti nell’ambito dell’attività commerciale di ciascuna impresa", prosegue la nota. "Il coordinamento in materia di prezzi ha coinvolto direttamente anche l’associazione di categoria (CONFIDA)".

A volte verrebbe voglia di trasformare il Garante del Mercato in un panzer indipendente, capace di far paura alla prima alzata di sopracciglio. Se sgarri paghi una multa in relazione al fatturato. Subito. Cash. Pioverebbero miliardi, che consentirebbero anche di rimborsare i consumatori.