112 al centro di polemiche, sono 10 anni che sperimentiamo

Il numero unico di emergenza (NUE) 112 in molte regioni italiane è ancora in fase di sperimentazione. Un fatto di cronaca ha fatto emergere il grave ritardo rispetto agli altri Paesi.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

In alcune zone d'Italia il numero unico di emergenza (NUE) 112 è un disco rotto che ripete "rimanga in attesa". È la triste scoperta che ha fatto Valentina Ruggiu, qualche giorno fa, quando suo padre ad Albano Laziale, paese in provincia di Roma, si è sentito male.In Italia, come nel resto d'Europa, avremmo dovuto attivare un numero unico di emergenza (112) entro il 2008. A distanza di quasi 10 anni l'abbiamo istituito a macchia di leopardo sul territorio e per questo motivo Bruxelles ci ha sanzionato e poi sospeso la condanna (credendo alle nostre promesse). Siamo ancora in una fase sperimentale e gli effetti di questo lassismo li ha tragicamente scoperti Valentina.

112

Ha chiamato il 118 dalle 3.15 per ben sei volte, ma è come se avesse chiamato il 112 perché appunto è questo il numero che unifica tutte le telefonate di emergenza. Dopodiché, dove il sistema funziona come ad esempio in Lombardia, un operatore in base alle esigenze del chiamante smista su 113, 115 o altri numeri. Il problema è che quella notte il "rimanga in attesa" è diventato un mantra di 25 minuti che non ha consentito di ottenere assistenza. Il padre della ragazza alla fine è stato accompagnato in ospedale e purtroppo l'epilogo è stato tragico.

Leggi anche: Numero unico di emergenza 112, l'Italia si adegua dopo 24 anni. Costerà 58 milioni

La direttrice dell'Azienda regionale per le Emergenze sanitarie (Ares), il 118 del Lazio, Maria Paola Corradi, ha puntualizzato che "le chiamata al 118 vengono convogliate automaticamente alla centrale operativa del 112 che, a sua volta, attiva il servizio più appropriato".

NUE

"Posso dire solo che la prima richiesta dal 112 ci è arrivata alle 3.30 e 43 secondi. Quaranta secondi dopo, il nostro operatore parlava già con la figlia del paziente, la quale ci comunicava che stavano provvedendo con mezzi propri al trasporto in ospedale".

A questo punto la Procura ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio colposo e progressivamente sono stati chiamati a dare spiegazioni il presidente della Regione, il Ministro della Sanità, il responsabile del 118 e così via.

"Siamo costernati e i primi a voler fare chiarezza, staremo qui tutta la notte pur di venire a capo a questa storia", ha commentato ieri Gianni Ferrara Mirenzi responsabile del 112. E dire che la sua centrale, inaugurata in sede di Giubileo, consta di 18 operatori operativi e un turnover che vede coinvolte 80 persone 24 ore su 24.

"Questa è un'estate da incubo. L'emergenza incendi ha fatto quasi raddoppiare le chiamate, una situazione mai vista prima con tutti questi incendi, spesso a lambire le case", ha aggiunto. In effetti si parla di una media di chiamate giornaliere passata da 7mila a 12mila.

Qualcosa però non deve aver funzionato perché "le chiamate al 118 hanno sempre la priorità". E dire che il 112 ha un vantaggio riconosciuto. "Evitiamo, ad esempio che un 35% di telefonate di mitomani e perditempo finiscano al centralino dei carabinieri o della polizia", ha spiegato a La Repubblica Daniele Di Miccio, responsabile della formazione.

app

I computer a disposizione degli operatori consentono di inserire ogni informazione e geolocalizzare le chiamate grazie al CED. "Se uno dice che è al Flaminio, invece è all'Eur, non c'è da fidarsi". Su questo fronte c'è anche un'ultima novità: l'app "Where are u" che mette in contatto col 112 senza aver bisogno di parlare. Funziona al momento in Lombardia, provincia di Roma, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento, Catania, Caltagirone, Siracusa e Ragusa.

Where are u
Where are u

"Staremo qui finché non sarà chiaro cosa non ha funzionato A causa dei roghi si sono create code ma cerchiamo di dare la priorità a chi chiama perché sta male", dicono gli operatori. "Siamo rimasti scossi e sconcertati dal sentimento di impotenza di una figlia, con il padre morente tra le braccia".

Ma il problema non ha riguardato solo Roma, perché recentemente a Torino per l'annegamento di un bambino di 10 anni i vigili del fuoco sono stati avvertiti 15 minuti dopo la richiesta di soccorso al 112.

"I cittadini ci dicono che i tempi di risposta si sono allungati parecchio con la centrale unica", ha dichiarato Emanuele Cosentino, dello Smi, il sindacato dei medici più forte nei 118. "Ci vogliono anche 4 minuti per passare la chiamata dal 112 al 118. E poi talvolta ci vengono dati interventi non di nostra pertinenza, magari risse per le quali ci vogliono i carabinieri. Il numero unico andava fatto ma così, anche nel resto d'Italia, è un'esperienza negativa".

Capitolo delicato anche quello della formazione degli operatori; il segretario del sindacato di polizia Siulp sostiene che ci vorrebbero competenze adeguate sul fronte delle emergenze.

In sintesi. Chiamate il 112 e sperate di vivere nella regione giusta. In quella sbagliata stanno sperimentando...

Dov'è attivo il NUE Numero Unico di Emergenza?

112 Italia è un sito dedicato alla promozione del numero unico d'emergenza europea 112 - sì, funziona anche al di fuori dei confini italiani. In base ai rilevamenti sul campo, il 112 è operativo in Lombardia, Lazio, Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia. Da luglio dovrebbe essere attivo anche nella Sicilia Orientale, mentre dal 2018 sarà il momento di Bologna, Toscana, Marche, e Umbria.

"In alcune città Italiane (Brindisi, Biella, Modena, Rimini, Salerno, Prato, etc.) è temporaneamente attivo il NUE 2009 Integrato che suddivide le chiamate a 112 e 113 al 50% tra Polizia di Stato e Carabinieri, lasciando inalterate le chiamate dirette a 115 e 118", spiegano i volontari di 112 Italia. "Questo modello è superato anche perché, con la prossima comunicazione del NUE 112 sui mezzi di emergenza, si avrà una concentrazione delle chiamate verso il solo 112".