40 Senatori a gamba tesa sulle tariffe fisso-mobile

Un gruppo di Senatori della Repubblica ha firmato una lettera indirizzata all'AGCOM per chiedere la riduzione immediata delle tariffe di terminazione mobile. Dal primo gennaio 2011 si dovrebbe scendere a 1 centesimo di euro al minuto: difficile crederlo.

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a cura di Dario D'Elia

40 senatori della Repubblica Italiana hanno firmato una lettera aperta indirizzata all'AGCOM per sostenere la riduzione delle tariffe di terminazione mobile. L'iniziativa segue la recente divulgazione dello studio di Consumatori Associati che stima "in circa 1 miliardo di euro all'anno il beneficio complessivo per i consumatori finali che potrebbe derivare da un intervento di riduzione della terminazione mobile". 

Aula del Senato

Grazie allo scoop di Pino Bruno abbiamo avuto la possibilità si leggere il documento firmato dai senatori di ogni schieramento - che a quanto pare nelle ultime ore starebbero aumentando di numero. "L'interesse degli operatori al mantenimento di un elevato livello di terminazione confligge con l'interesse dei consumatori a tariffe eque tanto più nell'attuale drammatica congiuntura economica oltre che con l'esigenza di tutelare la concorrenza nel settore e in particolare la concorrenza messa in atto dagli operatori minori", si legge nel documento.

La presa di posizione dei senatori è senza precedenti, tanto più che chiedono al Garante delle Comunicazioni di approvare una delibera che abbassi "il livello della terminazione su radio mobile a 1 centesimo di euro al minuto sin dal 1 gennaio 2011".

La proposta sembra un po' estrema anche perché attualmente l'Italia si posiziona sui 5,30 centesimi al minuto – contro ad esempio la Francia che è già a quota 2 centesimi. Il problema però è che la roadmap di riduzione tariffaria consigliata dall'Unione Europea è più drastica rispetto a quella che ha già proposto l'AGCOM

La lettera aperta - Clicca per ingrandire

"(quello italiano) è un prezzo del 50% superiore rispetto alla media europea, un regalo che facciamo con ogni telefonata agli operatori mobili, i cui costi sono molto inferiori al prezzo che addebitano. È un sovracosto che ricade su noi consumatori ed è il motivo per cui i prezzi delle chiamate ai telefoni mobili da rete fissa sono così alti in Italia", sostiene Altroconsumo, per altro promotrice della petizione abbassalatariffa.

"La tesi, apparsa di recente sulla stampa, per cui le decurtazioni delle tariffe di terminazione consentirebbero di abbassare i prezzi delle chiamate fisso-mobili per i loro clienti, anche se possibile in linea teorica, non ha trovato fondamento nell'esperienza passata", risponde Bianca Maria Martinelli, Direttore Affari Pubblici e Legali e Consigliere di amministrazione di Vodafone Italia.

"Dal 2005 al 2010 infatti, nonostante il dimezzamento delle tariffe di terminazione, scese del 47% (Fonte: Fondazione Magna Carta) abbiamo assistito ad un calo dei prezzi fisso-mobile al pubblico di appena l'8%. E da luglio 2011 ad oggi, l'abbattimento del 20% delle tariffe di terminazione, non si è tradotto in alcuna riduzione per i clienti finali". 

Insomma, per Vodafone la correlazione tra l'abbattimento delle tariffe di terminazione e l'abbassamento delle tariffe del fisso non è scontata, "in quanto - non essendovi alcun obbligo regolatorio di ribaltamento diretto (revocato anche per Telecom Italia nel 2010) - resta nella facoltà degli operatori fissi di tradurla in un beneficio per i clienti o in un miglioramento della propria profittabilità".

Non a caso il Codacons, qualche giorno fa, ha chiesto all'Agcom di convocare le Associazioni dei consumatori ed i gestori di telefonia per fare il punto della situazione. Il rischio è tutta questa battaglia sulle tariffe non si produca in reale vantaggio per i consumatori.  "Negli ultimi quattro anni l'AGCOM ha ridotto questi costi di circa del 50%, ma i consumatori non hanno assistito ad una uguale riduzione dei prezzi che le società di telefonia fissa richiedono per effettuare chiamate verso i cellulari", si legge nel comunicato Condacons. "L'Autorità è ora chiamata ad intervenire nuovamente sulle tariffe ma, se l'esperienza insegna qualcosa, una ulteriore e repentina riduzione delle tariffe, contrariamente alle leggi della concorrenza, potrebbe avvantaggiare alcuni operatori TLC a danno di altri, senza nessun vantaggio per gli utenti". 

In ogni caso il 4 novembre tutto sarà più chiaro, poiché secondo indiscrezioni l'AGCOM dovrebbe pronunciarsi al riguardo.