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a cura di Alessandro Crea

Prima per anni abbiamo ignorato le opzioni di Facebook sulla privacy, poco chiare e incomplete, ma comunque presenti, ora siamo tutti in fuga dal social network, spaventati dalla violazione di qualcosa a cui fino a ieri non davamo alcun peso o valore. Dopo lo "scandalo" Cambridge Analytica sulla violazione dei dati degli utenti Facebook, che in Italia ha interessato 214mila profili circa (qui potete verificare se siete nella lista), sono in molti quelli che hanno cercato informazioni su come cancellare il proprio profilo. Lo attesta un'analisi della piattaforma di web marketing SEMrush.

Nell'ultimo mese in Italia circa 22 mila persone hanno chiesto a Google "come eliminare l'account Facebook", mentre quasi 40 mila hanno cercato informazioni su "come cancellarsi da Facebook". La richiesta "cancellare Facebook", insieme con le richieste relative, è stata fatta più di 68 mila volte. Per parlare di trend, a marzo queste richieste sul Web hanno mostrato una crescita del 20%.

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Il numero più alto di richieste si è concentrato ovviamente nei primi giorni dello scandalo, ma il trend sta proseguendo anche ora. Secondo la ricerca di SEMrush si registra anche un aumento delle query di ricerca come "trattamento dei dati personali" e "privacy su Internet". La stessa situazione del resto si verifica nella maggior parte dei paesi europei e negli Stati Uniti. Se infatti l'anno scorso il volume di ricerca più elevato è stato mostrato a giugno e luglio ed era di circa 150.000 query, entro la fine di marzo 2018 è cresciuto oltre il 100%, raggiungendo quota 350mila.

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Purtroppo per gli utenti "timorosi" la fuga non è la soluzione definitiva al problema. Certo, eseguire fino in fondo la procedura di cancellazione definitiva del proprio account porta anche alla cancellazione dei propri dati dal database di Facebook, ma con molti però.

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Anzitutto la cancellazione degli stessi non è istantanea ma richiede diversi mesi. Lo stesso Zuckerberg durante l'audizione al Congresso, non è stato molto specifico, limitandosi a dire "credo che li rimuoviamo appena possibile". Ma nel frattempo cosa succede ai dati? Restano a disposizione dell'azienda come merce? Non è chiaro, ma è probabile che sia così. Cancellare il proprio profilo inoltre non ha ovviamente un effetto retroattivo: quel che è stato condiviso sino al giorno prima ormai è stato già ceduto alle aziende interessate.

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Ma soprattutto c'è un'obiezione di base: cancellare il proprio profilo su Facebook non ci mette al sicuro dalla profilazione, tutt'altro, visto che non è solo Facebook a raccogliere e vendere i nostri dati.

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Come infatti ha ricordato il direttore della gestione prodotti Facebook, David Baser "Twitter, Pinterest e LinkedIn hanno tutti un pulsante Like e Share per aiutare gli utenti a condividere le proprie cose sui propri servizi. Google ha un servizio di analisi assai popolare e Amazon, Google e Twitter offrono servizi di login. Queste aziende - e molte altre - offrono anche servizi pubblicitari. Infatti molti siti web e app inviano le stesse informazioni a più aziende ogni qual volta li usate". Insomma, "così fan tutti" e non sarà fuggendo da Facebook che metteremo i nostri dati al sicuro.


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