17 capi di imputazione per Julian Assange: Washington tira fuori gli artigli

Il Dipartimento di Giustizia USA ha stabilito 17 capi di accusa perJulian Assange per aver ottenuto e pubblicato segreti militari e documenti diplomatici.

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a cura di Dario D'Elia

Julian Assange ieri è stato incriminato dal Dipartimento di Giustizia statunitense con altri 17 capi di accusa per aver ottenuto e pubblicato nel 2010 segreti militari e documenti diplomatici. Il leader di WikiLeaks rischia una condanna durissima anche perché, come per il caso Chelsea Manning, è stato tirato in ballo l'Espionage Act. Da ricordare che Manning è l'ex militare che passò proprio a Wikileaks diverse informazioni riservate.

Assange attualmente è in carcere in Inghilterra per scontare le 50 settimane di reclusione comminate per aver violato i termini sulla libertà vigilata legati al mandato di cattura europeo per presunto stupro. Dal 2012 ad aprile 2019 ha goduto dell'asilo politico presso l'ambasciata ecuadoregna di Londra, ma se prima pendeva sulla sua testa l'estradizione per diversi casi di stupro in Svezia, adesso c'è anche quella della Corte Federale della Virginia per la presunta cospirazione e diffusione di informazioni legata ai fatti del 2010. Per questi ultimi rischia una pena massima di 5 anni, ma i 17 nuovi capi di accusa di ieri lo espongono a una pena massima ventennale. L'Espionage Act, che risale al 1917, sebbene nel tempo sia stato emendato è molto controverso soprattutto in relazione al Primo Emendamento e il diritto di informazione. Venne approvato infatti  per contrastare i reati di spionaggio ma oggi, soprattutto per i difensori della libera informazione, è considerato come uno strumento che si presta ad abusi nei casi di "whistleblowing".

I funzionari del Dipartimento di Giustizia, secondo quanto riporta New York Times, sostengono che la maggior parte delle nuove accuse sono legate a come sono stati ottenuti i documenti più che alla loro diffusione. E soprattutto al fatto che in alcuni di questi erano presenti i nomi di persone presenti in diversi teatri di guerra che hanno fornito informazioni agli Stati Uniti.

Un altro tema è che in qualità di giornalista Assange dovrebbe godere di una serie di garanzie, ma per la Procura statunitense è lo stesso accusato a non essersi definito come tale. Una tesi che Jameel Jaffer del Knight First Amendment Institute della Columbia University considera priva di fondamento: a suo parere chiunque svolge attività giornalistica dovrebbe godere dei diritti riservati alla libera informazione. "Le accuse si basano quasi interamente sulla condotta che i giornalisti investigativi hanno ogni giorno", ha sottolineato l'esperto. "L'atto di accusa dovrebbe essere inteso come un attacco frontale alla libertà di stampa".

A questo punto bisognerebbe chiedersi se il quotidiano newyorchese e altre testate internazionali, che hanno avuto accesso agli stessi documenti grazie a WikiLeaks, si siano macchiati di qualche reato. Il legale di Assange, Barry J. Pollack, ha ricordato che il suo cliente è stato accusato di "aver incoraggiato fonti a fornire informazioni vere e per aver pubblicato queste informazioni", quindi la questione non è solo di hacking come vorrebbe far credere la Procura.

In sintesi il caso Assange rischia di generare implicazioni che vanno oltre il suo processo. Potrebbe essere una svolta per l'intero settore del giornalismo investigativo.