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a cura di Dario D'Elia

350mila carte di identità elettroniche italiane emesse tra ottobre 2017 e febbraio 2018 sono difettose. È lo stesso Istituto Poligrafico dello Stato ad aver ammesso oggi la défaillance, in risposta a un articolo pubblicato ieri da Il Messaggero.

"Si rileva l'infondatezza di numerose affermazioni riportate nel testo, anche per evitare un inutile allarme per i cittadini", puntualizza il Poligrafico. "Nessun cittadino italiano è stato respinto alle frontiere in quanto le circa 350.000 carte emesse nel periodo ottobre 2017 - febbraio 2018 con dati non riportati correttamente in una parte secondaria del microprocessore, sono perfettamente funzionanti".

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Il tema è delicatissimo, soprattutto perché le nuove CIE sono accreditate di un livello di sicurezza e qualità superiore rispetto alla versione precedente. Per altro i dati confermano già 2.961.330 emissioni in 4.814 Comuni su 7.956, per una copertura potenziale di circa l'88% della popolazione.

lettera ANCI

La lettera spedita dall'ANCI ai sindaci

Pare che si sia concretizzato un problema hardware, o comunque una scorretta modalità di registrazione dei dati personali. "Queste carte mantengono inalterata la loro caratteristica di strumento sicuro di identificazione fisica e digitale, come tutte le altre CIE, dal momento che assicurano la verifica di autenticità dei dati obbligatori normalmente letti durante i controlli (i dati personali, la foto, le impronte e la firma digitale del Ministero dell'Interno)", spiega il Poligrafico. "Esistono alcuni dati secondari che pur essendo riportati correttamente sul fronte della carta, non sono correttamente riportati sul chip".

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Insomma, alcuni cittadini in possesso di una carta di questo lotto potrebbero aver avuto qualche problema durante i controlli alla frontiera riscontrando anomalie durante l'espatrio. L'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) ha registrato almeno una segnalazione (confermata) da parte di una cittadina di Randazzo (CT) che ha avuto problemi ai controlli di confine. Dopodiché a fine aprile l'Associazione ha informato della criticità tutti i comuni con una lettera ufficiale.

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Una situazione di disagio per i cittadini che comunque può essere affrontata e risolta rivolgendosi alle forze dell'ordine che presidiano la dogana. La verifica dell'identità infatti può essere effettuata sfruttando gli strumenti informatici che interrogano i database nazionali.

L'ANCI partecipando alla Commissione interministeriale ha saputo dell'anomalia circa un mese fa, ma il Poligrafico a febbraio ne era già a conoscenza. Prova ne sia che oggi ha confermato di "aver individuato la criticità risolta attraverso un'accurata analisi del processo di produzione (e non un audit), risolvendola in 24 ore ed ha predisposto un piano di sostituzione gratuita delle carte difettose nei prossimi 12 mesi ai cittadini che comunque manifestassero la volontà di sostituire la propria".

E per sapere se la propria carta è difettosa?

Si può verificare online in pochi istanti se la propria CIE sia o meno tra quelle che presentano difetti. Il link è questo:

http://www.cartaidentita.interno.gov.it/verifica-cie/ 

Le parti preposte alle questioni tecniche legate alla CIE comunque si sono già attivate sul tema sicurezza e sono stati coinvolti Poligrafico, Viminale e Pubblica Sicurezza.

"Al fine di evitare rischi di disagio per i cittadini, nel caso delle CIE valide per l'espatrio, il Poligrafico con tutte le Amministrazioni di riferimento, ha avviato tutte le procedure previste a livello nazionale ed internazionale per la corretta gestione di questi documenti in caso di attraversamento di frontiere con la compilazione di white list di queste CIE, che potranno quindi continuare ad essere utilizzate", ha infatti comunicato il Poligrafico.

Insomma, la situazione a breve dovrebbe normalizzarsi. E sulle presunte spese di "riparazione" di 50 milioni di euro stimate da fonti sindacali, il Poligrafico ha assicurato che sono infondate.